USA: continua la marcia anti-Wall Street degli Indignados
USA: continua la marcia anti-Wall Street degli Indignados
Autunno 2008: a seguito del crack di Lehman Brothers e - a catena - di altri importanti istituti finanziari americani sono ancora vivide nella nostra memoria le immagini degli uffici che chiudono i battenti e dei ‘’white-collars’’ che si riversano confusamente nelle strade con gli scatoloni riempiti dei loro effetti personali, magra carcassa di un sistema bancario al collasso.
Settembre 2011: parte da New York la protesta degli ‘’Indignados’’, che marciano nelle principali piazze americane al grido di ‘’Siamo il 99 per cento’’, esasperati dal precario stato dell`economia e soprattutto da una disoccupazione che viaggia intorno al 9 per cento.
In entrambi i casi alla base della crisi un eccesso di debito: tre anni fa di carattere privato, con la duplice deleteria azione dell’imprudenza dei prenditori di fondi e l’irresponsabilità/mancanza di scrupoli dei prestatori; oggi di carattere pubblico, con un deficit che solo tagli e tasse sembrano in grado, almeno nel breve termine, di tamponare.
Cambiano gli scenari, ma non la rabbia di chi in primis paga sulla propria pelle le conseguenze di questi due differenti tipi di crisi: la gente comune. La protesta degli ‘’Indignados’’ si concretizza in movimenti come ‘’Occupy Wall-Street’’e parte da New York il 17 settembre, esce dai confini della Grande Mela per diffondersi in manifestazioni di piazza in tutte le altre principali città: Los Angeles, Boston, Chicago, Kansas City, Tampa, St. Louis.
A New York anche ieri i dimostranti si sono riuniti allo Zuccotti Park, all`ombra dei grattacieli del Financial District di Manhattan, per poi assediare il New York Stock Exchange, la Borsa, e di nuovo il ponte di Brooklyn, dove sabato la polizia aveva arrestato circa 770 persone per aver bloccato il traffico. Ora avvocati civilisti della Partnership for Civil Justice Fund hanno fatto causa al sindaco Bloomberg e alla polizia per violazione dei diritti costituzionali, come quello di scendere in strada in un corteo pacifico e democratico per manifestare il proprio dissenso. A esprimere solidarietà verso la mobilitazione, forse un po’ a sorpresa, c’è anche il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke che ha ammesso come agli ‘’Indignados’’ non si possa rimproverare nulla, bollando come insufficienti le misure messe in atto a livello istituzionale per risolvere i problemi di questi tempi, sulla scia di quanto già espresso in precedenza dal finanziere George Soros.
Nonostante l’ondata di arresti perpetrati arbitrariamente, i cortei non sembrano intenzionati a fermarsi, accompagnati dal suono di bonghi e chitarre, da cartelli contro le banche, slogan e striscioni di denuncia dell`avidità di investitori e mediatori finanziari. Centinaia di persone, al grido di `Restituiteci la libertà, ridateci i risparmi`, hanno preso di mira il City Hall di Los Angeles, la sede della Fed di Chicago e il Financial District di Boston.
I manifestanti non risparmiano neppure l`amministrazione di Barack Obama: c’è delusione per le scelte del presidente, che ritengono ormai troppo influenzate, se non addirittura compromesse, da Wall Street.
Nell’immediato futuro faranno da scenario alle proteste anche le città di Seattle, Portland, Minneapolis, Denver, Cleveland e perfino a Hilo, nelle Hawaii. Il movimento ‘’Occupy D.C.’’ è pronto ad accamparsi fuori dalla Casa Bianca giovedì, il giorno che segna il decennale della guerra in Afghanistan (come vola il tempo..).
La protesta, inoltre, è destinata a varcare i confini nazionali per fare il suo ingresso in Canada: già pianificata a Toronto una manifestazione fuori dallo Stock Exchange per il 15 ottobre; lo stesso giorno a Vancouver avrà luogo un`occupazione `a tempo indeterminato` di fronte all`Art Gallery. Si prevedono altri cortei a Calgary, Montreal e Ottawa. Secondo indiscrezioni, ancora da verificare, la mobilitazione potrebbe espandersi oltre oceano fino al Giappone.
Espliciti atti di solidarietà ai manifestanti arrivano anche dai sindacati: quello dei Trasporti di New York ha ufficialmente chiesto al giudice federale di impedire alla polizia di utilizzare i conducenti dei bus per trasportare i manifestanti arrestati. Il magistrato, neanche a dirlo, ha respinto la richiesta al mittente. Il sindacato nazionale delle infermiere (National Nurses United) ha dichiarato che parteciperà alla manifestazione di New York prevista per mercoledì; l`Healthcare-Now, infine, sarà a quella di Washington contro le corporazioni.
La protesta ha assunto le caratteristiche di un evento tutt’altro che isolato ed episodico. Sulla falsa riga del buon vecchio ‘’mal comune-mezzo gaudio’’ dal Bel Paese ci ‘’consoliamo’’ (magra consolazione) nel constatare come anche la maggiore potenza economica mondiale non stia vivendo momenti felici, sia sotto il profilo mer
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