L’abnorme ambiente di bassi tassi di interesse, la pressione sul fronte legale e normativo e la paura di un contagio dall`Europa sono tutti e tre fattori che stanno contribuendo a far prevalere nel mercato un sentimento molto negativo verso le banche, cui si somma lo `sciopero dei compratori` in atto verso il settore finanziario Usa, continua Brist. Il gestore ritiene tuttavia che le basse valutazioni che ne risultano forniscano un`opportunità interessante agli investitori per rafforzare le posizioni nei titoli bancari americani, anche se, avverte, potrebbe volerci del tempo prima che queste posizioni rendano.
`Un incremento delle posizioni nei titoli bancari Usa potrebbe non essere premiato immediatamente, ma riteniamo che, a lungo termine, i fondamentali dei bilanci si rifletteranno negli spread`, dice Brist. `Gli investitori stanno ancora ignorando i miglioramenti che le banche in tutto il mondo hanno introdotto nei bilanci e dovrebbero considerare di stare investendo nei coupon del futuro e non in quelli del passato`.
Brist ricorda che nel corso degli ultimi due anni le banche americane hanno quasi raddoppiato l`entità del capitale netto tangibile nei loro bilanci , oltre ad aver attinto molto meno al mercato delle cartolarizzazioni e a questo tipo di veicolo per finanziarsi. Inoltre, sottolinea Brist, il livello dei prestiti inesigibili delle banche si è abbassato nell`ultimo periodo , e conseguentemente anche le riserve per il credito inesigibile in tutto il mondo. Difatti, le analisi recenti dimostrano che le banche hanno già iscritto a bilancio l`80% delle perdite, mentre il 20% delle perdite previste nel futuro dovrebbe essere assorbito grazie agli utili e a una base del capitale rinvigorita.
`Siamo molto preoccupati per la volatilità a breve termine e dalla possibilità che il sentimento negativo influenzi il comportamento dei consumatori, ma non crediamo che le banche americane a grande capitalizzazione comportino il rischio default per i detentori di titoli sparsi in tutto il mondo`, dice Brist. `I prossimi tre/sei mesi continueranno a essere difficili, ma a lungo termine siamo convinti che non si registreranno perdite in capo al capitale nei titoli del reddito fisso dei principali istituti bancari del paese`.
Brist è dell`opinione che nemmeno i recenti downgrade di una serie di banche americane da parte delle agenzie di rating dovrebbero pesare molto nella percezione che del settore hanno gli investitori. `Siamo convinti che i fondamentali dei bilanci non corrispondano alla traiettoria dei rating`, aggiunge. `Le banche americane a grande capitalizzazione hanno fatto degli evidenti e significativi passi avanti nell`ambito del finanziamento, dell`adeguatezza del capitale e della qualità degli attivi. Il merito di credito è migliorato sostanzialmente. Anche così, non ci illudiamo di ricevere buone notizie nel breve periodo per quanto riguarda il rating. Il recente declassamento di Bank of America non è che un altro esempio di come le agenzie di rating, Moody’s in questo caso, riparino all`errore di aver continuato ad attribuire al settore rating troppo alti`.
Infine, conclude Brist, non si va molto lontano confrontando l`attuale ambiente del mercato con la crisi finanziaria di tre anni fa causata da una mancanza di liquidità. `Oggi ci troviamo nella situazione opposta: da una parte , sul mercato incombe ancora la mancanza di fiducia, dall`altra i depositi bancari non sono mai stati così consistenti e le banche non hanno mai avuto tanta liquidità nei loro bilanci. In poche parole, il cosiddetto `muro della preoccupazione` parte da un punto molto diverso rispetto al 2008`.