USA. ADDIO CHAMPAGNE!

Giannina Puddu, 14 marzo 2025.
I nuovi dazi del 25% decisi da Trump sulle importazioni di alluminio e acciaio sono entrati in vigore a mezzanotte di mercoledì.
L'UE ha reagito, definendo la misura un' azione commerciale "ingiustificata" dell'amministrazione Trump e prevedendo, in risposta, tariffe UE su prodotti americani, barche, bourbon, motociclette...
Queste, dovrebbero entrare in vigore ad aprile.
Come in una partita di ping-pong, Trump ha già reagito alla reazione UE miacciando dazi del 200% sui vini dell'UE, Champagne in testa per castigare, tra tutti, il baldanzoso Macron che avrà già il telefono rovente per via dei colpi assestati dai vignaioli francesi anche nelle ore notturne.
La Francia è il principale esportatore di vino negli Stati Uniti, con un fatturato 2024 pari a 2,5 miliardi di dollari.
Noi italiani siamo stati secondi con 2,3 miliardi di dollari.
Macron è decisamente più antipatico di Giorgia Meloni agli occhi di Trump essendo stata anche l'unico esponente politico UE invitato e presente il giorno del grande insediamento alla Casa Bianca.
Se Meloni avesse voglia di giocare una vera Partita Patriottica, sarebbe questa la grande occasione per i grandi spumanti italiani che, qualitativamente, possono competere con lo Champagne, forte, fin qui, delle grandi abilità commerciali dei francesi più che della loro superiorità nella vinificazione.
I mercati finanziari hanno registrato correzioni al ribasso sia in Europa che negli USA.
L'S&P 500 ha perso il 10% dall'ultimo picco.
Il Nasdaq 100 ha perso l'1,89% cumulando un calo del 13,5% dal suo massimo di febbraio.
Anche il Dow Jones ha superato l'1% di perdita.
I francesi scelgono la via della guerra commerciale ignorando i pesi in gioco eseguendo l'atteggiamento arrogante tipico di Macron con il ministro del Commercio francese Laurent Saint-Martin che ha dichiarato ieri che Trump sta intensificando la guerra commerciale e che il suo Paese “reagirà”.
Ha scritto su X: "Non cederemo alle minacce e proteggeremo sempre le nostre industrie".
Chi ha sempre o spesso usato la forza per affermare i suoi interessi contro gli interessi altrui, prima o poi si scontra con un avversario più forte che obbliga a chinare la testa.
Gli USA non sono l'Africa del tempo che fu e che ha viziato la Francia.
Esiste un Comité Champagne, che rappresenta oltre 300 case produttrici di champagne che, per adesso ha rifiutato di commentare rimettendosi ai “nostri leader nell’Unione Europea e negli Stati Uniti”.
Chi, nei momenti di alta tensione tace, è perchè l'ira è al massimo e si contiene per non esplodere in attesa di eventi risolutivi fino a prova contraria, preparando il suo piano per l'opzione B...
Olof Gill, portavoce commerciale della Commissione Europea, ha chiesto agli USA di "revocare immediatamente" i dazi su acciaio e alluminio e, sfugge la logica di questa pretesa mentre l'UE, dopo aver voltato le spalle agli USA pretende di affermare la credibilità geopolitica alla quale ha rinuciato fin qui, muovendosi al traino di Biden, della FED, della NATO a guida USA, etc...
Più composto e saggio, lo stesso Gill ha aggiunto: "Vogliamo negoziare, per evitare i dazi in futuro. Non portano altro che risultati perdenti e perdenti, e noi vogliamo concentrarci su risultati vantaggiosi per tutti".
Questa sarebbe la strada rimettendo ogni attore al suo posto, quello occupato con le azioni scelte fino ad oggi e togliendo a Ursula Von Der Leyen il potere di danneggiare, ancora, i Popoli europei che non l'hanno mai scelta.
Così come non si può accettare che, diventata parte esterna al blocco con la Brexit, la Gran Bretagna si riagganci adesso con il ruolo di guida dell' Area UE, persa la sua sponda oltre l'Atlantico.
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