UNO SPLENDIDO FESTIVAL GIOVANNI MORELLI - `UN CIELO NASCOSTO`, A VENEZIA

Venezia, 2 ottobre 2021. Di Luca Cerchiari, Musicologo, Critico Musicale, Accademico. Sta per concludersi la prima edizione del Festival “Un cielo nascosto”, dedicato alla luminosa figura del musicologo italiano (emiliano a Venezia, da fine anni Sessanta) Giovanni Morelli.

UNO SPLENDIDO FESTIVAL GIOVANNI MORELLI - `UN CIELO NASCOSTO`, A VENEZIA

Roberto Calabretto, apprezzato studioso universitario di rapporti fra musica e cinema e consulente della Fondazione Levi, che ha promosso questo evento, ha annunciato che il Festival si ripeterà ogni due anni.

Una figura eccentrica, curiosissima, poligrafa, quella di Morelli, scomparso nel 2011.

Docente, saggista, organizzatore, medico poi musicologo, laureato in anatomia, materia che ha insegnato per anni prima di darsi con grande impatto complessivo alla musicologia, insegnata lungamente all’Università di Ca’ Foscari.

Personaggio lieve e sottile, amatissimo dagli studenti, molto apprezzato dai colleghi, dai musicisti, dagli uomini di cultura, ma anche da persone comuni.

Chi scrive lo incontrò un paio di volte, e ne colse subito la statura non comune, l’essere tutto meno che un professore “ordinario”. Giovanni Morelli, di fatto, era uno spirito straordinario, un uomo al di fuori di ogni possibile categoria.

Il profilo insolito e sfaccettato di Morelli è stato tracciato in modo brillante, documentato e a tratti ironico e divertente da Maurizio Agamennone, docente di Etnomusicologia a Firenze, che iniziò la carriera accademica proprio a Venezia, con Morelli.

Esponendo al numeroso pubblico del Teatro La Fenice la sua originale teoria di una proiezione “verso i luoghi di Venezia” della casa di Morelli e dei suoi molti interessi, ossia di una “morellizzazione” della città lagunare fatta di idee, riflessioni, iniziative, musiche varie dal Rinascimento al Novecento elettronico, da Jean-Philippe Rameau agli inni nazionali, Agamennone si è inizialmente posto la domanda, ripresa dalla rete di conoscenti del compianto studioso, se egli fosse un genio, un santo o un “furbacchione” capace di trovare finanziamenti quasi ovunque, per le sue molte e diverse iniziative.

Giovanni Morelli era tutto questo ma anche altro, ha concluso l’etnomusicologo, citando fatti inediti, episodi, notizie curiose, e così ricreando l’immagine girovagante, tra bacari e aperitivi, tra luoghi santi e profani, di un uomo alla perenne ricerca di nuove idee, di nuovi spunti, di nuove imprese culturali e musicali, oltre gli studi e i concerti: magari in direzione del cinema, o delle arti figurative, o della letteratura, o della psicologia, o della filosofia. Forse anche di una nuova anatomia.

In coerenza a questa proiezione antropica dei gusti personali morelliani verso la città veneziana, anche “Un cielo nascosto” si è modellato documentando i gusti, i luoghi, i percorsi immaginari o razionali del grande studioso.

Concerti splendidi dedicati ai repertori più diversi: alla Giudecca, dove abitava con la moglie Margot, nota cantante popolare, al Conservatorio Benedetto Marcello, alla Fenice; ma anche film (del raffinato ma misconosciuto regista turco Otar Iosseliani), mostre, tavole rotonde, e naturalmente discussioni e riflessioni nelle aule dell’Università Ca’ Foscari.

Tutta Venezia e una piccola parte dell’Italia musicale qui convenuta, per quattro giorni, dal 30 settembre al 3 ottobre, gli ha reso un affettuoso e ricco, documentato omaggio interdisciplinare, coinvolgendo forze teatrali, esperti di musica elettronica, musicologi di vaglia (Girardi, Sala, Corbella, Pinamonti, Zoppelli, Rizzardi, Vinay, Rosand), studenti di strumento e di canto, semplici appassionati e cittadini.

Appuntamento al 2023.

Ma, intanto, ti sia cara la terra, Giovanni.