TIMORI PER LA CRESCITA: MERCATI SOTTO TENSIONE

Milano, 4 marzo 2025. A cura del Team di Gestione Pharus.
I mercati finanziari continuano a inviare segnali contrastanti, ed in particolare negli Stati Uniti il timore di un rallentamento della crescita domina il sentiment, portando i mercati azionari globali a chiudere la settimana in calo di circa l`1%.
Negli Stati Uniti gli annunci continui di nuovi decreti presidenziali dall'amministrazione Trump creano un po’ di rumore e di confusione creando incertezza sui mercati soprattutto sul tema dei dazi.
Trump ha annunciato che i dazi su Canada e Messico entreranno in vigore il 4 marzo, anziché il 2 aprile, mentre la Cina subirà un ulteriore aumento del 10% sulle tariffe esistenti, con gli investitori che iniziano a prezzare un possibile scenario di rallentamento della crescita economica.
I mercati sono inoltre rimasti scossi dalla lite di venerdì nello Studio Ovale tra Trump e Zelensky che rende l’indipendenza strategica dell’Europa una priorità.
A beneficiarne sono soprattutto i bond governativi in particolare americani con il rendimento dei Treasuries che arriva al 4.2%, ormai in discesa da cinque settimane consecutive.
Nonostante dati macro abbastanza in linea alle attese, il mercato sembra tuttavia più concentrato sui rischi di rallentamento dell’economia e si chiedono se Trump 2.0 potrebbe deprimere l'economia, prima di stimolarla.
Questo ci ricorda come sui mercati le narrative cambino davvero molto velocemente se pensiamo che secondo la fund management survey di Bank of America, uscita settimana scorsa, solo il 6% dei gestori intervistati ha considerato lo scenario di recessione come uno tra i possibili per il 2025 ed il 36% invece (sui massimi degli ultimi due anni) non si attendeva nessun rallentamento.
Anche gli investitori azionari sono diventati invece molto cauti negli ultimi giorni.
Il sondaggio sul sentiment dell'American Association of Individual Investors (AAII) ha mostrato che il 61% degli intervistati è ribassista, la lettura più alta di sempre rispetto al livello di drawdown del mercato che si trova solo ad un 3% dai massimi.
In sostanza, le persone non sono mai state così spaventate da una correzione così piccola nei prezzi di mercato. Un pessimismo diffuso che può essere interpretato come rialzista in prospettiva contrarian di più ampio respiro.
La stagione degli utili continua ad evidenziare un andamento più forte per le società europee rispetto a quelle americane, non tanto sui risultati 2024 ma soprattutto sulle aspettative per il 2025, dove le aziende europee hanno dato indicazioni migliori, grazie anche al dollaro che aiuta gli esportatori e ad aspettative meno sfidanti rispetto alle controparti d’oltreoceano.
Il risultato è un andamento della stima degli utili per il 2025 divergente con utili in Europa rivisti leggermente al rialzo, mentre in USA una leggera revisione al ribasso.
Negli Stati Uniti c’era molta attesa per la trimestrale di Nvidia che ha riportato numeri molto buoni e crescite superiori al 50% su tutte le linee, ma come sempre sui mercati quello che conta non sono tanto i risultati quanto le aspettative, che nel caso di Nvidia erano (e sono tutt’ora) molto sfidanti per essere battute, così sul titolo abbiamo avuto delle prese di beneficio ed un calo superiore all`8% nel giorno successivo alla pubblicazione dei numeri.
Il ciclo degli utili negli Stati Uniti rimane in vigore, come abbiamo evidenziato varie volte, con gli utili del quarto trimestre in crescita del 13% su base annua, ma il rischio di una sopravalutazione Basata su Stime Irrealistiche esiste ed è concreta.
Gli analisti prevedono un’espansione degli utili intorno al 13% all’anno per i prossimi due anni, parliamo di crescite non impossibili da realizzare ma affinché queste previsioni si realizzino, anche la crescita economica dovrebbe accelerare drasticamente.
Tuttavia, le attuali condizioni macroeconomiche – caratterizzate da tensioni tariffarie, riduzioni della spesa pubblica e un rallentamento del mercato del lavoro – rendono questo scenario sfidante. Di conseguenza, è forse più probabile nel breve termine un ridimensionamento delle stime, che in effetti stiamo già iniziando a vedere in America.
L'attenzione del mercato sembra essersi spostata sui mercati internazionali, vale a dire Europa e Cina, dove stiamo anche assistendo a revisioni a rialzo degli utili.
L'indice MSCI Europe è in rialzo di oltre il 10% da inizio anno, con aspettative crescenti che l'Europa non abbia altra scelta che badare a sé stessa economicamente e geopoliticamente.
Ciò significa molta più spesa per la difesa e le catene di fornitura in generale, con gli investitori che stanno scontando una politica industriale più proattiva e stanno premiando soprattutto i titoli appartenenti al settore della difesa.
Anche la Cina si è svegliata. L'indice MSCI China è ora tornato ai livelli visti l'anno scorso, quando si è iniziato a parlare di stimoli, e il rapporto P/E forward è salito di 4 punti dal suo minimo del 2024.
In sintesi: Il mix tra rendimenti obbligazionari in calo, curva piatta e vendite azionarie segnala che il tema del rallentamento economico è tornato nelle valutazioni del mercato.
La prossima fase dipenderà da come la Fed e il governo risponderanno a queste pressioni. Le incognite restano elevate a fronte di aspettative di crescita utili che restano sfidanti per molti settori all’interno soprattutto del mercato americano.
La prudenza sarà chiave per navigare l’attuale incertezza macroeconomica, continuiamo ad evitare le aree di mercato americano dove le aspettative restano molto elevate, e preferiamo in USA un’allocazione sui settori difensivi che si trovano a sconto valutativo.
In generale agli USA Continuiamo a preferire I mercati internazionali, con opportunità in Cina ed Europa, che si trovano a valutazioni più ragionevoli ed in una fase di revisione a rialzo di utili che potrebbe supportare ulteriormente la loro ripresa.