S.T.A.R.S.: INCOGNITE E OPPORTUNITÀ

Milano, 17 marzo 2025. Di Clément Inbona, Fund Manager di La Financière de l’Échiquier
Dimenticate i MAG 7, quella cerchia chiusa formata dai giganti statunitensi della tecnologia e soprattutto dell’AI.
In borsa ci sono ora dei nuovi idoli, “Le S.T.A.R.S.”, acronimo dietro al quale si nascondono Leonardo, Saab, Thales, Airbus, Rheinmetall e Safran.
Queste 6 società quotate dell'Unione Europea sono le principali protagoniste del settore della difesa e dell'aeronautica. Un'industria in piena effervescenza.
Il piano ReArm Europe, annunciato il 4 marzo dalla Commissione europea, è volto a mobilitare 800 miliardi di euro per fare sì – come ha dichiarato Ursula von der Leyen - che “l'Europa sia più sicura e resiliente”. Di fronte a un ombrello NATO sempre meno impermeabile e alla minaccia russa incombente, l'Unione Europea ha preso atto della situazione.
A livello di bilancio, innanzitutto, i crediti legati alla difesa derogheranno al rigido schema di bilancio di Bruxelles che limita il deficit al 3%.
Un grande passo avanti. Inoltre, alcuni Paesi chiedono che le spese siano destinate in via prioritaria, in Francia in particolare, alle imprese continentali, mentre altri - come la Germania - si mostrano più cauti.
L'esempio dei caccia è eloquente.
Nel continente coesistono 5 modelli: il francese Rafale, l'anglo-tedesco-italiano Eurofighter, lo svedese Gripen, ma soprattutto gli americani F-16 e F-35. Il programma del caccia del futuro, l'SCAF (Sistema di Combattimento Aereo del Futuro), potrebbe delineare una forma di convergenza continentale.
Le cose stanno cambiando in un settore a lungo ostracizzato per questioni etiche, dove l'aspetto letale ha prevalso sulle questioni di difesa e deterrenza.
In Francia, ad esempio, l'Af2i (Associazione francese degli investitori istituzionali) ha osservato nel suo dossier ESG e finanziamento dell'industria della difesa “che l'ESG e il finanziamento di una certa industria della difesa sembrano compatibili, a condizione che vengano rispettate alcune condizioni operative”.
Più recentemente, a simboleggiare questa evoluzione è un'inversione di tendenza dell'ultima ora: Euronext stava valutando di escludere Airbus, Thales e Safran dal suo indice CAC ESG dopo che era cambiata l’agenzia di rating ESG che aveva emesso una valutazione meno favorevole.
Eppure, vista la pressione mediatica e politica, i titoli rimarranno nell'indice.