Summit sull`Euro. E l`Irlanda va al voto sul fiscal compact

Summit a Downing Street sulla crisi dell`eurozona. Il primo ministro David Cameron ha infatti chiamato a raccolta il governatore della Banca d`Inghilterra Sir Mervyn King, il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne e il presidente della Financial Services Authority Lord Turner.

L`incontro, con ogni probabilità, servirà a stringere i bulloni del piano di emergenza su cui sta lavorando la Bank of England per gestire i contraccolpi di un`eventuale uscita dall`euro della Grecia. Intanto l`Irlanda va al voto per decidere se ratificare o meno il fiscal compact. Oggi è il turno delle piccole isole della costa occidentale dell`isola di smeraldo, quattro giorni in anticipo rispetto al resto del Paese. Il sì, stando ai sondaggi, è in testa. Gli indecisi sono però molti e saranno determinanti per l`esito del referendum. Il Taoiseach Enda Kenny si è rivolto ai suoi concittadini esortandoli ad approvare il trattato. «La mancata approvazione del fiscal compact - ha detto ieri sera Kenny all`emittente di stato RTE - potrebbe comportare incertezza in un momento in cui l`Irlanda certamente non ne ha bisogno». «La vita - ha rincarato a colloquio con l`Irish Times - non sarà facile in Irlanda ma il sì è parte essenziale della soluzione della crisi presente. L`austerità non sparirà come per magia se vince il no: nel 2012 stiamo spendendo 13 miliardi in più di quanto incassiamo».

Insomma, lo spettro greco incombe e gli irlandesi sembrano rassegnati a ingoiare l`amara medicina. Le ultime indagini demoscopiche indicano il sì vincente con percentuali sempre sopra il 40%. Gli indecisi vanno invece dal 16% al 31%. Se vengono eliminati dal campione, il fiscal compact viene ratificato con 60 voti favorevoli rispetto a 40 contrari. Un vantaggio netto che però deve vedersela con gli ultimi giorni di campagna elettorale. Shane Ross, deputato indipendente eletto nel collegio di Dublino sud, ha ad esempio rotto il silenzio è si è dichiarato per il no. «Sono un ardente europeista», ha dichiarato Ross, ex giornalista dell`Irish Independent e `opinion maker`. «Ma il trattato ci sta spingendo in una zona crepuscolare». Il Tanaiste Eamon Gilmore - di fatto il vicepremier - ha però criticato la posizione di Ross e ha spiegato che il fiscal compact vale per l`Irlanda come una «rete di sicurezza». «È un importante passo verso la ripresa», ha detto. «Si tratta di avere un euro stabile, la fiducia degli investitori e di garantire l`accesso a fondi di emergenza qualora il Paese ne avesse bisogno». Detto questo, Londra si sta preparando per ogni evenienza. Cameron a Downing Street ha chiamato anche il vicepremier Nick Clegg, compagno di coalizione, e il numero due del Tesoro - anche lui un LibDem - Danny Alexander. Piena condivisione politica, insomma, per quel che si preannuncia come una tre settimane di fuoco in Europa. Le banche britanniche hanno infatti esposizioni significative in Irlanda e, dicono i bene informati, Cameron vuole vederci chiaro anche per quel che riguardail caso greco.

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