S&P E MOODY'S TAGLIANO IL RATING DELLE BANCHE STATUNITENSI E FITCH HA LE FORBICI IN MANO...
Giannina Puddu, 23 agosto 2023.
L' azione della FED ha complicato l'attività delle banche americane e particolarmente quella delle più piccole banche locali.
I primi effetti del rialzo dei tassi si sono visti a inizio anno con il crollo della Silicon Valley Bank e della Signature Bank.
Si è aperta una crisi di fiducia verso il sistema bancario minore che ha portato i clienti a prelevare i loro soldi trasferendoli sulle banche più grosse nella speranza che queste possano reggere meglio all'impatto della crisi del sistema.
Il costo del danaro è salito a livello globale e, ieri, il rendimento delle obbligazioni statali USA ha toccato il suo massimo degli ultimi 16 anni a fronte del crollo dei corsi.
Sfidando e ignorando la posizione del governo USA, Moody's aveva già declassato il debito americano privandolo della tripla A.
Moody's ha ridotto il rating di 10 banche e ne ha messe "sotto oservazione" altre sei e, tra queste, le grandi Bank of New York Mellon, US Bancorp, State Street e Truist Financial.
Anche S&P ha appena corretto il rating al ribasso e Fitch ha annunciato di essere sul punto di accodarsi confermando le forti perplessità delle altre due agenzie, prendendo di mira anche JPMorgan Chase.
Lunedì S&P ha tagliato i rating di Associated Banc-Corp e Valley National Bancorp, UMB Financial Corp, Comerica Bank preso atto dei continui deflussi di capitale e KeyCorp che ha perso redditività.
S&P ha pubblicato un outlook "negativo" per S&T Bank e River City Bank.
Il quadro generale che emerge è di grande preoccupazione e di timore per la stabilità del sistema bancario americano a causa dell'incessante aumento dei costi di finanziamento per le banche costrette ad una maggiore remunerazione dei depositi per fermare i deflussi.
A questo si somma l'effetto della crisi del settore immobiliare che vede abbondare l'offerta, non sostenuta dalla domanda, di spazi per uffici sempre più spesso vuoti.
Dall'altra parte del globo, in Cina, contendente principale USA, sta bollendo in pentola un'altra crisi finanzariaria anch'essa indotta da una bolla immobiliare.
Se i due giganti dovessero continuare a scricchiolare, per tutti gli altri nel mezzo, ci sarebbero molti cocci da raccogliere, giacchè, per esempio, i portafogli finanziari strarippano di esposizioni sui due fronti, ex solidi...
E, questo sarebbe solo l'impatto più immediato per l'implacabile quotazione in tempo reale dei titoli coinvolti.
Seguirebbe un affetto domino sulle economie, occidentali in particolare, strozzate dalla crisi bancaria che inizia la sua cura chiudendo i rubinetti del credito, peraltro già compresso dagli scoraggianti tassi attuali.