Unione Europea, solo fumo, niente arrosto
Forse verrebbe meglio da dire che non si è visto neanche il fumo dell’arrosto, o meglio, se di fumo se ne è visto, probabilmente era da riferirsi alle palle fumanti dei partecipanti al vertice straordinario Ue chiamato ad approvare il controverso bilancio 2014-2020. Perché l’Europa, diciamocelo, non è un’istituzione. E’ solo la piazzetta di un paese di provincia, dove ci si ritrova per andare insieme alla sagra della porchetta con faccia soddisfatta, ma il più delle volte la routine ci vede a lanciare imprecazioni bipartizan al baretto di turno.
Come riporta Ansa, dopo due giorni di trattative non-stop, ai Ventisette capi di Stato e di governo non è rimasto che constatare l`impossibilità di arrivare a un accordo all`unanimità, così come richiesto dalle regole dell`Unione. Tutto è stato quindi rinviato a inizio del 2013, quando il presidente permanente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy conta di poter raggiungere un`intesa in occasione di un nuovo summit da tenere a gennaio o febbraio. Un risultato che tutto sommato va bene all`Italia. Per il presidente del Consiglio Mario Monti l`ultima proposta di bilancio esaminata dal vertice contiene `progressi importanti, ma non sufficienti`. Una situazione alla luce della quale `meglio un rinvio che una rottura`, hanno osservato fonti italiane che guardano con ottimismo alla possibilità di trovare un`intesa all`inizio del prossimo anno.
A decretare il fallimento del summit - dove in verità le delegazioni nazionali erano arrivate già consapevoli dell`alta probabilità di un rinvio - sono state le molteplici fratture createsi all`interno dell`Ue, in particolare la posizione assunta dalla Gran Bretagna e il venir meno dell`asse franco-tedesco. Londra si è battuta strenuamente per ottenere maggiori tagli al futuro bilancio pluriennale rispetto agli 80 miliardi proposti da Van Rompuy raccogliendo intorno a sé altri cinque Paesi, secondo quanto reso noto al termine del vertice dal premier David Cameron: Germania, Svezia, Finlandia, Danimarca e Olanda. La Francia è così rimasta relativamente isolata - e soprattutto senza la sponda tedesca - nella sua difesa a oltranza della politica agricola comune (un fronte su cui può però contare sull`Italia), per la quale reclama un ulteriore recupero di risorse per 10 miliardi di euro oltre agli 8,8 già previsti dall`ultima bozza Van Rompuy. In questo contesto l`Italia è riuscita a limitare i danni sul fronte dei minori aiuti all`agricoltura rispetto al taglio iniziale di 4,5 miliardi ed anche su quello dei fondi destinati al Mezzogiorno, dove ha `recuperato` circa un miliardo. Tutte cifre che dovranno però essere confermate in sede di accordo finale. `C`é la possibilità di trovare un`intesa a inizio 2013`, ha detto Van Rompuy al termine del vertice invitando a `non drammatizzare` il nulla di fatto odierno. Ma il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, dopo aver sottolineato che il negoziato sul bilancio 2014-2020 è fallito perché `ci sono ancora importanti divergenze sull`importo totale e l`equa distribuzione tra i Paesi`, ha avvertito tutte le parti in causa: sono in gioco `interessi vitali` dei singoli Paesi e non arrivare a un accordo nei tempi previsti avrebbe `costi enormi in termini politici, economici e sociali`. Un rischio che né la cancelliera tedesca Angela Merkel né il presidente francese Francois Hollande sembrano intenzionati a correre. Parigi appare disposta ad accettare lo sconto riconosciuto agli inglesi, purché l`onere sia ripartito. E Merkel ha ribadito la volontà della Germania di `non isolare nessuno`, dicendosi anche ottimista circa la possibilità di trovare un`intesa all`inizio del prossimo anno. Secondo più fonti l`intesa tra il gruppo di Paesi `integralisti del rigore` guidato da Londra e gli amici della coesione potrà essere trovata su un taglio del bilancio che, rispetto ai 1091 miliardi proposti dalla Commissione, si attesterà tra i 90 e i 110 miliardi. Una cifra che però porterà a un braccio di ferro istituzionale con il Parlamento europeo che appoggia la proposta della Commissione Ue. Per la prima volta nella storia dell`Unione, con l`entrata in vigore del trattato di Lisbona, il sì dell`assemblea di Strasburgo è indispensabile. Ma l`Eurocamera non è disposta a dare il suo via libera ad un bilancio ritenuto del tutto insufficiente a sostenere la crescita e lo sviluppo dell`Ue.