TUTTA L'ITALIA COINVOLTA SI STA MOBILITANDO CONTRO LE "PALLE" EOLICHE.

TUTTA L'ITALIA COINVOLTA SI STA MOBILITANDO CONTRO LE "PALLE" EOLICHE.

Giannina Puddu, 16 marzo 2024.

Sulla scrivania del prof. dott. Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica nel governo Meloni dal 22 ottobre 2022, si stanno accumulando grandi quantità di esposti contrari all'installazione di "Parchi" eolici in arrivo da tutta Italia.

Tanto che dovrà rafforzare il suo organico e, soprattutto, coinvolgere il Governo per l'esame urgente e non rinviabile di una situazione che sta diventando esplosiva e che rischia di degenerare.

Urge una nuova, ragionata, aggiornata e adeguata posizione politica che risponda, con una determinazione italiana, ai dictat della Commissione europea e dell' "agenda" 2030.

C'è una sproporzione enorme tra la responsabilità climatica italiana e il peso delle misure che l'Italia dovrebbe sopportare per il bene del clima globale.

Our World in Data, sito web di statistica, ha assegnato all’Italia il  diciannovesimo posto con 355.454.172 tonnellate di Co2 emesse nell’aria ogni anno.

I maggiori inquinanti globali, sono, nell'ordine:  la Cina, gli Stati Uniti e l’India, seguiti da Giappone, Germania, Iran, Arabia Saudita, la Corea del Sud, Canada e tutti gli altri, sempre meno colpevoli di contribuire al cambiamento climatico sulla terra, ammesso che questo sia imputabile a causa antropica, ipotesi sconfessata da imminenti scienziati.

Tra l'altro, quando l'osservazione statistica si sposta sul lato della produzione di CO2 pro-capite dagli aggregati nazionali, l’Italia scivola verso la parte bassa della classifica fino al 61° posto.

In sostanza, per il clima terreste, ciò che fanno gli italiani in Italia ha un peso pressochè ininfluente.

Ciononostante, la Commissione europea vuole imporci di devastare il nostro territorio traffiggendolo con Pale eoliche, soffocandolo con distese di pannelli solari.

Mentre, chi ci governa dandosi il turno, accetta il massacro pianificato della nostra terra ed il suo totale e definitivo stravolgimento.

La progettazione di un nuovo inferno che risponde solo alla logica della speculazione finanziaria, che non ha niente a che fare con la tutela dell'ambiente ma che, anzi, ne attua la distruzione attuale e futura.

L'Italia è una Nazione ricchissima di biodiversità, ha il più grande patrimonio archeologico e artistico mondiale, ha una bellezza naturale diffusa e variegata, ha la capacità di produrre cibo di altissima qualità. 

Ovunque, in Italia, si sta diffondendo la voce popolare contraria, sostenuta, spesso, dalle istituzioni locali costrette ad un alto grado di sensibilità.

Contro la realizzazione del Parco eolico in Valmarecchia, nell'entroterra di Rimini, sono state raccolte le firme di numerosi esponenti della cultura e delle associazioni.

Il progetto di un impianto sull’Appennino tra Toscana ed Emilia-Romagna, definito “un’enorme bolla speculativa legata all’industria eolica".

Spiegano: "siamo ad oggi arrivati a circa 60 aerogeneratori di grande taglia previsti a seguito di abbattimenti di ettari di bosco e a ridosso di nuclei storici, aree naturali protette e a zone di dissesto idrogeologico”.

Che si tratti di "Palle" eoliche è dimostrato anche da questa evidente incoerenza, capace di sfidare anche le intelligenze più deboli.

Noto che i boschi assorbono enormi quantità di anidride carbonica e che il bosco fornisce un contributo essenziale alla tutela del clima, non si può tollerare il disboscamento per sostituire il bosco con palle eoliche...

Nei primi giorni di marzo, il Comune di Sorano, in provincia di Grosseto, ha depositato il suo parere negativo contro il progetto di impianto eolico in località Rempillo nel comune di Pitigliano.

Deposito fatto presso gli uffici della regione Toscana,  nell’ambito delle procedure di cui alla parte seconda del D.Lgs 152/2006 e alla L.R 10/2020, sottolineando l’ enorme impatto ambientale che il progetto avrebbe su un'area paesaggistica di interesse pubblico, sui beni culturali e sulla vasta area di terreni agricoli e naturalistici pregiati del pitiglianese, del soranese e del confinante terreno laziale.

