Tutti i nodi della Banca del Mezzogiorno
Da un punto di vista economico, il progetto di Banca del Mezzogiorno che ha visto le Poste Italiane protagoniste, assieme al Mediocredito Centrale, ha un passo troppo lento, come ritengono ambienti finanziari, e una bassissima operativita`.
Le Poste Italiane sono forti di una rete di 14 mila sportelli in Italia e, secondo esponenti del mondo del credito, con questa operazione hanno fatto Bingo, perche` attraverso la Banca del Mezzogiorno hanno acquisito la licenza bancaria utilizzando l`operativita` derivante dal Mediocredito Centrale. Ma sarebbe necessaria una colossale iniziativa di investimento in formazione del personale, che diviene anche solo difficile immaginare in un periodo di congiuntura economica come quella attuale.
Cosi` le Bcc hanno sostanzialmente archiviato assieme alle Banche Popolari il progetto di adesione alla Banca del Mezzogiorno. La loro partecipazione era infatti legata alla possibilita` di detenere la maggioranza della nuova realta` bancaria. Nessun interesse piu` da parte delle Bcc e delle Banche Popolari una volta che la maggioranza del capitale della Banca del Mezzogiorno e` andata al Mediocredito Centrale e alle Poste Italiane.
Adesso non c`e` partita, spiegano ambienti ben informati interpellati dall`Asca. Il dossier non e` piu` sul tavolo, perche` tutto il progetto ha poi preso una piega differente da come era stato immaginato, per esempio da Alessandro Azzi da anni alla guida delle Bcc, disponibile a giocare tutte le carte per fare rivestire pero` al mondo del credito cooperativo un ruolo strategico e non minoritario.
Sul fronte della politica economica, Il governo Monti non si e` mai espresso a proposito della Banca del Mezzogiorno, almeno ufficialmente, mentre sotto il profilo dei numeri, a fine luglio l`istituto aveva finanziato circa 96 milioni di euro alle imprese, una cifra che si confronta con quella ben piu` consistente dei 3,5 miliardi messi a disposizione dal Mediocredito Centrale attraverso il Fondo di Garanzia per le pmi, segno che e` ancora lo stesso Mediocredito Centrale l`istituzione diretta a favorire i finanziamenti alle pmi.
Sul fronte dei conti la semestrale della Banca del Mezzogiorno mostra ``una maggiore incidenza dei costi operativi sostenuti in termini di costo del lavoro sia in termini di prestazioni che per l`avvio delle nuova operativita` della banca``, e d`altra parte una tenuta del margine di intermediazione anche per effetto ``della maggiore contribuzione del margine di interesse per gli impieghi di tesoreria``.
L`utile di periodo e` pari a 1,5 milioni di euro contro i 3,4 milioni dello stesso periodo del 2011, cioe` e` piu` che dimezzato. Ma la contrazione dell`attivita` economica dovuta alla crisi finanziaria internazionale, ha determinato in generale una revisione verso il basso delle prospettive di crescita dei prestiti.
La Banca del Mezzogiorno entro il 30 settembre vedra` completata la migrazione dall`infrastruttura teconologica di Unicredit a quella di Poste Italiane.
Dall`inizio del 2012 la Banca ha avviato la nuova operativita` che si basa oltre che sulla rete di sportelli postali, estremamente capillare al sud, anche dei Confidi e delle principali banche che operano sul territorio con le quali la Banca del Mezzogiorno ha sviluppato accordi distributivi per operazioni di co-finanziamento.
A gennaio 2012 sono stati avviati 8 uffici pilota a Cagliari, Chieti, Cosenza, Napoli, Bari, Campobasso, Potenza e Palermo. La struttura della Banca del Mezzogiorno prevede poi in linea con l`autorizzazione della Banca d`Italia 250 uffici distribuiti sul territorio di cui ben 73, il numero piu` alto, in Sicilia, 66 in Campania, 49 in Puglia, 23 in Abruzzo, 18 in Calabria, 16 in Sardegna, 3 in Basilicata, 2 in Molise. Le richieste di finanziamento per un importo di 57,5 milioni sono state 489 di cui sono stati deliberati positivamente importi per soli 2,8 milioni di euro. Dal 20 luglio la Banca del Mezzogiorno ha rilevato timidi segnali di ripresa delle richieste di fondi con le 680 pratiche registrate. Per quanto riguarda l`operativita` futura la mission sara` affidata a politiche creditizie declinate regionalmente, al fine di tenere nel massimo conto le specificita` geo-settoriali del mercato di riferimento, interagendo anche con i distretti industriali e le reti di impresa, come e` ben esplicitato in un documento.