Milano, 25 ottobre 2021, di Frabrizio Brasili, esperto di Scenari e Mercati Finanziari.
Anche se qualcuno, nel secolo scorso aveva scritto <l` arte più difficile è il prevedere>, nel caso di Unicredit MPS, è stata per noi molto facile.
Conoscendo bene il ` verbo italico` ed il `modus operandi ` degli italiani.
Ora, a gran voce , si chiede da tutti i partiti, dall` unione europea, un rinvio della data limite del 31 Dicembre, per lo meno alla prossima primavera.
Non piace a nessuno lo spezzatino voluto da Orcel, le regalie fiscali di 2 miliardi, concesse dal fisco e dal governo.
Soprattutto i 7 miliardi di ricapitalizzazione, tutto nuovo debito che ricadrebbero ancora sulle spalle dei cittadini e nuove generazioni. Scrivevamo MPS come ALITALIA.
I sindacati, per il momento, tacciono.
Ma si fa largo molto lentamente, il piano B di Unicredit , per un`aggregazione a tre: prima fra Banco Bpm e BPER e poi Unicredit, che verosimilmente si aggrega al duo, più che continuare a fare, in questo caso, da predatore.
Questo è stato più complicato da prevedere.
Ma poi questo secondo (o primo polo bancario) potrebbe tranquillamente accollarsi senza molte esclusioni tagli e riduzione di personale (con la prima versione ammonterebbero a 7000 persone), il boccone indigesto e zavorrante di MPS.
Con buona pace dei sindacati.
I tempi, come scritto in passato saranno ancora lunghi e con molti colpi di scena, e noi saremo qui a raccontarvelo.
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