Un anno dopo Fukushima, il nuovo profilo economico del Giappone
La velocità di recupero delle imprese giapponesi dopo gli straordinari avvenimenti del marzo 2011 è eccezionale, a conferma della loro elevata flessibilità e dinamismo.
Il disastro di Fukushima ha causato complessivamente una perdita economica superiore a 200 miliardi di Dollari, la catastrofe naturale più costosa della storia. Ciononostante, in brevissimo tempo la maggior parte delle imprese è stata in grado di riavviare la produzione con un ritorno dell’utile sui livelli precedenti al terremoto. Alcune società di respiro internazionale stanno registrando utili record. In futuro, il costo favorevole delle materie prime e lo yen piuttosto neutrale dovrebbero fornire un contributo positivo ai costi di produzione, favorendo la crescita dei margini e degli utili delle imprese.
Un altro sviluppo degno di nota riguarda il numero crescente delle operazioni sul capitale. L’anno scorso le operazioni di riacquisto di azioni proprie sono quasi raddoppiate mentre il rapporto tra utile e dividendi distribuiti è rimasto invariato nonostante la flessione degli utili. La liquidità in eccesso viene distribuita in misura sempre maggiore agli azionisti. Si tratta di sviluppi molto favorevoli per il mercato azionario.
I risultati del 2° trimestre daranno più visibilità
Il Giappone ha registrato una brusca flessione delle valutazioni che hanno toccato i minimi storici solo qualche settimana fa. Oltre al disastro di Fukushima, il calo delle valutazioni rifletteva le preoccupazioni degli investitori sull’impatto della crisi del debito in Europa e del rallentamento economico in Cina. I dati economici e gli sviluppi del debito sovrano in Europa non giustificano più un approccio pessimista. Gli utili appaiono temporaneamente distorti, ma quando arriverà l’estate le acque si saranno calmate ed emergeranno dati più affidabili su cui tracciare una previsione. Gli investitori oggi sono più propensi ad apprezzare l’efficienza che molte imprese giapponesi hanno duramente conquistato negli ultimi 12 mesi.
Differenziare tra imprese internazionali e giapponesi
Gli investitori dovrebbero operare una differenziazione tra le società intrappolate nel mercato locale in letargo e le imprese globali che svolgono buona parte dell’attività oltreoceano. Molte società internazionali hanno imparato a rinnovare e adattare la loro strategia di business con flessibilità per sfruttare un maggiore potenziale di crescita all’estero. E non devono andare troppo lontano, il paese è circondato da mercati in crescita. Già oggi, circa il 50% delle esportazioni è diretto verso l’Asia.
In questo senso è importante notare che il Pil non riflette necessariamente la solidità e le opportunità di crescita delle singole imprese. Il Giappone, come nazione, deve affrontare l’invecchiamento della popolazione e un debito pubblico ingente, ma le prospettive per molte imprese del paese sono piuttosto positive. Effettivamente il Giappone offre un valore eccezionale agli investitori che sono disposti a ricercare attivamente le società più brillanti.
Di Ernst Glanzmann, gestore del JB Japan Stock Fund di Swiss & Global Asset Management