Una Imu è per sempre
Al Governo poco importa che il calo delle compravendite nel settore immobiliare e che le difficoltà di molte famiglie siano state generate proprio dall’Imu, e annuncia che l’imposta sulla casa “sarà per sempre”.
Nessuna abolizione e nessuna riduzione, come fantasticato da alcuni leader politici nel corso della campagna elettorale, purtroppo l’Imu dovrà essere pagata ben oltre il 2015, anno in cui precedentemente si era fissata la “fine della sperimentazione”. Come era effettivamente prevedibile, la tassa non potrà essere cancellata, e uno degli ultimi atti dell’esecutivo Monti eliminerà ogni dubbio, decretando la non temporaneità dell`imposta. Perché? I soldi in caso contrario andrebbero presi altrove, molti i tecnici che concordano con questo aspetto.
Il sottosegretario all’Economia Polillo ha chiaramente dichiarato che col venir meno dell’Imu `sarà necessario trovare nuove coperture`, Bankitalia, aveva già espresso le sue perplessità sull’eventuale temporaneità dell’imposta, questo avrebbe, a suo dire, provocato un peggioramento dei saldi dopo il 2015 di circa 0,8 punti percentuali del Pil, con la conseguenza di dover reperire altrove le entrate necessarie per raggiungere gli obiettivi già prefissati. Stessa idea anche per la Corte dei Conti che dichiara `Non ci sono esigenze di nuove manovre correttive dei conti pubblici, se non a partire dal 2015 e condizionate nella dimensione dal mantenimento o meno del gettito Imu`. Senza Imu il Governo dovrebbe munirsi nuovamente di calcolatrice e pensare a dove recuperare i soldi mancanti, quindi l’illusione che avrebbe generato il venir meno dell’imposta sulla casa, sarebbe svanita ben presto con l’introduzione di nuove tasse. Per i cittadini, in buona sostanza, non sarebbe cambiato molto.
La notizia però davvero sconfortante è che l’Imu potrebbe essere più salata di prima, le maggiorazioni potranno essere effettuate da tutti quei comuni che hanno libera facoltà sulle aliquote, alcuni, stando ai dati del Servizio politiche sociali della Uil, hanno già provveduto ai rincari. Sulla prima casa, Napoli, Bologna e Asti, sulla seconda, addirittura già in sei, Aosta, Asti, Ferrara, Pavia, Salerno e Treviso. I Comuni purtroppo hanno bisogno di fare cassa, e questo ci fa immaginare e temere, che la lista non potrà che allungarsi. Per ritoccare le aliquote i Comuni hanno tempo fino al 16 maggio, e il 17 giugno, primo acconto del 50% sugli immobili, i cittadini potrebbero già trovarsi di fronte a spiacevoli sorprese.
Erica Venditti