ZELENSKY, SENZA MEZZI, HA ASSICURATO LA VITTORIA AGLI UCRAINI.

ZELENSKY, SENZA MEZZI, HA ASSICURATO LA VITTORIA AGLI UCRAINI.

Redazione, 8 dicembre 2023.

Zelensky, secondo Agerpres, ha fatto un video, mercoledì scorso, camminando per il centro di Kiev, lungo la strada che conduce al suo ufficio. 

Ha garantito ai suoi concittadini che l’Ucraina sconfiggerà la Russia e raggiungerà una pace giusta, “nonostante tutte le vicissitudini”.

Zelensky sta vivendo il suo momento peggiore, isolato e privo di mezzi.

Incombono la campagna elettorale presidenziale americana e il blocco del Congresso degli Stati Uniti che non ha ancora approvato la richiesta del Presidente Biden di ulteriori 60 miliardi di dollari per finanziare la guerra ucraina.

Anche in UE, i nuovi fondi sono bloccati dal no di alcuni membri.

Si è radicato il dubbio circa l'effettiva destinazione dei soldi e delle armi fin qui inviati a Kiev, dubbi alimentati dalla delutente prestazione sul campo di battaglia da parte degli ucraini.

E, si è diffusa l'insofferenza dei popoli occidentali che stanno pagando il conto degli aiuti forniti all'Ucraina, a partire dall'aumento dei prezzi delle forniture energetiche e della loro nuova scarsità.

Ma, Zelensky è, innanzituto, un attore e, dunque, afferma la prospettiva della vittoria ucraina. 

Dall'altra parte, il presidente russo Putin ha aumentato l’organico delle forze armate portandolo a 2.209.130 persone complessive, di cui un milione e 320mila militari.

Il braccio destro di Zelenskiy, Andriy Yermak ha dichiarato a Voice of America che se fosse bloccato lo stanziamento di 61 miliardi di dollari richiesto dal presidente Joe Biden al Congresso per l’Ucraina, Kiev rischierebbe di perdere la guerra.

Ma, per Biden che pare intenzionato a ricandidarsi nel 2024, la priorità è cambiata, costretto all'ascolto dell'umore degli americani. 

La Guerra, stando ai fatti, sembra già persa dagli ucraini anche se non dichiaratamente persa finchè continua.

Eppure, nell'aprile 2022, al tavolo per la pace aperto da Instanbul, presenti le due parti in causa, l'obiettivo sembrava raggiunto a condizione che l'Ucraina confermasse la sua neutralità, cancellando il proposito di aderire alla NATO. 

Lo ha riferito il capogruppo del partito Servitore del Popolo di Zelensky, Arakhamija.

Durante un’intervista televisiva ha ammesso che la guerra sarebbe potuta effettivamente finire nella primavera 2022 se l’Ucraina avesse accettato la neutralità

La pace era a portata di penna per la sigla, fino al momento in cui, inaspettatamente, Boris Johnson raggiunse Istanbul, dove si dichiarò contrario alla firma di un qualsiasi documento di accordo con la Russia e spinse a proseguire le ostilità. 

La Russia, sin dai primi mesi di guerra, aveva dichiarato pubblicamente e con insistenza la sua volontà di fermare le armi.

Lo stesso occidente che ha affermato e promosso la sua volontà di guerra, oggi la cristallizza bloccando gli aiuti che devono tener conto anche della dose incrementata dai bisogni di Israele.

L'industria bellica occidentale pare essere incapace di far fronte alle necessità di supporto di Israele, dell'Ucraina e ad ogni bisogno interno degli stessi alleati, come nel caso della Polonia che lo ha spiegato.

Si è imposta anche la questione degli scambi commerciali tra l'Ucraina e i Paesi UE come Polonia e Slovacchia che lamentano la concorrenza sleale dei prodotti agricoli ucraini offerti a costi bassi e non sostenibili per loro. 

Mentre l'Unione Europea ha in progetto un vertice che dovrebbe formalizzare l'inizio dei negoziati per l'adesione dell'Ucraina all'UE con il veto dichiarato dell'ungherese  Viktor Orban.

L' adesione all'UE  dell'Ucraina sarà tema in cima all'agenda del vertice UE del 14 e 15 dicembre. 

Pare che la maggioranza degli Stati membri accolga favorevolmente il via libera al processo di adesione con l’Ucraina. 

Se l'Ucraina riuscirà nel suo intento e la guerra non sarà finita prima, la Russia si troverà nella scomoda e non voluta situazione di essere in guerra con un membro dell'UE. 

L'UE dovrebbe scandagliare la realtà ucraina per verificarne i requisiti e la loro compatibilità con i suoi valori fondanti. 

Zelensky è  sulla graticola anche per questo.

In questi giorni attende “voti cruciali” dal parlamento ucraino, che dovrà o dovrebbe assumere decisioni riguardanti le relazioni dell'Ucraina con i suoi debitori, proprio per presentarsi in modo gradito e credibile all'avvio dei negoziati di adesione all'Ue.

Gran parte degli aiuti finanziari concessi dagli alleati dell'Ucraina consistono in prestiti, quindi nuovi debiti. 

L’UE e i suoi 27 Stati membri si sono impegnati a prestare all’Ucraina circa 55 miliardi di euro nei prossimi anni con il rimborso del capitale previsto tra circa 10 anni.

Quindi, non sarà un'ansia di Zelensky ma di chi gli succederà.

Lui prende, spende e spande senza l'onere di restituire.

Il popolo ucraino vivrà il suo nuovo incubo in futuro.

Le risposte che Zelensky attende dal suo Parlamento potrebbero contenere i "patti" tra gli attuali creditori ucraini e l'Ucraina, scritti per disciplinare ciò che sarà trascorsi i dieci anni.