Unicredit, perdite per 9 miliardi e niente dividendo, ma il titolo vola spinto dagli utili

Unicredit ha chiuso il 2011 con una perdita di 9,2 miliardi di euro. Lo comunica il Gruppo di Piazza Cordusio in una nota in cui si conferma che non ci sarà dividendo. Il quarto trimestre si è chiuso con un utile di 114 milioni di euro, sopra le attese degli analisti.

La redditività del 2011 è stata influenzata da numerosi elementi non operativi e straordinari per un totale di 10,3 miliardi di euro (di cui 133 milioni nel quarto trimestre 2011), in gran parte relativi a svalutazioni di avviamento e marchi commerciali, perdite su investimenti e oneri di integrazione. Le svalutazioni sui titoli di stato greci hanno pesato per 310 milioni di euro al netto delle imposte. Al netto di elementi straordinari, l`utile netto per il 2011 è pari a 1.110 milioni di euro (-27,3% rispetto a 1.528 milioni nel 2010).
L`utile netto normalizzato del quarto trimestre ammonta a 247 milioni di euro (-32,1% sullo stesso periodo del 2010), calcolato al netto di elementi straordinari dovuti alla svalutazione dei titoli di Stato greci (70 milioni di euro al netto di imposte) e costi di integrazione (63 milioni al netto delle imposte). Sebbene i dati trimestrali siano influenzati dalla volatilità dei mercati finanziari, dovuta alla crisi del debito sovrano e da un contesto macroeconomico negativo, i risultati - si legge nella nota - sono caratterizzati da un miglioramento delle principali poste operative.
I crediti deteriorati lordi a fine dicembre 2011 sono pari a 72,5 miliardi, (+1,2% trim/trim) soprattutto a causa dell`Italia e della Cee, con una dinamica opposta in Germania. Tornando all`intero anno il margine di intermediazione ammonta a 25,2 miliardi (-3,4% rispetto al 2010). Crescono a 15,5 miliardi di euro (+0,9%) i costi operativi. Il risultato di gestione è di 9,7 miliardi (-9.4%), mentre gli accantonamenti su crediti si attestano a 6 miliardi (-12,6%). I depositi della clientela a dicembre 2011 raggiungono i 398,4 miliardi di euro, in crescita dell`1,5% rispetto a settembre 2011. La Cee e la Polonia crescono più velocemente (+2,6% trim/trim) mentre l`Europa Occidentale aumenta dell`1,2% trimestre su trimestre.
A oggi, UniCredit ha già completato più del 30% del Funding Plan (piano di finanziamento) di Gruppo del 2012, per un ammontare di 9,4 miliardi, e il 36% del Funding Plan italiano. Lo si legge nella nota sui conti.
«Dopo il grande successo del nostro aumento di capitale, la continuità nell`esecuzione del nostro piano strategico, focalizzato nello sviluppo del business sui nostri clienti `core` e il `cross selling` dei nostri prodotti assieme alla rigorosa gestione delle nostre risorse e dei rischi, ci permetterà di realizzare una più elevata redditività per i nostri azionisti». Lo afferma l`amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni nella nota che accompagna i conti.
Il coefficiente Core Tier 1 (9,97%) di Unicredit è pienamente conforme alle regole della Autorità Bancaria Europea (Eba), ben sopra la soglia richiesta del 9%. Lo si legge nella nota sui conti in cui si precisa che il Common Equity Tier 1 (Cet1), secondo le nuove regole di Basilea 3, è in linea per raggiungere l`obiettivo di superare il 9% annunciato nel piano strategico per il 2012.
Il business commerciale in Italia invece «sta tornando in positivo grazie al riprezzamento, al controllo dei costi e al calo degli accantonamenti sui crediti».. Nel 2011 è stato registrato infatti un utile prima delle tasse di 598 milioni di euro rispetto ad un rosso di 177 milioni nel 2010. I ricavi hanno segnato un incremento del 6,3% a 10,9 miliardi. I costi operativi flettono del 3,3%. 
Unicredit ha infine registrato un impatto negativo per 52 milioni di euro, nella voce altri ricavi, dalla quota che ha in FonSai. 
Intanto il titolo accelera in Piazza Affari, salendo del 2,32% a 4,05 euro, spinto dall`utile trimestrale superiore alle attese degli analisti.
 
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