TYRRHENIAN LINK . COME FREGARE IL SUD IN NOME DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA
Redazione, 17 settembre 2023.
Di Ivan Monni 16 settembre sul blog sindipendente.com:
Sulla notizia dell’ok del ministero al Tyrrhenian Link dello scorso 12 settembre, quasi tutti i media sardi e statali hanno posto l’accento su parole come “modernità”, “efficienza”, “unione tra nord e sud”, ignorando o liquidando con poche righe la protesta nella comunità.
I media italiani hanno tralasciato completamente la protesta nei territori interessati.
Il risultato mediatico è devastante, in appena 30 secondi di passaggio in tv della notizia data in questo modo, entrando in tutte le case e, senza approfondimenti, viene creata l’associazione “Tyrrhenian Link” a qualcosa di positivo.
Breve riepilogo: Ricordiamo che il Tyrrhenian Link viene fuori dallo stesso decreto Draghi che, recependo le indicazioni europee, iniziava la transizione energetica.
Il problema è che l’Italia ha deciso di scaricare il peso ambientale della transizione principalmente su alcune “regioni”, tra cui la Sardegna.
Il Tyrrhenian Link è strettamente collegato all’installazione dell’eolico, altrimenti la produzione in eccesso andrebbe sprecata non trovando la via di sbocco.
La questione Tyrrhenian Link non si può analizzare in maniera isolata dall’assalto eolico, chi fornisce questa interpretazione è miope o in mala fede.
Ricordiamo ancora una volta le dichiarazioni di Terna: “una rete che consenta di prelevarla dove viene prodotta e di portarla dove viene consumata, sostanzialmente quindi da Sud verso Nord, dove si concentra la maggior parte dei consumi civili e industriali“.
Per capire come la notizia è stata confezionata dai media prendiamo Il Sole 24 ore: Terna, via libera al tratto ovest del Tyrrhenian Link
Giuseppina di Foggia, AD Terna:
1 – […] “ci permette di realizzare una infrastruttura strategica per il nostro paese, come dimostra la rapidità con cui è stata autorizzata dal ministero, frutto di una proficua e continua collaborazione tra Terna e le istituzioni “
continua:
2 – “è il risultato degli importanti interventi di semplificazione autorizzativa introdotti negli ultimi anni e della efficace attività di consultazione dei territori interessati.”
3 – È inoltre un “effetto del lavoro sinergico tra il ministero con Terna e con le amministrazioni regionali coinvolte“, ha aggiunto il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica […]
Il punto 1 (“collaborazione tra Terna e le istituzioni“) contiene delle gravi inesattezze: il sindaco di Selargius per due anni ha portato avanti la pratica in solitaria, senza coinvolgere il consiglio comunale, lasciando scadere il tempo per opporsi. Ancora oggi il consiglio comunale non si è pronunciato sulle compensazioni.
Il punto 2 è più farsa che tragedia: (“consultazione con i territori“) l’incontro con la popolazione è avvenuto con un meet online senza aver pubblicizzato sufficientemente l’evento, a cui hanno partecipato 3 persone su una popolazione di quasi 30.000 abitanti. L’opposizione ha dichiarato di non essere stata messa al corrente. Nessuno aveva avuto sentore dell’enorme impatto sul territorio, anche perché i progetti sono rimasti sconosciuti per parecchio tempo, così come la dimensione dell’ondata eolica che da lì a poco sarebbe arrivata in Sardegna.
Quando la popolazione è stata informata è scoppiata una rivolta popolare.
Per la parte in cui la giornalista dice “importanti interventi di semplificazione autorizzativa” bisogna leggere come: tolte prerogative alla Regione Sardegna, svuotando lo statuto autonomistico (ormai inadeguato) con una legge ordinaria.
Il punto 3 è un tecnicismo antidemocratico: la Regione ha firmato l’intesa in fretta e furia, ma è un atto che non è passato per il voto dei rappresentanti del consiglio regionale, cioè i nostri rappresentanti diretti, quelli che democraticamente dovrebbero rappresentarci. Non è stata nemmeno firmata da Solinas, ma dal vicepresidente Fasolino.
Fin qui le bugie, ma c’è di peggio. Nella narrazione non è fondamentale quello che viene detto, piuttosto quello che non viene detto: delle contestazioni, della protesta che sta montando in Sardegna, non si è detto una parola. Cancellando, con una potenza di fuoco enormemente squilibrata, in pochi secondi il lavoro informativo capillarmente e quotidianamente svolto dai Comitati, da alcuni Sindaci, dalle associazioni e dai partiti indipendentisti o dell’autodeterminazione.
Qui trovate un resoconto dell’ultima manifestazione del 14 settembre
(su cui invece, per forza di cose, l’interesse dei media sardi c’è stato).