Spagna, approvata la riforma del sistema bancario
Il Congresso dei deputati di Madrid ha approvato oggi a larga maggioranza, con l`appoggio anche del principale partito dell`opposizione, il Psoe, la riforma del settore finanziario varata dal governo del premier Mariano Rajoy.
La riforma prevede il risanamento e la ristrutturazione degli istituti finanziari e la neutralizzazione degli attivi immobiliari `tossici` ereditati dall`esplosione della `bolla del mattone` con, fra l`altro, la costituzione di una riserva di 52 miliardi di euro da parte delle banche. Il provvedimento intende inoltre agevolare la fusione fra le società bancarie più fragili e dovrà essere completata entro un anno e senza aiuti pubblici. Il risanamento del settore finanziario è una delle tre grandi riforme varate da Rajoy, con il `deficit zero` e la riforma del lavoro varata ai primi di febbraio. Secondo le stime della Banca di Spagna, gli attivi immobiliari «problematici» delle banche iberiche rappresentano circa 176 miliardi di euro nel giugno 2011.
Il governo esige con la riforma che la copertura per «gli attivi problematici aumenti fino all`80%, a seconda dei casi». Il trattamento sarà più flessibile per gli istituti che procederanno a fusioni, che potranno disporre di due anni invece che di uno per costituire le riserve indicate dal governo. La riforma punta a rafforzare la credibilità internazionale del settore bancario spagnolo e rilanciare il credito interno. La riforma fissa inoltre un limite massimo di 600mila euro all`anno per le retribuzioni dei dirigenti di banche e casse di risparmio che chiedono l`aiuto della Banca di Spagna nelle fasi di ristrutturazione del settore. Il limite fissato dal governo implica, secondo il ministro dell`economia Luis de Guindos, una riduzione del 67% rispetto alla media delle retribuzioni dei presidenti delle banche spagnole, e del 65% rispetto alla media per gli amministratori delegati.