SUI VACCINI I SOCIAL PIU` FAVOREVOLI DEI MEDIA TRADIZIONALI
Milano, 15 aprile 2021 - a cura di Community Group L’analisi dei contenuti rivela un deciso cambiamento nella distribuzione delle opinioni sui vaccini:
i social network diventano l’unico canale a spingere in positivo la reputazione dei vaccini.
Circa 215mila contenuti analizzati: crollo della reputazione di AstraZeneca; forte recupero di Pfizer, che tuttavia resta in territorio negativo.
Con il progredire dei protocolli di vaccinazione nazionali in tutto il mondo e con l’avvio delle esperienze dirette dei cittadini, l’analisi delle conversazioni social e dei contenuti online realizzata da Reputation Science, società leader in Italia nell’analisi e gestione della reputazione, si arricchisce di nuovi trend.
Tra i risultati più evidenti che emergono dall’analisi di circa 215mila contenuti pubblicati tra febbraio e marzo, c’è il nuovo ruolo svolto dai social media nel determinare la reputazione dei vaccini presso gli italiani. Se in passato avevano giocato un ruolo sostanzialmente neutrale, con pesi simili tra contenuti positivi e negativi, adesso i social diventano l’unico canale a influenzare positivamente la reputazione complessiva sui vaccini.
Al contrario, i siti di informazione online, comprese le versioni digitali dei principali quotidiani, hanno canalizzato in modo maggiore le opinioni negative sui vaccini, determinando una decisa flessione della curva reputazionale.
Auro Palomba, Presidente di Reputation Science, ha dichiarato: “I dati mostrano una interessante evoluzione dei rapporti tra società e media.
In passato siamo stati abituati a concepire i social come il luogo di una comunicazione più immediata, dove l’analisi cede il passo ad una partecipazione più emotiva, e in cui anche le posizioni antiscientifiche erano meno moderate e trovavano dunque più spazio.
L’analisi ci dice che qualcosa è cambiato, e che i social – o gli utenti – hanno adottato un atteggiamento più maturo rispetto ai vaccini”.
Andrea Barchiesi, CEO di Reputation Science, spiega: “La conversazione online negli ultimi due mesi si è focalizzata principalmente su AstraZeneca, che da solo ha raccolto il 56,5% delle conversazioni totali sui vaccini.
PfizerBioNTech (18,7%) e Moderna (9,8%) restano a distanza, mentre per altri vaccini la curva volumetrica si è quasi esaurita.
Sintomo della pressione che le notizie riguardanti il vaccino AstraZeneca hanno esercitato sull’intera conversazione online riguardante i vaccini, non solo per quanto riguarda i volumi ma anche per il sentiment ad essa associato.
L’analisi del trend temporale mostra come in meno di una settimana si sia “dilapidato” il capitale reputazionale accumulato nei mesi precedenti, soprattutto a causa di notizie riguardanti gli effetti indesiderati, la sospensione delle somministrazioni e i ritardi nella distribuzione.
La campagna vaccinale passa anche da qui: ricostruire il capitale di fiducia nei confronti dei vaccini per non lasciare campo libero a fenomeni novax che acquistano sempre più seguito, in Rete e non solo”.
In termini quantitativi, il vaccino AstraZeneca ha registrato un’impennata significativa di volumi verso metà marzo, staccando nettamente su tutti gli altri vaccini.
La quantità e la qualità dei contenuti relativi a questo vaccino nel periodo di analisi ha influenzato in modo importante gli andamenti della reputazione di tutta la categoria.
Anche Pfizer e Johnson&Johnson registrano un aumento dei volumi, mentre per altri vaccini come ad esempio Reithera e Curevac, i dati indicano un sostanziale decremento dei volumi.
Considerando la categoria dei vaccini nel loro insieme, la variazione della reputazione nel periodo considerato è negativa.
La distribuzione delle opinioni sui vaccini rimane invece sostanzialmente invariata, con un 43% dei contenuti che evidenzia un atteggiamento positivo, il 26% con una posizione neutrale, ed il restante 30% un atteggiamento negativo; allo stesso tempo, le posizioni risultano molto più polarizzate rispetto al periodo precedente, come mostra il sensibile aumento dei contenuti molto negativi, che passano da 0,1% a 5,1%.