UNA DONNA ALLA PRESIDENZA DEL MESSICO. CLAUDIA SHEINBAUM. EBREA, INGEGNERE ELETTRICO CHE SPINGERA' I PARCHI EOLICI. SHEINBAUM STA AL MESSICO COME TODDE STA ALLA SARDEGNA.
Giannina Puddu, 3 giugno 2024.
Claudia Sheinbaum, neo eletta presidente del Messico, ebrea di origine, laureata in fisica, con un dottorato di ricerca in ingegneria energetica.
Ha scritto articoli e libri sull'energia, sulla difesa dell'ambiente e sullo sviluppo sostenibile.
Durante la sua campagna elettorale si è impegnata a investire 13,6 miliardi di dollari in infrastrutture elettriche fino al 2030, per promuovere la transizione energetica del Messico.
Lo farà, certamente.
Durante un incontro del 15 aprile con le associazioni imprenditoriali a Merida, nello Yucatan, aveva dichiarato che "Accelereremo la transizione energetica con nuovi progetti solari, eolici e idroelettrici".
La sua posizione si pone in contrasto con quella del suo predecessore e mentore, Lopez Obrador che aveva adottato il perseguimento di progetti energetici convenzionali e una restrizione allo sviluppo delle energie rinnovabili nel settore privato.
Nelle energie rinnovabili, gli investimenti diretti esteri in Messico hanno raggiunto i 36,1 miliardi di dollari nel quarto trimestre del 2023, il 22% in più rispetto allo stesso periodo del 2022.
Ma, sono poi crollati a causa delle politiche energetiche stataliste di Lopez Obrador che aveva scelto di privilegiare l'investimento pubblico.
Sheinbaum, vuole invertire la rotta e ha promesso il suo “impegno a raccogliere i benefici del momento storico che il Messico sta vivendo in termini di investimenti diretti esteri”, pur avendo dichiarato di voler limitare la partecipazione del settore privato all’elettricità al 47%.
Percentuale quasi tranquillizzante che si valuterà sul valore assoluto che sceglierà come base del calcolo.
Gli abitanti di Ixtepec (ex Villa de San Jerónimo Doctor), piccola città nello stato di Oaxaca (Messico meridionale), dal 2008 decisero di costruirsi un parco eolico e, nel 2009, attraverso le autorità agrarie di Ixtepec, avevano avviato trattative per collaborare con la società britannica Yansa, specializzata in joint venture di questo tipo, organizzandosi per partecipare alla gara che era stata indetta dalla CFE per distribuire il volume di MW tra i parchi eolici.
I rappresentanti incaricati si erano presentati alla gara, ma, erano stati condotti e chiusi in una stanza mentre la gara si svolgeva in un'altra stanza, con l'ovvia dimostrazione della volontà politica del governo, decisamente schierato dalla parte della concessione dei parchi eolici alle imprese private, escludendo le comunità locali, con qualunque mezzo.
Fino al 2017, gli attori politici di tutti i governi, hanno favorito la costruzione di parchi eolici delle multinazionali.
Messi da parte i popoli originari, hanno fatto pressione su di essi e li hanno costretti a cedere i loro territori e i loro diritti, attraverso locazioni forzate di terreni per costruire parchi eolici, concedendo, in cambio, solo magri benefici economici e sottoponendoli a danni ecologici, produttivi, economici, politici, sociali, culturali e religiosi.
Andrés Manuel López Obrador era stato eletto nuovo presidente della Repubblica messicana entrando in carica dal 1 dicembre 2018, per un mandato di sei anni, appena scaduti.
Era ampiamente previsto che avrebbe introdotto una riforma del diritto del lavoro per rafforzare i diritti dei lavoratori a bassa retribuzione, allora pari a circa 1.422 dollari di pesos messicani (MXP) (75 dollari americani, 55 sterline, 65 euro) al mese.
Obrador aveva anche tolto spazio all'assalto delle multinazionali dell'energia che, d'ora in avanti, Sheinbaum provvederà a riconsegnare con perfetto allineamento alle politiche di "transizione energetica" in auge a livello globale.
Dal sito di Mexico Energy Partners:
Il potenziale a lungo termine per la produzione eolica rimane forte.
Riteniamo che il Messico abbia il potenziale per sviluppare principalmente il proprio settore dell'energia eolica nel prossimo decennio attraverso maggiori investimenti privati.
Il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti ritiene che il potenziale nazionale di energia eolica del Messico ammonti a 3.670 GW, di cui 670 GW nel nord-ovest del paese, 744 GW nel sud-est e 110 GW nella Bassa California del Sud.
Per avere successo nello sviluppo della propria capacità eolica, riteniamo che il Messico debba continuare a organizzare aste di energia rinnovabile di successo, offrendo prezzi competitivi agli investitori.
Inoltre, garantire la proprietà della comunità ai progetti eolici spesso aiuta a ottenere un “buy-in” da parte dei residenti locali. Diminuire il potenziale di conflitto potrebbe aiutare a sviluppare più rapidamente i progetti, evitando ritardi costosi.
Bettina Cruz e Rosa Marina Flores Cruz, erano state leader della Resistenza comunitaria nell'istmo di Tehuantepec.
