Zuccoli lascia la presidenza di A2A
Giuliano Zuccoli ha rassegnato le sue dimissioni da presidente del consiglio di gestione di A2A, motivando il suo addio facendo riferimento a «motivi personali». Zuccoli, conferma una nota di A2A, ha deciso di rassegnare le dimissioni da tutte le cariche sociali ricoperte nel gruppo.
Il consiglio di sorveglianza provvederà alla sostituzione. Ai consiglieri di gestione Renato Ravanelli e Paolo Rossetti, entrambi direttori generali (rispettivamente area Corporate e mercato e Tecnico operativa), sono assegnati i poteri per la gestione della società.
Classe 1943, l`ingegnere valtellinese è entrato nel consiglio di amministrazione dell`Aem nel dicembre del 1996 diventandone l`anno successivo presidente e consigliere delegato, carica che ha rivestito fino al 2008 quando, in seguito alla fusione con l`Asm Brescia da cui è nata A2A, è divenuto presidente del consiglio di gestione della nuova società. Zuccoli è anche presidente del consiglio di amministrazione di Edison, in rappresentanza dei soci italiani di Delmi. Nel quindicennio della sua presidenza, l`ingegnere valtellinese ha portato la multiutility milanese a crescere dando avvio a una politica di alleanze e aggregazioni in territorio lombardo, culminata nella fusione con l`Asm Brescia. Nell`ultimo anno Zuccoli, nonostante i problemi di salute, si è battuto con decisione perchè il divorzio tra Edf e i soci italiani di Edison, guidati da A2A, si risolvesse in una crescita industriale della società nel comparto della generazione elettrica. E proprio Zuccoli è stato il più arcigno sostenitore del mantenimento in mani italiane di Edipower e delle sue nove centrali elettriche, anche a costo di uno sforzo finanziario importante per A2A e Delmi. Una determinazione che era valsa al progetto, frutto di visione industriale e realizzatosi grazie alla mediazione del ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, l`epiteto di `Lodo Zuccolì. Proprio Edipower, nel cui azionariato sono presenti diverse municipalizzate (Iren, Sel, Dolomiti Energia) potrebbe costituire la base attorno a cui realizzare un altro dei progetti da sempre vagheggiati da Zuccoli: la costituzione di una `grande multiutility italiana`, sul modello della tedesca Rwe, attorno a cui riunire tutte le principali utility a controllo pubblico italiane.