Un proposta per l’Italia dal Post Forum Credit Management
Scritto da Antonella Simone per il Focus Group. Lo scorso 17 Aprile si è tenuto il 2° Forum sul Credit Management organizzato dalla Scuola di Formazione Ipsoa Wolter Kluwer Italia. Allego il link del mini portale dedicato all’evento.
Il Forum ha avuto un grande successo e siamo stati tutti sollecitati a proseguire il dibattito creatosi tra imprese e le istituzioni, dando vita al Focus Group dal titolo “Il coraggio di cambiare le regole”:
Affinché i convenuti traessero degli spunti per soluzioni concrete da portare in azienda da subito, abbiamo convocato intorno al tavolo professionisti esperti, rappresentanti delle diverse competenze richieste nella soluzione delle problematiche aziendali attuali. La discussione è stata vivace e ricca di spunti che abbiamo trasformato in proposte semplici e di facile attuazione per dare il nostro fattivo contributo alla crescita del Paese. Oggi l’attenzione è sulla finanza mondiale e sui differenziali di interesse, ma a livello europeo ci sono 340 miliardi di crediti commerciali messi a perdita dalle imprese.
L’economia reale non può ripartire dalla finanza. La gestione preventiva del rischio credito commerciale è cruciale. E la tempestività della reazione è strategica. Le alternative come forme di baratto che circolano in economie parzialmente chiuse o monete alternative all’euro per regolare il baratto già in uso in alcune regioni italiane o specie di camere di compensazione per transazioni anch’esse limitate, riteniamo siano tentativi pericolosi per l’instaurarsi della cultura del credito. In Italia, più che in altri Paesi, non si presta sufficiente attenzione alla valutazione preventiva della solvibilità dei propri partner commerciali. Meccanismi o sistemi alternativi al credito bancario che comunque consentono di derogare ancora questa importante attività di risk assessment possono essere un pagliativo ancora più pericoloso, in quanto illude le aziende ad una produttività in aumento, ma senza creazione di valore, riscontrabile dai margini di redditività e dalla liquidità creata.
Allegato un elenco sintetico ma denso di contenuti, che ben volentieri potremmo sviscerare e approfondire, se riterrete utile il suggerimento.
Per tutte le proposte, abbiamo verificato che:
a) non vi fossero costi per lo Stato;
b) non venissero lesi diritti oggi esistenti, qualora il soggetto adempia correttamente alle obbligazioni assunte;
c) si producesse una riduzione delle richieste di affidamento da parte delle Imprese e si generessero di conseguenza minori oneri finanziari.
Veicoleremo le nostre proposte al Ministro dell’Economia e Finanze, al Ministro dello Sviluppo Economico, ai Presidenti delle Commissioni Giustizia e Attività Produttive di Camera e Senato, alle Imprese e alle Banche e ne daremo ampia diffusione attraverso i mezzi di comunicazione e gli organi di stampa. Ringraziando per l’attenzione, porgiamo distinti saluti.
CAMBIARE LE REGOLE DEL GIOCO
1. Per le imprese
a. Spendere i valori che le contraddistinguono
b. Investire in ricerca e sviluppo
c. Richiedere la propria centrale rischi
d. Autovalutarsi e decidere di chiudere laddove la business idea non sia più sostenibile
e. Spostare l’attenzione dal fatturato alla marginalità, gestendo il rischio credito in modo preventivo
f. Gestire e selezionare il portafoglio crediti, individuando e gestendo in modo separato i ritardi di pagamento dai pagamenti persi
g. Fare un tax planning accurato
h. Far emergere con sistemi chiari ed immediati lo stato di default delle altre imprese con tempestività.
2. Per le banche
a. Finanziare le business idea del futuro, come avviene nei Paesi dalla cultura anglosassone, sulla base di nuovi e moderni paradigmi di valutazione
b. Recuperare il concetto di “cliente” a discapito del concetto di “default”
c. Controllare, monitorare e segnalare agli organi di controllo lo scambio reciproco assiduo tra stesse imprese di fatture e lì interrompere l’erogazione del credito
d. Garantire a tutte le aziende l’accesso alla centrale rischi
3. Per le istituzioni
a. Efficientare la filiera delle garanzie (confidi)
b. Equitalia esattore anche per i crediti verso lo Stato
c. Sanzioni processuali – raddoppio dell’importo della controversia in caso di accertata temerarietà dell’opposizione a decreto ingiuntivo di pagamento per disincentivare le imprese che promuovono giudizi al solo fine dilatorio.
d. Incentivo fiscale sotto forma di risparmio per le imprese che non siano ricadute in alcune fattispecie (come ad es. incidenti sul lavoro)
e. Incentivo fiscale per ridurre il circolante (per contrastare il riciclaggio e la corruzione)
f. Premio fiscale per investimenti nel sistema produttivo e non finanziario
g. Eliminazione del patteggiamento fiscale
h. Detassazione degli utili reinvestiti in ricerca e tecnologia (giustificati dai brevetti)
i. Modificare la base imponibile del’irap (dove attualmente confluiscono costi inerenti l’attività ma non deducibili)
j. Certezza del diritto: il cospicuo numero di leggi, decreti e riforme ha comportato dubbi interpretativi che aggiungonmo incertezza ad un clima di già generale e diffusa incertezza. Troppo spesso le norme tributarie introdotte non sono valutate da esperti tributari.
k. Impedire il trasferimento di asset, rami di azienda in presenza di scaduti commerciali consistenti sia per importo che per ageing
l. Variare l’art. 10 D.P.R. 633/72 relativamente al momento della detraibilità dell’Imposta: subordinare la detraibilità I.V.A. al pagamento effettivo della fattura (per tutte le fasce di fatturato)
m. Estendere il termine massimo per i pagamenti a 60 giorni stabilito dal decreto legislativo 231/2002 per i prodotti “deteriorabili” a tutte le transazioni commerciali, prevedendo una deducibilità fiscale decrescente qualora il termine di pagamento fosse superiore a 60 giorni (varaindo il T.U.I.R.), a meno che la fornitura o il servizio non sia stato oggetto di contestazione scritta entro il termine di 60 giorni dal ricevimento della merce ovvero dalla prestazione del servizio, prima della emissione
della fattura n. Ridurre il termine dilatorio (o elimarlo) previsto dall’art.14, comma 1 del D.L. 669/96 convertito in legge nr 30/1997 dove si prevede che dello Stato e gli Enti pubblici non economici completino le procedure per l’esecuzione dei provvedimenti giurisdizionali e dei lodi arbitrali aventi efficacia esecutiva e comportanti l’obbligo di pagamento di somme di denaro entro il termine di 120 giorni dalla notificazione del titolo esecutivo.
Il paper è stato distribuito a:
- Ministro Grilli
- Ministro Passera
- On. Bongiorno, in qualità di Presidente della 2a commissione Giustizia della Camera
- On Dal Lago, in qualità di Presidente della 10 a Commissione Attività produttive della Camera
- Sen Berselli, in qualità di Presidente della 2a commissione Giustizia del Senato
- Sen Cursi, in qualità di Presidente della 10 a Commissione Attività produttive del Senato