Un gioco al massacro (fiscale)
Benvenuti in Italia, Bananaland capace di regalare ai suoi cittadini intensi momenti di sorpresa al limite del surreale che neanche il miglior Terry Gilliam sarebbe riuscito a fare. Ora il palco della commediola è occupato dal tema fiscale.
La volontà di Monti e co. è chiara: fare cassa, il più possibile, ovunque sia possibile. Che sia tassando i soliti noti, oppure minacciando il cittadino comune sull’onda emotiva del “giustizialismo fiscale”, quando poi tutti sanno per filo e per segno chi in Italia ruba davvero e continuerà a farlo senza alcun problema, spettatore sorridente di un gioco al massacro che sbatte furbescamente un sacco di mostri, di poco conto, in prima pagina.
Cosa rimane sul piatto? Limitiamoci all’oggettività (e alla potenza) dei numeri, lasciando le opinioni da parte. Secondo i dati della Guardia di Finanza italiana, i liquidi che avrebbero varcato lecitamente i confini del Bel Paese si sarebbero aggirati, nel 2010, intorno ai 2,3 miliardi di franchi, il 75% dei quali si sarebbe tripartito tra la nostra Confederazione, Lussemburgo e San Marino. Parallelamente l’Associazione bancaria ticinese stima in 130 miliardi di euro i fondi neri depositati da soggetti italiani (persone fisiche o giuridiche) in Svizzera: 130 miliardi equivalgono a 8-10 manovre economiche, una bella cifra. I forzieri della Confederazione contengono, in tutto, fondi equivalenti a 5.800 miliardi di euro, dei quali 2.800 appartengono a soggetti stranieri, e di questi almeno il 10% sono italiani. Le stime vengono riferite da Marco Jaeggi in una recente intervista su Il Giornale, coordinatore del dipartimento delle scienze economiche della Libera università di Lugano, esperto sul tema delle relazioni bancarie internazionali della Svizzera. La sua sensazione è allarmante: “Non ho dati certi e non vedo personalmente movimenti di denaro. Ma molti indizi mi inducono a pensare che i flussi di denaro dall’Italia alla Svizzera in questo momento si stiano ingrossando. Il perché è semplice: gli italiani temono possibili prelievi sul patrimonio”.
In seguito a questo ritrovato “appeal” per il nero (ma una corretta lotta all’evasione non dovrebbe limitarlo??) l’Italia ha risposto recentemente con la Circolare numero 82607: questo è il nome del maxi documento divulgato internamente al corpo della Guardia di finanza italiana per una prevenzione a tutto tondo del riciclaggio di denaro sporco, dell`evasione fiscale e dei movimenti di denaro interni e transfrontalieri. Le fiamme gialle hanno finalmente a disposizione un vademecum operativo, di ben 600 pagine, che dà istruzioni su come muoversi nell`ambito dei controlli: una vera e propria “bombata” di steroidi per l’esercito `punitore`. Il messaggio appare chiaro: vi massacriamo, non ci interessa salvare il paese e sviluppare un rinnovato “senso civile” di partecipazione alle entrate dello Stato, ma solo mandare al rogo più streghe possibili. Se un braccio fa male, meglio segarlo; chi se ne frega di cercare di capire il problema, affrontarlo e lavorare per prevenire possibili ricadute. Finchè alla fine di noi, e dell’Italia, non rimarrà altro che un ammasso di pezzi insanguinati. Per la gioia degli spettatori urlanti.