TODDE "DECADUTA", MA NON HA ANCORA TOCCATO TERRA E POTREBBE RIPRENDERE A VOLARE...
Giannina Puddu, 5 gennaio 2024.
La "decadenza" di Alessandra Todde dal vertice di governo della regione Sardegna, è una grande notizia di questi primi giorni del 2025, sia sulla stampa locale che su quella nazionale.
In verità, per chi segue le vicende dall'interno, il fatto era atteso giacchè si sapeva che non avesse nominato il "mandatario", nomina prevista con obbligo di legge, per la tenuta contabile delle donazioni ricevute per finanziare la sua campagna elettorale e dei costi sostenuti.
I fatti elencati, come sue ulteriori colpe quale, ad esempio, la mancanza di un conto corrente di transito delle sue entrate e uscite in campagna elettorale, sono solo conseguenze dirette della mancata nomina del mandatario.
Altrimenti, per allungare il brodo, sarebbe come dire che non ha la macchina, non ha le ruote della macchina, non ha il volante della macchina, etc...
Poco dopo la sua nomina come governatore della Sardegna, durante un'intervista, lei aveva detto di essere molto soddisfatta per avere finanziato la sua campagna elettorale con soldi per la gran parte suoi, garantendosi, dunque la libertà di agire nello svolgimento del suo incarico.
Ed io, le credo. Mi è capitato di finanziare mie battaglie nell'interesse pubblico con i miei soldi, dunque so che è possibile e che non posso pensare di essere l'unica.
Il punto, però, è un altro.
Il punto è come si spende la libertà di azione politica dopo averla conservata.
La Sardegna, a dispetto delle storiche narrazioni mistificanti, è una regione ricchissima ed avrebbe un enorme potenziale economico da esprimere se potesse prevalere la volontà politica di svilupparlo con progetti adeguati e non bruciando le risorse, anche finanziarie, che sono piovute copiose qui e senza produrre pubbliche utilità.
La maggiore ricchezza sarda sta nel grande "spazio" che la caratterizza, abbinato ad una bassa densità di popolazione.
E non si tratta di uno spazio qualunque, ma di uno spazio nel quale la bellezza è una costante che assume forme, profumi e colori diversi che sollecitano i sensi di chi guarda, rapito dal talento ineguagliabile di Madre Natura che, in questo lenzuolo di terra steso in mezzo al mare, ha dato il meglio di sè.
La libertà d'azione che Alessandra Todde si è garantita autofinanziando la sua campagna elettorale dovrebbe essere spesa per conservare la purezza e l'integrità di questo bene primario dell'isola, anche a costo di uno scontro frontale con Roma.
Mentre invece, Todde si è appiattita sui dictat Draghi, precedenti e successivi motivati con "la pubblica utilità" della transizione energetica che, se applicati, sarebbero devastanti per lo spazio sardo.
La transizione energetica, nel solo significato serio che le si può attribuire, come obiettivo di emanciparci dalla dipendenza dalle fonti energetiche di natura fossile è, assolutamente, condivisibile in quanto sappiamo delle loro capacità inquinanti.
Così come sappiamo che nei primi anni del '900, nessuno aveva l'Alzheimer, nessuno moriva di Leucemia o di cancro al colon-retto e l'Istituto Italiano dei Tumori riscontrava i decessi per tumori solo nei lavoratori del catrame e dell'arsenico, mentre i contadini ne erano totalmente immuni.
La lavorazione e l'utilizzo delle materie prime fossili possono essere sostituiti, anche per la produzione di energia, con tecnologie diverse e già disponibili.
Le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici sono soluzioni "green" solo dal punto di vista di chi li produce, di chi li installa e di chi li mette in produzione pensando al colore verde dei dollari che incassa.
Abbiamo anche già visto che il conto economico dei cosiddetti sviluppatori non sta in piedi e che ha necessità del puntello di ingenti incentivi pubblici, tanto che, dove questi mancano, rinunciano al business.
Ma c'è una linea guida imposta per cui, nonostante tutte le debolezze dei sistemi eolici e fotovoltaici, i politici accettano, a cascata, di sacrificare i territori, agendo da puri esecutori, senza opporsi.
Questo modo di agire non è azione politica ma è sudditanza gerarchica passiva che mina, alle fondamenta, il sistema democratico che prevede che si dia conto al Popolo e non al gerarca di rango superiore anche quando la spari grossa come nel caso.
E' su questa "bilancia" che si dovrebbero posare e pesare i comportamenti di Alessandra Todde così come quelli di chiunque altro al suo posto, in passato o in futuro.
Il fatto che non abbia nominato il mandatario è, formalmente, una sua diretta responsabilità ma, suona molto più grave la leggerezza di chi, nella sua alleanza, avrebbe dovuto garantirle tutto il supporto necessario evitandole inciampi da principiante come questo.
Non saprei che farmene di qualunque "Governatore" che, pur diligente sul piano formale, adotti politiche di vessazione di questa Terra.
La storia della devastazione e della compressione economica della Sardegna ha origini lontane nel tempo e tutti i sardi la conoscono ed hanno anche imparato che sia le formazioni politiche di "destra" che quelle di "sinistra" hanno interpretato molto male il loro ruolo rendendosi complici del visibile flagello dell'isola, già in parte realizzato.
