Voci dai social network: art.18, tasse e rimedi per la crisi

Il Sole 24 Ore L`Articolo 18   Luca Tenca: Bisogna abolire l`assurdità italiana dell`art. 18. Come si fa a difendere un istituto che privilegia (anche se piccolo sempre privilegio è) `solo` 3.500.000 lavoratori dei totali 21.000.000? Perchè allora non prevedere la possibilità della reintegra per un professionista `licenziato`, magari con un reddito sotto una certa soglia e con solo due o tre clienti, per un recesso, da parte del cliente, non motivato o prevedere un`indennità per ogni libero professionista per ogni cliente che recede senza giusta causa o giustificato motivo? Non capisco la ratio di certi ragionamenti. I veri deboli sul mercato del lavoro certo non sono i 3.500.000 lavoratori a tempo indeterminato della grande industria, ce ne sono almeno 7.000.000 molto più deboli (cocopro, td, p.iva marginali, disoccupati, cassa integrati ecc.).  

Voci dai social network: art.18, tasse e rimedi per la crisi
Ultimo ma non meno importante non si capisce perchè solo in Italia gli imprenditori (che non sono sempre brillantissimi, diciamolo) debbano essere costretti (grazie all`art. 18) a lavorare con dipendenti che a volte mettono i bastoni fra le ruote, ostacolano invece che supportare totalmente il progetto imprenditoriale. Un paese folle, l`Italia.
 
Fiorenzo Zordan: La flessibilità da strumento di entrata nel mondo del lavoro è diventato strumento di sfruttamento. Se aboliamo l`articolo 18 ci saranno sicuramente situazioni di ingiustizia. Nel nostro paese non mancano le leggi, manca la cultura di rispetto delle leggi. Potrei dire che manca semplicemente la cultura. Per questo l`articolo 18 è così vincolante. Una cosa, se il lavoratore licenziato ingiustamente fa ricorso, attualmente o chiede il reintegro o percepisce una buonuscita pari a 15 mensilità. Se liberiamo dai vincoli dell`articolo 18, che il lavoratore licenziato percepisca almeno 30 mensilità. Ossia, si ponga una buonuscita così alta OBBLIGATORIA e INSINDACABILE dell`azienda che a fronte di ogni piano di riorganizzazione l`azienda sia costretta a valutare bene l`opportunità o meno di lasciare a casa della gente. Occorre insomma agire sul denaro che l`azienda deve sborsare in cambio di una maggiore licenziabilità dei dipendenti.
 
Fabrizio Benassi: Prova a metterti per un minuto nei panni dell`imprenditori e poi dimmi se riconoscere 30 mensilità fa senso oppure no. Ti posso garantire che in molti casi non è sostenibile se non al costi di ammazzare l`imprenditore. Sull`incentivo all`esodo determintao per legge sono d`accordo sulla misura un po` meno. Teniamo conto che i dipenedeti delle aziende con meno di 15 dipendento percepiscono al max 6 mensilità di indennità. Bisognerà trovare una misura unica che sia magari superiore alle 6 ma non faccia differenza per numero di dipendenti del datore di lavoro.
 
Fiorenzo Zordan: Ragazzi, è pur vero che anche l`imprenditore deve sborsare qualcosa. Qui a fare discussioni di principio non si finisce più. Un divorzio non consensuale costa non dico 30 mensilità ma una bella cifra. E allora, anche una separazione non consensuale in azienda deve avere un costo ben preciso e inderogabile. Tutto il resto sono le solite sterili prese di posizione.
 
Anna Ferrario: Almeno fossero solo i bastoni tra le rute, ma quando iniziano a boicottare e fare del ` terrorismo` all`intero dell`azienda , allora si che diventa tutto insostenibile.
 
Andrea Marino: L`articolo 18 è solo una lotta di principio (basta vedere quante volte viene applicato in Italia) ed è usato come cavallo di troia per comprimere ulteriormente i diritti dei lavoratori. Piano piano faranno diventare la classe operaia, a livello di diritti, come quella cinesi ma con uno stato che impone un costo del lavoro (contributi e tasse) superiore a quello della civilissima Germania.
 
Corriere
 
Addizionali, benzina e Imu: dalle bollette alle tasse locali i conti in tasca alle famiglie
 
Salvatore Guida: ‎...sentite bene, Voi che state su FB, e Voi che ci bersagliate con annunci al limite dello spam, anche se da noi autorizzati a farlo. Fate meno commenti sbeffeggianti sulla crisi. Ci vuole moderazione e un pizzico di dignita` quando si sta con le classiche `pezze al culo`. La crisi non l`abbiamo voluta noi, poveri cittadini e contribuenti dello Stato Italiano. Ma tutti coloro che si sono indebitamente ingrassati negli ultimi dieci-quindici anni. Adesso però questi hanno tirato i remi in barca, e noi tutti noi altri gabbati staremo a pagare in futuro e per sempre per le loro malefatte ( cioe x sempre l`ICI, x sempre l`aumento dei carburanti, x sempre da oggi tutti i nuovi balzelli e tasse varie !!! Questo è il quadro reale della situazione, purtroppo !!!!
 
Il Fatto Quotidiano
 
Gli economisti Stiglitz e Roubini: “2011 anno orribile per l’economia? Il prossimo andrà peggio”
 
Michelangelo Licata: il debito sparisce solo in 2 modi: o viene ripagato o viene tolto dalla circolazione per bancarotta del debitore. Il resto sono giochi di prestigio. Nel 1929 il debito privato sul PIL USA era del 240% e che per far ripartire l`economia ha dovuto ridiscendere al 25%, impiegandoci dal 29` al 45`( 2° war include) nei potentissimi Stati Uniti...si capisce il perché della futilità di tenere in piedi con manovre assortite dalla povera Italia, che tra l`altro parte con un debito /PIL già del 120% o della Grecia al 160% e con tassi reali di mercato oltre il 18% sul decennale greco, solamente per pagare gli interessi la Grecia dovrebbe usare più del 25% del suo PIL !!!. Per questo ci sarà un default Greco. Le manovre sono giochi di prestigio per mantenere in piedi l`euro, è pur vero che una moneta forte con una politica forte e una crescita forte erano gli obiettivi dei paesi aderenti la moneta e le liberalizzazioni sono oramai tassativamente necessarie , come il recupero totale della evasione fiscale e la totale lotta alla corruzione ed alla criminalità. Siamo in mezzo al guado, io sono dell`idea che il virtuosismo sarà durissimo e gli egoismi prevarranno sul bene pubblico per questo scrivo continuamente sul default della moneta euro.
 

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