TELECOM ITALIA. LA DEVASTAZIONE, DOPO LA PRIVATIZZAZIONE DEL 1997
Redazione, 10 novembre 2023.
Le foglie cadono nell'autunno che sembra la stagione scelta dal "potere", in Italia, per far cadere anche i pilastri su cui poggia, o poggiava, la nostra solidità economica.
Come oggi, a novembre, con il nostro Governo Meloni che approva la cessione di TIM al fondo speculativo americano KKR, era l'ottobre 1997 quando il Governo Prodi attuò la privatizzazione di Telecom Italia che mai avrebbe dovuto essere fatta.
Il Ministero del Tesoro di allora, con a capo Carlo Azeglio Ciampi, rinunciò a gran parte della sua quota azionaria prevedendo un "nocciolo duro" (ma, guidato dalla famiglia Agnelli) che, invece, si rivelò molle...
Da allora, sul corpo di Telecom Italia, c'è stato un vero assalto che ha generato una moltiplicazione di realtà industriali con altrettanta moltiplicazione dei costi di gestione e debiti ingenti.
In molti hanno speculato e si sono arricchiti sulla carne di Telecom Italia, consiglieri di amministrazione, dirigenti a vario titolo, amministratori delegati, presidenti, affaristi di varia specie e nazionalità.
Fece scalpore, nel luglio 2017, la super-liquidazione pagata a Flavio Cattaneo che mise in tasca 25 milioni di euro a seguito delle sue dimissioni.
Dopo Cattaneo, un nuovo AD, l'israeliano Amos Genish presentato come nuovo genio della lampada e sfiduciato dopo pochi mesi per scarsi risultati.
La nuova storia di Telecom Italia, dalla sua privatizzazione, è nauseante.
E' un esempio dei danni che la finanza determina nel momento in cui esce dal suo perimetro per entrare in quello industriale, acquisendo partecipazioni e controllo.
Oggi, siamo alla sua cessione, asset strategico nazionale che pare prossimo alla consegna nelle mani di un fondo speculativo americano che, non ha, per la sua natura, nessun interesse verso l'economia reale ma coltiva solo interessi sul piano finanziario e con visione di breve termine.
Nel video, una lettura disallineata dei fatti di questi giorni...