Tutti gli errori delle banche, dal credito al mattone

I 100 miliardi alle banche spagnole promessi dall`Europa sono l`ultimo intervento, in ordine di tempo, per arginare una crisi che sta esplodendo improvvisa e traumatica tra le economie deboli del Vecchio Continente.

Il boom edilizio della penisola iberica è uno dei volti di questa crisi che ora fa tremare le banche e i loro investitori.

Madrid non vuole che si parli di salvataggio. Ma resta il fatto che senza quegli aiuti le difficoltà delle banche diverrebbero subito problemi dell`economia reale. L`economista Jose Carlos Diez prova a dare una lettura della situazione spagnola. «Per una nazione è una brutta notizia ricorrere a un prestito internazionale. Non è una situazione ideale perchè normalmente un Paese non dovrebbe avere problemi a immettere liquidità nel mercato. Ma ci saranno delle conseguenze». «Al momento la Spagna è in uno stato di confusione perchè fino poco tempo fa il governo diceva che non avrebbe chiesto aiuti, e poi è finito col farlo».In cima a tutto questo c`è tutta una discussione sull`uso della parola salvataggio: salvataggio o non salvataggio? È questo che crea confusione. La sola cosa che gli spagnoli vogliono è che cali la disoccupazione e ritorni la crescita.

L`economista è abbastanza pessimista sul futuro della penisola iberica. «Se va nello stesso modo in cui è andata per altri paesi che hanno chiesto aiuti, dove anzichè un miglioramento della situazione c`è stata la fuga degli investitori, penso che anche in Spagna le cose peggioreranno. Perchè gli aiuti si trasformerebbero in una maledizione: il nostro accesso al credito sarebbe sempre più limitato, le imprese chiuderebbero, la gente verrebbe licenziata. E l`effetto palla di neve, senza soluzione e senza fine».

Articolo tratto da Il Sole 24 Ore

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