Proprio per oggi, è previsto un  sit-in  a Porto Miggiano, nel comune di Santa Cesarea Terme, in provincia di Lecce,  con indirizzo  al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, contro l pioggia di  istanze di insediamento lungo le coste dal Salento al Gargano”.

Paolo Pagliaro,  presidente del Movimento regione Salento contro le centrali eoliche offshore, ha dichiarato: siamo favorevoli alle rinnovabili e pronti a dare il nostro contributo alla produzione di energia, ma abbiamo già sacrificato troppo del nostro patrimonio di bellezza all’eolico e al fotovoltaico selvaggi, e non consentiremo ulteriori sfregi.

Protesta sui Monti Dauni, in provincia di Foggia: tutti contro l’impianto eolico tra Carlantino e Celenza Valfortore, impianto che la società intestataria del progetto, la potentina Rinnovabili Sud Due srl, avrebbe avviato senza interfarciarsi con le realtà locali, come sta accadendo in tutta Italia.

Le associazioni locali si sono rivolte al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e alla Regione Puglia chiedendo di bocciare il progetto del nuovo parco eolico.

Hanno scritto che  l’impianto “causa la modificazione del paesaggio in cui la vegetazione spontanea viene sostituita principalmente dalle colture erbacee (cerealicole e ortive). Tale processo causa un notevole impoverimento di specie e habitat. Non solo, le opere in progetto potrebbero potenzialmente interferire con le specie animali all’interno del sito, in particolar modo durante il periodo della riproduzione”.

Cittadini ed istituzioni locali si sono mobilitati per fermare il mega impianto eolico che dovrebbe sorgere tra i monti  Giarolo e Panà, Roncasso Chiappo e Boeglio  nelle valli Borbera,  Curone e Staffora.

Un paesaggio incontaminato condiviso dal Piemonte e dalla Lombardia.

La minaccia è arrivata da una società bresciana, la “15 più energia”  che ha presentato un progetto che prevede di installare 20 torri eoliche  alte 209 metri. 

La pratica è ferma al solito ministero dell'ambiente e....,  in attesa di nuova documentazione chiesta alla società interessata.

Nel 2010, pare essere naufragato sotto la spinta della dura protesta locale, il progetto di un impianto eolico che era previsto nel Passo San Marco in Valtellina al confine bergamasco.

Al blocco del progetto seguirono 7 arresti di esponenti dell'amministrazione locale con l’accusa di una serie di falsi, della promessa  di modificare il piano insediamenti produttivi comunale di eseguire “gravi pressioni” nei confronti dei proprietari di terra per "convincerli" a vendere e pure ad un prezzo pari a circa il quinto del valore commerciale.

Il 2 aprile 2023, si è svolto un sit-in nelle campagne di Castel Giorgio, contro la  la costruzione di una grande stazione elettrica destinata ad ospitare l’energia prodotta dagli impianti eolici e fotovoltaici dell’Alto Lazio e dell’Orvietano.

Previste sette pale alte 200 metri sul territorio dei comuni di Castel Giorgio ed Orvieto, al confine con il Comune di Bolsena, zone di beni culturali e paesaggistici di rilievo.

Si sta alzando il tono della protesta popolare contro il progetto del parco eolico OrgosoloOliena, cocepito  dalla Scirocco Prime SRL di Taranto.

Previsti 11 aerogeneratori e un sistema di accumulo di energia nel territorio di Nuoro, con torri di altezza massima complessiva superiore a 200 metri, per una potenza totale di 109,8 MW. 

I tavoli dei sindaci sardi sono invasi da centinaia di progetti di impianti eolici, numerosi i sindaci dichiaratamente contrari che si stanno unendo per respingere l'assalto con il sostegno delle popolazioni locali sempre più consapevoli del rischio che incombe.

E' certo che non si può salvare l'Ambiente passando attraverso la distruzione dell'Ambiente.

"Pulire" le fonti di energia è un sano obiettivo che va perseguito in modo altrettanto  sano, azzerando le fauci insaziabili della finanza internazionale che, di fatto, oggi sta muovendo ogni filo della finta trasformazione green per spingere la posa di migliaia di ettari di pannelli fotovoltaici e di migliaia di pale  eoliche al solo scopo di maturare utili, in un percorso imprenditoriale unico, privato della naturale componente di rischio che trasforma le pale eoliche in evidenti "palle" eoliche.

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