Svizzera pronta a tutto per difendere il tasso di cambio

La Banca nazionale svizzera (Bns) oggi non ha attuato alcun aumento del tasso di cambio di 1,20 franchi per euro, deciso il 6 di settembre. Le decisioni dell`istituto centrale erano prevedibili, anche se alcuni osservatori si aspettavano un aumento della soglia del franco e 20 centesimi a 1,25 o addirittura a 1,30 per soddisfare le attese dell`industria d`esportazione. La moneta unica si scambia da qualche settimana a 1,23-1,24 franchi, lontano dalla quasi parità raggiunta all`inizio di agosto. Stando alla Bns, il franco svizzero dovrebbe continuare ad indebolirsi, si è appreso in una conferenza stampa a Berna ripresa da AdnKronos. Se le prospettive economiche e i rischi di deflazione lo esigessero, la banca centrale si dice «disposta a prendere in qualsiasi momento misure supplementari», in particolare in un contesto internazionale sempre segnato da grande incertezza.

La Bns del resto non esclude un aggravamento della crisi debitoria nell`Eurozona. Per quanto riguarda le stime di crescita, la Bns per il 2011 continua a puntare su una progressione del pil tra un +1,5% e +2%. Nel 2012 la crescita dovrebbe situarsi attorno allo 0,5%. L`istituto centrale ha rivisto nuovamente al ribasso le previsioni d`inflazione rispetto a quelle formulate a metà settembre. «La recente rivalorizzazione del franco si ripercuote sul prezzo più rapidamente del previsto», ha commentato il presidente Philipp Hildebrand. Il rincaro per il 2011 dovrebbe situarsi a +0,2%, contro un +0,4% in occasione delle ultime stime trimestrali, sempre nell`ipotesi di un Libor a tre mesi mantenuto attorno allo 0%. Per il 2012 la Bns continua a puntare su un`inflazione negativa di -0,3%. A partire dal terzo trimestre 2012 invece l`inflazione sarà leggermente più marcata che nell`ultima previsione. Per il 2013 la Banca nazionale prevede un +0,4%, contro un +0,5% previsto precedentemente.
«La moderata evoluzione della previsione d`inflazione a partire dalla fine del 2012 dipende dal netto deterioramento delle prospettive congiunturali per la zona euro. Nell`insieme, malgrado la politica monetaria espansionista, non si vede un rischio inflazionista», aggiunge Hildebrand. La Bns negli ultimi mesi ha constatato un nuovo aumento del rischio di credito in Svizzera. Il fenomeno risulta sia dall`impatto del rallentamento della crescita economica che dal potenziamento dei prestiti ipotecari e dall`aumento dei prezzi immobiliari. Prestiti ipotecari e prezzi degli immobili hanno continuato a «crescere in modo sostenuto» negli ultimi mesi, ha rilevato Thomas Jordan, vicepresidente della Bns. «Inoltre i risultati delle nostre inchieste sulla concessione di crediti indicano una forte propensione al rischio in certe banche». Questa tendenza ha indotto il Dipartimento federale delle finanze (Dff) a reagire con un progetto, attualmente in consultazione. In primo luogo la Confederazione auspica una miglior valutazione dei rischi in materia di fondi propri che coprono i prestiti ipotecari. Inoltre, dovrebbe essere possibile aumentare momentaneamente i fondi propri per rispondere a una situazione di eccessiva crescita dei crediti, nel rispetto delle norme ad effetto anticiclico di Basilea III.
 
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