STOP GREENISMO! LA SARDEGNA VUOLE DECIDERE PER SE'
Giannina Puddu, 9 marzo 2024.
L'idea è semplice quanto corretta.
Il PNRR, dovrebbe essere utilizzato per affermare un “reddito di cittadinanza energetico” (espressione coniata da Ivan Monni de S' Indipendente), destinato alle famiglie, alle società ed agli enti pubblici locali.
Si parla di questa destinazione.
E, non, invece, di soddisfare la voracità insaziabile delle multinazionali di matrice finanziaria, che puntano al ricavo privato con costo trasferito alla collettività, che, in cambio, avrebbe solo la definitiva devastazione del suo terriorio, oltre il carico del costo e nessun ritorno economico o sociale.
Il PNRR, assunzione di debito pubblico, non può essere tradotto come "reddito delle Multinazionali".
Ogni casa, ogni azienda agricola, ogni stalla, ogni fabbrica, ogni sede pubblica, ha uno o più tetti sopra la testa.
Per soddisfare il bisogno dell'alimentazione energetica green, si può investire la risorsa pubblica finanziando in toto, l'installazione di pannelli solari su ogni tetto senza consumare altro suolo, per promuovere l'autoalimentazione.
In sostanza, i fondi del PNRR, ottenuti a debito, dovrebbero finanziare i nuovi impianti sui tetti senza oneri in capo ai legittimi proprietari in quanto contribuiscono offrendo i loro spazi alla causa green e, dunque, si rendono parte attiva del virtuoso cambiamento auspicato.
Questo, con valutazioni attente e parallele di soluzioni alternative, già sperimentate con successo e già disponibili come modello industriale.
E' il caso, per esempio, del riciclo dei rifiuti urbani che possono essere fonte energetica, eliminando anche l'irrisolto problema della loro destinazione inquinante.
Pale eoliche e pannelli fotovoltaici a terra (o mare...) si impiantano, producono e si smontano per raggiunta obsolescenza, generando un debito ambientale gigantesco e incolmabile, mutando il microclima circostante, deturpando e snaturando il paesaggio, scioccando la vita della fauna e della flora, stravolgendo la cultura locale.
Con spesso capitolo a parte sul costo ambientale e umano che si sostiene nei Paesi di produzione di queste macchine, per l'estrazione delle materie prime necessarie, per la lavorazione dei componenti, per le condizioni di vita e di lavoro imposte.
La caratteristica "green" di questi impianti, è solo ed esclusivamente, nelle fonti della loro alimentazione, sole e vento e si vuole indirizzare l'attenzione pubblica solo su questa.
Mentre, si devono conoscere, per esempio, le condizioni di lavoro nelle miniere di terre rare nel Myanmar (ex Birmania) grande fornitore cinese, le iniezioni di agenti chimici fatte per rendere liquida la terra ed agevolare l'estrazione, il feroce disboscamento a monte, il ribaltamento di grandi porzioni di territorio, le disumane condizioni di vita locale.
C'è una lunga ed inquietante storia dietro la produzione di pannelli solari e pale eoliche.
Arrivano ai nostri occhi come macchine pulite, lucide e promettenti, ma, dobbiamo osservare indietro e in avanti, liberando il nostro sguardo dall'imbuto visivo costruito ad arte per impedirci di avere la visuale piena.
La nuova governance della Regione Sardegna è chiamata alla valutazione della prospettiva multipla e i vari Comitati e Gruppi sono già organizzati in tutta l'isola e, guardando avanti, sono pronti ad esercitare il loro ruolo di guardiani contro le scorciatoie e le astuzie che vorrebbero portare alla profanazione del territorio sardo.
Qualunque sia il nuovo Governo regionale, con Todde ormai in cima alle probabilità, non potrà trascendere.
Sarà impossibile distrarre l'attenzione popolare con artifizi amministrativi e/o raggiri di varia natura.
Il messaggio sardo è già forte e chiaro: no Tyrrhenian Link e bocciatura solenne di qualunque progetto di impianto di Pale Eoliche o Pannelli Fotovoltaici basati su territori vergini.
Il 98,8% del territorio sardo non può ospitare impianti eolici.
Come magistralmente descritto nella Sentenza 573/2020 della seconda sezione del Tribunale amministrativo della Sardegna con presidente Francesco Scano e giudici Marco Lensi e Grazia Flaim.
Proibito sradicare alberi, qualunque albero, proibito muovere un sasso, qualunque sasso, proibito violare ogni pezzo di terra, probito disturbare il sonno della civiltà nuragica diffusa ovunque.
Proibito disturbare gli agricoltori, gli allevatori, i cercatori di funghi e di asparagi, proibita la rottura del percorso dei camminatori e degli arrampicatori, proibito disturbare il volo degli uccelli, modificare il percorso dei cinghiali, dei cervi, delle volpi e di qualunque altro animale, proibita la deviazione dei percorsi d'acqua, superficiali o sotterranei ai quali deve essere garantita la libertà di scorrere in purezza.
Chiunque abbia la presunzione di essere in grado di "governare" quest'isola è obbligato a prendere atto di questa nuova realtà.
Nessuno spazio per infingimenti travestiti da buonismo e greeenismo ormai facili da sgamare.
I "sardi" non hanno l'anello al naso, studiano e valutano, molto bene attrezzati, professionalmente, culturalmente e politicamente.
La distruzione del paesaggio e dell'ambiente locale sono agli antipodi dell'ideologia green, se declinata senza cieco fanatismo e oggettiva concezione.
Il compito del nuovo Governatore dell'isola sarà molto impegnativo, la "Terra" è tutto e non potrà essere profanata.
Il nuovo Governatore avrà vita facile se agirà per il bene della Sardegna e del suo territorio.
Se sarà in grado di dimostrare la sua lealtà all'isola, l'isola sarà schierata al suo fianco per arginare l'eventuale reiterato assalto promosso dal Governo centrale o dell'Unione europea.
Ormai, la Sardegna esige di decidere per sè.
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