Tobin Tax di nuovo sulla graticola

Proprio qualche giorno fa Mario Lettieri e Paolo Raimondi, editorialisti di Ifanews ci raccontavano: `la Commissione europea ha recentemente dichiarato il suo sostegno alla proposta di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie (TTF), a volte chiamata anche Tobin tax. All’inizio di ottobre, 11 paesi dell’Unione europea e della zona euro, tra cui Germania, Francia e Italia, hanno annunciato l’intenzione di applicare la regola della “cooperazione rafforzata” per rendere operativa ed efficace tale tassa nei paesi firmatari dell’accordo, anche senza l’adesione unanime di tutta l’Ue`. Ma la realtà, ancora una volta, ci mostra la totale mancanza di decisione del fantoccio Europeo.

Come riportava ieri Asca, tra i ministri dell`Economia e delle Finanze dei paesi Ue prevalgono i dubbi e le divergenze e quindi una decisione definitiva appare lontana. Non era atteso alcun accordo sull`introduzione della tassa, ma i Paesi Bassi hanno rilanciato con forza il dialogo.

Il ministro delle finanze olandese, Jeroen Dijsselbloem, sta valutando di aderire al gruppo degli unici paesi hanno l`impegno a dotarsi della Tobin tax (Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna). Dijsselbloem condiziona un`eventuale partecipazione al progetto a tre fattori: gli introiti non dovranno finire nelle casse dell`Ue ma in quelle degli Stati, l`impatto della tassa dovra` essere ``proporzionato`` e non dovra` avere ricadute sulle pensioni olandesi.

Permane lo scetticismo di Gran Bretagna, Polonia e Malta, che temono conseguenze negative e vogliono avere garanzie che un`eventuale introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie non abbia sia ``penalizzante``, soprattutto per le proprie piazze affari.

Algirdas Semeta, commissario europeo per la Fiscalita` e l`Unione doganale, ha esortato a fare in fretta e a trovare un`intesa. ``Un approccio comune e` preferibile a una posizione non omogenea``. Ma gli Stati membri non sembrano ancora un`intesa neppure sul calendario: solo Germania e Belgio hanno chiesto di fare in fretta, con il ministro dell`Economia belga, Steven Vanackere, che vorrebbe chiudere ``entro la fine dell`anno``.

Ancora da risolvere gli aspetti piu` critici relativi al meccanismo unico di supervisione bancaria: va garantito uguale trattamento dei paesi non dell`Eurozona che intendono aderire, e va capito come fare da un punto di vista giuridico. Inoltre vanno stabilit i tempi dell`entrata in vigore del meccanismo di supervisione. ``La fretta e` una cattiva consigliera``, ha scandito il ministro delle Finanze dell`Austria, Maria Fekter. Michel Barnier, commissario europeo per il Mercato interno, ha precisato che dall`1 gennaio la Bce, se vorra`, potra` gia` intervenire in soccorso della banche che lo richiederanno.

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