Milano, 5 marzo 2022. Di Fabrizio Brasili, esperto di Scenari e Mercati Finanziari
innanzitutto una doverosa ed onesta premessa.
Lo spartiacque fra minaccia di occupazione e guerra vera e propria fra Russia ed Ucraina si e' manifestato sui livelli di supporti intermedi posti a 24500/600 del nostro indice principale.
Complice più spallate di assaggio, con vari pretesti tecnici fondamentali e macroeconomici.
Il seguito e' sotto gli occhi di tutti, con un' accelerazione che solo nell' ultima settimana ha portato detto indice a perdere il 13%, e dovuto principalmente allo scoppio del conflitto ed al panic selling che ne e' scaturito, soprattutto nell' ultima seduta della settimana che da sola ha lasciato sul terreno oltre il 6%.
Ora sui 22500/600, e cioè il supporto chiave, la cosiddetta barriera Piave, da noi continuamente evocata, per lo meno nell' ultimo anno e segnalata ai nostri lettori abbonati, potrebbe arrivare, e che tutti non si augurano di certo, e cioè quell' evento catastrofico e rarissimo cosiddetto Cigno Nero, ben descritto nella storica e famosa opera di Taleb del 2007.
L ulteriore attacco, gia' abbozzato e tentato, agli impianti e centrali Nucleari, con conseguente vera e propria terza guerra europea.
Il solo ipotizzare lo spauracchio, pero', lo speriamo veramente, porterebbe, dopo un illusorio recupero tecnico ad inizio settimana, il nostro indice ben sotto i livelli attualmente raggiunti.
Teniamo sempre presente che già ora, il nostro future Giugno, che prendera' il testimone da Marzo, fra una decina di giorni, quota 22000, scontando gia' lo stacco cedolare di Aprile e Maggio.
Mentre il future Settembre, ancora poco significativo e scambi ridotti, quota gia' sotto i 22000, scontando lo stacco cedolare da Giugno.
Arrivare per lo meno sotto questi ultimi livelli potrebbe essere però plausibile.
Passiamo ai titoli petroliferi ed al petrolio.
Anche qui e' doveroso fare una premessa.
Nell' ultimo anno avevamo scritto e consigliato ai nostri lettori abbonati, di coprirsi da incaute e premature operazioni short, magari anche a leva, di acquistare alcuni titoli, particolarmente interessanti, soprattutto bancari industriali ed energetici.
Oltre a Petrolio ed Argento.
Poi molto alleggeriti fino ad inizio anno, rimanendo con una quasi simbolica presenza, puramente tattica e per ogni evenienza.
Ora in piena guerra fra Russia e Ucraina, si sono avvantaggiati, i petroliferi e le commodities.
Rispondendo ora alla domanda specifica , per esempio su ENI, notiamo che si e' rivalutato molto meno del petrolio WTI/ Brent, che hanno rotto le resistenze psicologiche di area 100 dollari (quelle indicate in 95/98 rispettivamente) andando addirittura a testare i 116,50/119,50 rispettivamente, e per ben due volte e ravvicinate, e con massimi decrescenti.
ENI e ' arrivata fin poco sotto i 15 euro per poi stornare nella seconda parte della settimana fin poco sotto i 13.
Operativamente e con il solito ritardo dal petrolio attenderemo il risalire fino ad area 13,50/14.
Qui operativamente suggeriamo, su possibile forte storno del petrolio, alleggerire il titolo di un buon 50% ,e coprire il rimanente con vendita di opzioni Call 14/14,50 scadenza Giugno/ Settembre. Per chi non avesse in portafoglio il titolo, invece, astenersi dall' operare.
Stesso discorso ed a maggior ragione per SAIPEM, da cui abbiamo da molto tempo dato questo suggerimento. Anche per i continui "allarmi sui conti " starne completamente fuori.
Per Tenaris.
Mantenere / acquistare in modeste quantita' ma coprire con vendita di opzioni Call 13,50/14 e Put7,50/ 8 scadenza Giugno/ Settembre.
Parliamo ora del classico titolo ciclico ed industriale per eccellenza.
Per Stellantis, pur essendo stato uno dei nostri titoli industriali preferiti negli ultimi 2 anni, molti si domandavano, stupendosi, da come poteva essere salito in piena e continua pandemia, da poco più di 5 euro ai massimi di poco più di 19 euro.
Considerando in più, oltre alla Pandemia, anche al forte crollo delle immatricolazioni.
Fra coloro che non capivano del tutto e con questo deciso trend rialzista di Stellantis, c' eravamo anche noi, ma facendo usare anche le opzioni abbiamo limitato prima ed ora possibili danni tenendo anche qui una pura modesta posizione.
Ora per chi ha ancora piccole posizioni in essere e'preferibile attendere ulteriori possibili discese del titolo, ma coprirlo interamente con vendita di opzioni Call strike 19 e Put strike 12 Settembre.
In assenza del titolo in portafoglio attendere.
E passiamo al "re dollaro".
Come gia' segnalato quotidianamente ai nostri lettori abbonati il cross euro dollaro ha raggiunto il primo livello di supporto 1,10, rafforzandosi ulteriormente, ed aumentando ulteriormente e con più forza lo status di bene rifugio per eccellenza.
Ed anzi nelle ultime due sedute della settimana andando a testare area supportale più importante di 1,08/1,0850, che se bucata, andrebbe fin anche area 1,06, (fine corsa )ed anche con una certa velocita' e volumi.
Ci pare molto difficile al momento prevedere la parità fra dollaro ed euro, poiché a 1,06/1,08 interverrebbe la FED a leggermente raffreddare la moneta USA, ma non troppo, visto le esigenze di ripresa dell' Europa, che deve pur esportare i suoi manufatti e che e' rimasta molto indietro rispetto agli USA.