Un mese in più per vendere il 15% di Mps

Un mese e mezzo di tempo in più per vendere il 15,5% di Banca Mps e abbattere il maxi-debito da un miliardo di euro. Dopo l`ok del pool di banche capitanato da JpMorgan, la Fondazione Mps incassa anche il via libera dal Credit Suisse per vendere le azioni rimaste in pegno all`istituto svizzero per via di un`esposizione da circa 300 milioni di euro.

Dopo quattro giorni di trattative serrate, infatti, è arrivata ieri sera la fumata bianca, mentre nella giornata di oggi è prevista la firma del tutto insieme all`estensione dell`accordo di standstill con le altre 11 banche che sarebbe scaduto giovedì. Insomma, adesso l`ente presieduto da Gabriello Mancini può tirare un sospiro di sollievo e cominciare a ricevere e a esaminare le proposte dei nuovi potenziali soci di Rocca Salimbeni. Secondo quanto trapelato, l`accordo prevederebbe l`apertura di un conto di garanzia (escrow account) dove confluiranno i ricavi derivanti dalla dismissione del pacchetto, attesi tra i 500 e i 700 milioni di euro. La ripartizione dovrebbe avvenire pro-quota, e alla Fondazione dovrebbe restare una parte che potrà utilizzare per sostenere i contributi sul territorio. Intanto, proprio oggi, a far visita nella sede della Fondazione è stato il numero uno di Equinox, Salvatore Mancuso, che ha manifestato ai funzionari dell`Ente la volontà di procedere con un`offerta per l`acquisto di una quota importante. Secondo alcune fonti, l`operazione potrebbe riguardare una partecipazione dell`11-13 per cento. Nel corso dell`incontro, definito interlocutorio, Mancuso ha ribadito l`ottica del suo progetto, ovvero di lungo periodo e sulla base di un progetto condiviso. Nei prossimi giorni la Fondazione, con l`aiuto anche dell`advisor Rothschild, esaminerà altre proposte. Intorno ai nomi c`è il massimo riserbo, anche se continuano a circolare quelli delle famiglie Malacalza e Seragnoli. Chi, invece, ha già assicurato di non voler comprare quote del Monte è l`avvocato Gianpiero Samorì, già socio della Bper. Contattato telefonicamente, il finanziere ha assicurato di non essere «affatto interessato» a comprare azioni« o »partecipazioni tali da sconvolgere l`assetto della governance« della banca. Tuttavia, ha ammesso che parteciperà »all`assemblea degli azionisti (27 aprile per il rinnovo dei vertici, ndr) con 200, 300 o 1.000 azioni, ma soltanto per ascoltare».

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