Un terzo degli italiani sposterebbe il proprio business all`estero

Un terzo degli italiani più facoltosi potrebbe valutare di lasciare il Paese, secondo la ricerca Millionaire Monitor+ di Skandia - divisione di Gruppo Old Mutual specializzata nella gestione del risparmio a lungo termine e leader nel segmento Unit Linked – di cui la sede italiana presenta i risultati locali.

La ricerca è stata condotta per capire le scelte di vita e di investimento del segmento upper affluent della popolazione. Realizzata su un campione di italiani con oltre 900 mila euro di asset investibili a gennaio 2012, ha evidenziato che le modalità principali di accumulo della ricchezza sono per via ereditaria (70%), grazie a investimenti (66%) e per reddito da lavoro (63%).
Anche matrimonio, divorzio e fortuna hanno avuto il loro peso; un quarto degli italiani ricchi ha beneficiato di una vincita alla lotteria o al gioco.

Sebbene due terzi (64%) dei rispondenti abbiano visto crescere la propria ricchezza dall’inizio della crisi economica mondiale del 2008, le principali motivazioni per prendere in considerazione di espatriare riguardano le migliori opportunità di lavoro (22%), le politiche governative (15%), l’aumento del costo della vita (13%), l’elevata pressione fiscale (12%) e un miglior standard di vita (12%).

Tuttavia, il 66% dei rispondenti si dichiara confidente nelle politiche economiche del Governo.

In generale, si evidenzia che l’Italia è un paese di imprenditori, con la metà di essi che hanno fatto fortuna grazie alla propria attività; più di due terzi (69%) hanno avviato il proprio business prima dei trent’anni e quasi quattro su cinque hanno accumulato ricchezza entro un decennio dall’avvio dell’impresa.

“Gli italiani facoltosi sono imprenditori che non hanno timore di cogliere un’opportunità, se ritengono che possa migliorare le proprie finanze - commenta Enzo Furfaro, Market Manager di Skandia Vita - sebbene la maggioranza sia intenzionata a restare in Italia, un numero significativo di essi si dichiara pronto a trasferirsi all’estero per assicurarsi di continuare a crescere.”

Infatti, ben sette su dieci (71%) dichiarano di avere un’elevata, o addirittura molto alta, propensione al rischio.

In Italia, poi, la proprietà rimane l’investimento più diffuso; circa un quinto della ricchezza è detenuto in immobili residenziali, il 10% in proprietà commerciali, il 15% è in liquidità, il 12% è destinato al risparmio gestito e l’11% a titoli azionari.
In merito alla distribuzione della ricchezza, tre rispondenti su dieci vivono nel Lazio, ma più di un quarto (26%) in Lombardia, mentre uno su dieci in Campania.

Oltre all’Italia, la ricerca Millionaire Monitor+ di Skandia sui detentori di ricchezza ha coinvolto Francia, UK, Hong Kong, Singapore e Dubai e ha rilevato come le turbolenze economiche degli ultimi tempi abbiano impattato sui patrimoni nel mondo.
La survey è stata realizzata da CoreData Research a gennaio 2012 su 1500 rispondenti in totale nei diversi Paesi; il campione italiano è stato di 300 persone intervistate.

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