Svuotare le banche, un segnale forte per cambiare l`Italia

l contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell` autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Ifanews, che rimane autonoma e indipendente Scritto per Ifanews da Antonio Mazzone. Non entro nel commento della manovra appena varata dal governo in carica. La mia è una riflessione di `sistema` ed è molto simile a quella lanciata da Paolo Barrai, un piccolo ma `grande` uomo, sul blog di Mercato Libero. Nel 1989 abbiamo assistito all`ultimo atto dei regimi comunisti. Il loro declino era iniziato già un decennio prima ed il loro crollo è stato possibile perchè  è venuto meno il modello economico che esso propugnava e sosteneva essere il migliore di quelli possibili. Ha solo prodotto miseria, corruzione, disuguaglianze, repressioni e paure. Esattamente l`opposto di quello promesso. Ebbene, nel 2007 abbiamo assistito ad un altro fenomeno: la fine, in Usa ed in Europa, del sistema capitalistico, per lo meno nella forma nel quale lo abbiamo conosciuto fino ad allora. E` crollato perchè, anche qui, è venuto meno il suo modello economico. Sono stati generati troppi debiti, ed i contribuenti-cittadini, gravati da essi, non sono più in grado, attraverso il lavoro, di raggiungere il fine ultimo promesso dal modello: `l`ascensore sociale` : non è più possibile un aumento della propria ricchezza personale e dei propri consumi (necessari e voluttuari) che permetta di raggiungere e mantenere un tenore di vita più alto di quello di partenza. Ma a differenza dei paesi ex-comunisti, ai quali è stato presentato un nuovo mondo fatto di libertà individuale e di espressione, benessere e speranza per i propri figli, i governi europei e statunitense non avendo un nuovo modello economico e sociale da presentare e proporre, hanno scelto di tenere in vita `artificialmente` quello esistente, chiedendo sacrifici sempre crescenti in forza dell`unica alternativa possibile: il fallimento. Alimentando le paure, non agendo sulla creazione di speranze e fiducia.

Svuotare le banche, un segnale forte per cambiare l`Italia

 Ma non sono nè stupidi, nè ciechi. Tutt`altro. Agiscono in questo modo perchè conoscono l`origine del problema. Il tarlo risiede nell`avidità del sistema finanziario e bancario (che mira solo alla sua sopravvivenza grazie alla generazione continua di profitti da `carta` e non dall`economia `reale`) ed in una classe dirigente -politica comunitaria e statunitense, che sponsorizzata e  foraggiata dal sistema di cui sopra, ha utilizzato la gestione della cosa pubblica per difendere ed accrescere solo interessi personali o meglio `particolari` facendoli passare per `collettivi`.

Non sarà certo il movimento degli indignati, nelle forme che abbiamo conosciuto, ad impressionare l`establishment occidentale. Perchè è un movimento, in Italia, come in Spagna, Grecia, Usa, ed altrove, che coinvolge ancora poche persone per la stragande maggioranza appartenenti alla classe giovanile.

E purtroppo i giovani, non contano nulla o quasi, elettoralmente parlando. Se analizziamo le tornate elettorali in Europa degli ultimi 5 anni, noteremo che il 76% di chi realmente è andato a votare, appartiene alla classe 45-70 anni. E quest`ultimi non scendono in piazza, non fanno barricate, non diventano Black Block.

L`unica forma reale di `ribellione` o, come direbbe Paolo Barrai, l`unico fattore critico di successo, che porterebbe alla comprensione di come sia necessario un nuovo modello economico e sociale per l`occidente è una sola: i detentori di risparmio e disponibilità liquide, ovvero la classe dei 45-70 enni, dovrebbe andare nelle filiali di banca/posta e ritirare tutti i loro averi, senza se e senza ma.

Assisteremmo a scene di panico, a lunghe file davanti agli sportelli, come in Argentina nel 2001 ed Inghilterra nel 2008, ma alla fine la `politica` tornerà finalmente alla sua missione più nobile: eliminare ogni ostacolo che impedisca al singolo individuo prima, ed alla collettività di cui fa parte poi, di raggiungere la piena consapevolezza di sè e la felicità esistenziale (che assomma benessere economico, intellettuale e spirituale).

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