Un (finto) coreano alla presidenza della Banca Mondiale
Tutto come previsto. La guida della Banca mondiale è stata ancora una volta affidata ad un americano. È Jim Yong Kim, 52 anni, di origini coreane, nominato dal board della istituzione finanziaria con sede a Washington.
Viene così confermata la regola non scritta per cui la guida del Fondo monetario internazionale va ad un europeo (la francese Christine Lagarde ha pochi mesi fa sostituito il suo connazionale Dominique Strauss-Kahn) mentre quella della Banca Mondiale ad uno statunitense. Una consuetudine che oramai i Paesi emergenti mettono in aperta discussione e che stanno cercano in tutte le maniere di spezzare. Ma anche stavolta vani sono stati i tentativi degli altri due candidati alla poltrona della Banca Mondiale che sino alla fine di giugno sarà occupata dall`americano Robert Zoellick: la nigeriana Ngozi Okonjo-Iweala, ministro delle Finanze del suo Paese, e l`economista colombiano Josè Antonio Ocampo.
La candidatura di Jim Yong Kim - che si insedierà il prossimo primo luglio - è stata decisa a sorpresa dal presidente americano Barack Obama. Nato a Seul ed emigrato negli Stati Uniti quando aveva cinque anni, Jim Yong Kim infatti a differenza dei più recenti presidenti della Banca Mondiale non è nè un ex banchiere nè un rappresentate dell`amministrazione statunitense. Medico ed antropologo, è stato direttore responsabile del dossier Aids per l`Organizzazione Mondiale della Sanità e dal 2009 è presidente del college Darmouth, primo americano di origine asiatiche a guidare un college della `Ivy Leaguè di cui fanno parte gli otto atenei più prestigiosi degli Stati Uniti.
La nomina di Jim Yong Kim è stata salutata con grande soddisfazione dall`amministrazione Obama, che respinge le critiche di chi accusa il venir meno degli impegni presi nel 2011 per una nomina aperta, difendendo il metodo trasparente con cui Jim Yong Kim è stato scelto: in base alle sue qualità e a nessun altro criterio. «Sono convinto che la Banca Mondiale beneficerà della novità rappresentata da Jim Yong Kim e delle sue solide qualità come dirigentre», ha commentato il segretario al Tesoro americano, Timothy Geithner, parlando di «una esperienza accumulata nel corso della sua professione per risolvere problemi complessi». «I suoi precedenti nel settore dello sviluppo uniti con le sue capacità di creare consenso contribuiranno a rilanciare gli sforzi della Banca Mondiale per assicurare una crescita economica più rapida e condivisa», ha aggiunto Geithner. Kim ha spiegato di recente quale missione intende portare avanti una volta alla guida della Banca Mondiale: una istituzione che vuole «più inclusiva» e che deve poter contare «su tutte le risorse necessarie per portare avanti la sua missione, ridurre la poverta». «La mia vita e il mio lavoro - ha aggiunto - mi hanno portato a credere che uno sviluppo inclusivo è un imperativo economico e morale».