Per la Sardegna, questo è un momento delicato che non può sopportare i tempi e la bagarre di un così prematuro avvicendamento al vertice.
La Sardegna deve essere governata e non sgovernata per il lungo periodo di una nuova campagna elettorale, del succesivo voto e del nuovo insediamento.
Anche perchè, credo che, nel frattempo, gli iter di autorizzazione dei nuovi impianti eolici e fotovoltaici andrebbero avanti, agevolati proprio dalla fase di interregno.
La priorità di questa Terra è la salvezza di questa Terra ed il tempo è la variabile da tenere sotto controllo stretto.
Se lasciamo che lo spazio sardo sia esposto all'assalto indiscriminato degli sviluppatori di questi impianti, non avremo più uno spazio sul quale costruire il futuro dell'isola mettendo a frutto, finalmente, tutta la sua ricchezza.
Chi sta già scalpitando per far "decadere" Todde sulla punta di spillo di una leggerezza formale, spingendo verso nuove elezioni per prendere il suo posto, o comunque, sistemarsi nella comoda poltrona del Consiglio regionale, sta insultando l'intelligenza politica dei sardi e sta approfittando dell'ingenuità di alcuni tra loro.
Questa è azione politica sleale che inquadra nella lista dei non-votabili, nè subito, nè mai, tutti quelli che oggi spingono nella direzione del nuovo voto.
Da ciò che mi risulta, l'unico consigliere regionale che ha avuto, fin qui, le palle per opporsi alle politiche toddiane su aree idonee, non idonee e pasticci vari che ruotano intorno a questo tema, è Alessandro Sorgia che è già in Consiglio regionale e non ha bisogno di spingere per candidarsi e arrivarci, mandando nel caos l'isola con un nuovo voto a breve.
Si leggono nomi di altri esponenti politici regionali che gridano "al lupo" per cacciare Todde, ma gli stessi non si sono mai visti a sostenere i presidianti al porto di Oristano o a manifestare o opporsi strenuamente per salvare dalla distesa di pannelli solari cinesi, centinaia di ettari di terre sarde, prima immacolate.
Non si può tornare a votare, così, su una punta di spillo, neanche per questo motivo.
Non è visibile una nuova classe dirigente, alternativa all'attuale, che abbia dimostrato sul campo il suo impegno concreto per la difesa di quest'isola.
Non si vedono risultati tangibili, non c'è traccia di obiettivi raggiunti che possano indurci a votare convinti del fatto che i neo candidati siano capaci di governare quest'isola nel pieno rispetto della sua storica identità.
E' finito il tempo delle promesse elettorali che poi si dimenticano e si tradiscono quando le chiappe sono ormai nel morbido e al calduccio.
Il metodo deve essere capovolto: prima agisci, dimostri cosa sei capace di fare e ottieni risultati e, solo dopo, ti voto per eleggerti conferendoti la carica per cui ti candidi.
Nei decenni, hanno governato sia i destri che i sinistri e lo stato in cui versa la Sardegna è, semplicemente, indegno, sotto ogni profilo, per responsabilità tutte ascrivibili a loro, senza distinzione.
Sorgia, al momento, appare come la "mosca bianca" che si staglia nel vuoto politico assoluto che lo circonda e da solo non può bastare per il nuovo governo di un'intera regione, tutta da riformare come questa caratterizzata da un fitto intreccio di torbidi interessi privati che si sono nutriti del sangue dei sardi con l'etica delle zecche.
Alessandra Todde, Presidente della Regione Sardegna, ha ancora molto tempo davanti a sè, sia per farsi perdonare le sue negligenze formali che, soprattutto, per governare e non per sgovernare questa Terra camminando sopra la voce dei sardi che si è già levata più volte innanzi alle sue orecchie sorde.
Dovrà essere giudicata per questo e se dovrà "decadere" anzitempo, che sia per aver deluso le aspettative di chi l'ha votata e di chi, comunque, se l'è trovata a capo della regione.
A pochi mesi dal suo insediamento non è maturo il tempo per fare bilanci, questa "vergogna" dovrebbe rappresentare, per lei, una sorta di spartiacque, segnando un prima e un dopo.
Cominci ad ascoltare la voce dei sardi e di tutti i sardi a partire da Luigi Salis che oggi pomeriggio è tornato al porto di Oristano per confermare la sua assoluta contrarietà agli impianti eolici in Terra sarda.
Non sia disposta ad accogliere solo quelli che "le portano di peso", sponsorizzati da qualcuno che le ronza intorno come fanno le fastidiose mosche d'estate.
Ascolti la vera voce sarda, quella pulita come l'acqua delle sorgenti, non sia altezzosa e agisca per lasciare un buon ricordo di sè, modificando il percorso con una forte virata nella direzione giusta.
E' un esplicito invito, Alessandra Todde, lei ha appena iniziato il suo percorso di governo, da "nuorese" che lei è e che non può ignorare di essere nonostante la sua vita vissuta altrove per molti anni, spenda la sua libertà ed il suo mandato per diventare il miglior Presidente della storia della Sardegna.
Se solo lo volesse, lei sarebbe ancora in tempo, difenda la sua terra, dopo la valorizzi e crei le condizioni affinchè i giovani sardi che se ne sono andati per mancanza di occupazione, tornino ad occuparsi qui e con grande soddisfazione professionale ed economica.