Avevano dichiarato: In Messico, la storia delle energie rinnovabili va di pari passo con le pratiche coloniali di esproprio e di violazione dei diritti collettivi delle popolazioni indigene.
Nell’Istmo di Tehuantepec, lo stretto tratto di territorio messicano che separa l’Oceano Pacifico dall’Oceano Atlantico, le popolazioni indigene che abitano l’area convivono da più di un decennio con le conseguenze dell’imposizione di questo modello.
In quest’area, l’energia eolica è diventata un simbolo dell’idea di sviluppo “sostenibile” per le amministrazioni locali, statali e federali, ed è diventata il simbolo dello sviluppo e degli investimenti. Inoltre, l’installazione di oltre 2.000 turbine eoliche ha avuto un impatto significativo sulle dinamiche della vita quotidiana.
Cruz aveva raccontato: La gente ha iniziato a chiederci di indagare... L’intenzione non era quella di fare un movimento, ma di dare informazioni affinché le persone si rendessero conto che venivano derubate, che venivano ingannate e affinché non continuassero a consegnare le loro terre a questi megaprogetti.
... I residenti che hanno creduto alle promesse e ai contratti firmati sottolineano che oggi non vengono pagati per l'uso della loro terra e che, in alcuni casi, non è loro nemmeno permesso di entrare nella loro terra. “Lo avevamo avvertito, ma molti non ci credevano. Ci hanno addirittura squalificati.
È stata la gente a dire: ‘Organizziamoci'.
Nasce così nel 2007 l'organizzazione di cui è cofondatrice: l'Assemblea in Difesa della Terra e del Territorio di Juchitán, che diventerà poi l'Assemblea dei Popoli Indigeni dell'Istmo in Difesa della Terra e del Territorio Territorio (APIIDTT).
Bettina Cruz, era stata arrestata nel 2012, per aver partecipato a una protesta davanti a un'installazione del CFE.
Pochi mesi dopo, in una conferenza stampa, organizzazioni civili avevano riferito che Bettina Cruz Velázquez, difensore dei diritti umani che lavorava contro i megaprogetti di energia eolica nell'istmo di Tehuantepec di Oaxaca, era stata prosciolta dalle accuse che le erano state rivolte dopo una denuncia presentata dalla Federal Electricity Commission (CFE).
Santiago Aguirre, sottodirettore del Centro per i Diritti Umani Miguel Agustín Pro Juárez, aveva sottolineato che si era trattato di un caso emblematico di molestie di cui soffrono molti altri difensori in Messico.
I gruppi d'élite che hanno beneficiato dei tradizionali sistemi energetici basati sui combustibili fossili, ora beneficiano degli investimenti nell'energia eolica a scapito delle popolazioni locali coinvolte.
E' l'attuale colonialismo interno, che può essere inteso come un modello di oppressione, repressione e violazione all’interno dei paesi del Sud del mondo, è allo stesso tempo continuo e distinto dal classico colonialismo europeo.
Si concentra su come le dinamiche colonialiste vengono replicate all’interno dei paesi del Sud del mondo sottomettendo persone, mondi vitali e territori remoti.
Il concetto descrive lo sfruttamento del benessere e delle risorse delle persone vulnerabili all'interno di un paese.
All’interno di un quadro di energia rinnovabile, il colonialismo interno implica la creazione di condizioni di potere politico ed economico strutturale per spingere le persone ad accettare investimenti a basse emissioni di carbonio come strategia per lo sviluppo economico e la mitigazione del cambiamento climatico.
Nell’ambito dei modelli neoliberisti di “crescita verde”, sono state attuate politiche pubbliche per aprire l’economia e facilitare investimenti privati “sostenibili” nelle energie rinnovabili con un intervento governativo limitato.
In Messico, il neoliberismo verde ha mirato a porre il paese in prima linea nella “rivoluzione dell’energia verde” e a rispettare l’accordo di Parigi.
E' lo stesso "fenomeno" che si sta registrando in Sardegna e nel resto d'Italia...
Sorvolando sulle sue promesse elettorali, non vincolanti, dando per certo, invece, che faciliterà i nuovi impianti eolici in Messico per mano multinazionale, vine da pensare che Sheinmbaum stia al Messico come Todde sta alla Sardegna...
Due donne che hanno in comune la "passione" per la "lotta al cambiamento climatico di origine antropica" (che non è...) e per le "fonti di energia rinnovabile" che non sono... in due aree del pianeta accomunate da un passato coloniale che non vuole fermarsi, affermandosi nella nuova forma "verde", mentre devasta gli habitat naturali e ogni forma di vita che ospitano da sempre.
Cari lettori, se siete arrivati a leggere fin qui, è perché, evidentemente, avete trovato interessante il contenuto di questo articolo.
Se scorrete le pagine di ifanews.it potete trovare conferma del fatto che questo sito ha spesso anticipato fatti e versioni che la stampa ufficiale italiana ha taciuto o manipolato.
Se volete sostenermi e aiutarmi in questo mio lavoro, vi invito a fare una vostra libera donazione a:
Giannina Puddu, IBAN: IT80K0357601601010002641534