UBI: le svalutazioni pesano, ma migliora la redditività

Ubi Banca ha chiuso il 2011 con una perdita di 1.841,5 milioni di euro, contro un utile di 172,1 milioni del 2010, a causa della svalutazione di avviamento e attivi intangibili per 2.190,9 milioni. Il risultato prima degli impairment evidenzia un utile di 349,4 milioni di euro (+97,1 sul 2010).

Il consiglio di gestione ha proposto il pagamento di una cedola di 5 centesimi ad azione, per un monte dividendi di 45,1 milioni di euro.
Nel 2011 il risultato della gestione operativa è salito del 2,1% a 1.048,7 milioni nonostante una leggera flessione (-1,7%) dei proventi operativi, attestatisi a 3.438,3 milioni di euro. In diminuzione le rettifiche di valore (perdite) su crediti, scese del 14,1% a 607,1 milioni. Nel quarto trimestre dell`anno tutte le voci di ricavo (margine di interesse, commissioni e risultato della finanza) hanno mostrato il segno più, facendo salire i proventi operativi del 9,2% rispetto all`anno precedente. La rettifica di avviamenti che hanno pesato sul risultato 2011, sono riferibili essenzialmente all`aggregazione fra Bpu e Banca Lombarda. Le svalutazioni, si legge nella nota, producono «effetti dal solo punto di vista contabile, non impattando sull`operatività gestionale del Gruppo, senza riflessi sulla liquidità e sui coefficienti patrimoniali (in quanto questi vengono già calcolati deducendo tutti gli attivi immateriali) o sulla redditività prospettica». Sul fronte della liquidità, grazie alle aste della Bce, Ubi dispone «della liquidità necessaria a far fronte alle scadenze istituzionali per l`intero biennio 2012-2013 (complessivamente 7,5 miliardi)». Ad oggi i finanziamenti presso la Bce ammontano a 12 miliardi mentre le attività liquide a 24,5 miliardi. 
Ubi Banca ritiene prevedibile per quest`anno «un`evoluzione sia pur leggermente positiva della redditività dell`attività ordinaria a fattori economici costanti». Inoltre, si legge nella nota sui conti 2011 «il Piano industriale 2011-2013/2015 è confermato nelle sue linee guida strategiche fondamentali, e non si ritiene di procedere ad un suo aggiornamento se non in presenza di una maggiore stabilizzazione del contesto». 
Ubi Banca esclude «qualunque nuova operazione di aumento di capitale» per raggiungere l`obiettivo di un core tier 1 del 9% a giugno di quest`anno, secondo quanto prescritto dall`Eba, l`autorità bancaria europea. Eventuali fabbisogni di capitale per raggiungere il target «che dovessero ancora residuare in base a valutazioni da effettuarsi al 30 giugno 2012, saranno coperti con la parziale conversione del prestito obbligazionario convertibile in essere». Al 31 dicembre 2011 il core tier 1 di Ubi Banca ammonta all`8,56%, il Tier 1 ratio al 9,09% e il Total Capital ratio al 13,50%. Gli indici rappresentano, si legge in una nota, «la chiara dimostrazione del successo di una politica pluriennale tesa al rafforzamento dello stato patrimoniale».
 
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