S&P 500: MANEGGIARE CON CURA

S&P 500: MANEGGIARE CON CURA

Milano, 17 luglio 2024. A cura del Team di Gestione Pharus

Settimana scorsa si è aperta con i risultati delle elezioni francesi di Domenica che hanno sorpreso un pò tutti e creato una situazione inedita, con un parlamento letteralmente spaccato in 3.
Dopo settimane passate a temere in Francia una vittoria di Marine Le Pen, ora i mercati guardano con apprensione al rischio di un parlamento diviso e ai difficili negoziati che saranno necessari per formare un governo.
Un quadro di incertezza e frammentazione politica che ovviamente non piace ai mercati ma che nel breve si tradurrà in una paralisi fiscale, che tuttavia date le preoccupazioni di bilancio è forse lo scenario più favorevole al mercato per ora.
Con un governo sospeso sui mercati si potrebbe continuare ad assistere ad una leggera pressione sullo spread OAT-Bund ed alla debolezza di alcuni equity Francesi, su cui si potrebbero creare delle interessanti opportunità di acquisto. In Europa non abbiamo avuto nessun altro dato macro di rilievo.

Negli stati uniti è invece stata la settimana dell`uscita dei dati di inflazione con il CPI sul lato consumatore ed il PPI sul lato produzione.

il CPI per il mese di Giugno è uscito al 3% al di sotto delle attese del 3.1% ed in calo rispetto al 3.3% del mese precedente, con anche il dato core al di sotto delle attese.  A sorprendere i mercati sono stati in particolare i dati sulle rilevazioni mensili con il dato core allo 0,06%, molto inferiore alle aspettative dello 0,2% con l'inflazione immobiliare ora in calo su base mensile per la prima volta da molto tempo e le componenti più viscose dell'inflazione catturate dal SuperCore, in realtà in deflazione. 

Solo il PPI che misura l `inflazione sul lato della produzione resta vischioso ed esce al 2.6% sopra le attese del 2.3% anche in salita rispetto al mese precedente, con possibili pressioni sui margini aziendali da monitorare.

Nel complesso i dati sull` inflazione testimoniano un trend di rientro e questo si sta accompagnando anche a dati macro in progressivo peggioramento con gli indici di sorprese economiche che si trovano sui minimi dal 2015 e le crescite economiche misurate dal GDP Now della FED di Atlanta scese al 2% dal 3% di metà Giugno. Tutti questi dati aiutano la FED sul un taglio tassi che secondo le attese del mercato dovrebbe arrivare a Settembre con un secondo taglio entro la fine dell`anno. 

Il mercato dei bond reagisce a questi dati con i tassi decennali in discesa con il treasury sotto il 4.2% ed il bund sotto il 3.8%, mentre sugli equity sembra scattare la rotazione con in particolare i tech in calo.

Siamo sempre in un contesto di elevata compiacenza al rialzo tra gli investitori equity, guarda caso mentre l`S&P500 registra per 38 volte da inizio anno nuovi massimi, nonostante un deterioramento conclamato delle condizioni macro.

Secondo Factset il mercato starebbe scontando una probabilità pari a zero di un calo del 20% dell’S&P 500, un livello che si sarebbe visto l’ultima volta poco prima della crisi finanziaria del 2008. 
Abbiamo imparato a prestare attenzione ai comportamenti estremi del mercato, che meritano l'attenzione di tutti gli investitori. Attualmente esiste una grave divergenza tra le aspettative degli investitori, in particolare su alcuni titoli, e la serie di catalizzatori potenzialmente negativi per aumentare una volatilità di mercato che è invece ormai stabilmente sui minimi. Uno di questi catalizzatori potrebbe ad esempio arrivare da una reporting season meno brillante delle attese. 
Venerdì scorso è infatti ufficialmente partita la nuova stagione degli utili che come sempre ha visto esordire alcune grandi banche Americane con buoni numeri che battono le attese ma titoli che scendono con investitori più ansiosi di ricevere dalle banche notizie sullo stato dell’economia statunitense e sulle aspettative per il resto dell’anno.
Gli analisti prevedono che gli utili del secondo trimestre delle società dell’S&P 500 cresceranno del 9.3%, in rialzo rispetto all`8.9% di 15 giorni fa rispetto all'anno precedente ciò segnerebbe il quarto trimestre consecutivo di crescita annuale degli utili.

I timori legati ad un possibile rallentamento economico, che si vedono in alcuni dati macro, non si sono ancora trasferiti sulle revisioni a ribasso delle aspettative di crescita di utili. Analizzando i dati degli ultimi 20 anni, parliamo di 80 trimestri, solitamente è consuetudine che gli analisti anticipino l`inizio di una stagione degli utili rivedendo a ribasso le aspettative su gli utili stessi di circa il 3-4%, ma per questo trimestre non solo non ci sono state revisioni a ribasso ma inoltre abbiamo anche avuto una revisione a rialzo per le stime dell`intero anno 2024 e di quelle per il 2025 che sono oggi rispettivamente attese al +11.5% per il 2024 ed addirittura del + 14% per il 2025, numeri decisamente al di sopra delle medie storiche di lungo periodo che si posizionano tra 8% ed il 10%. 

La polarizzazione delle performance dei mercati appare evidente anche guardando le attese di crescite utili, ad esempio per il settore dei consumer service è attesa una crescita utili nel 2024 del +18.4% ma escludendo meta e Alphabet questa crescita si ridurrebbe al 3.2%, così come nel settore tech è attesa una crescita utili nel 2024 del +16.4% ma escludendo Nvidia  questa crescita si ridurrebbe al 6.8%. Ne emerge quindi una reporting con grandi rischi di disattesa concentrati proprio su quei titoli che hanno monopolizzato il contributo alle performance nel primo semestre dell`anno, con aspettative molto ottimistiche che si sono ampiamente scaricate nei prezzi e nelle valutazioni. IL rapporto prezzo su utili dell`S&P500 è infatti del 20% sopra la sua media guidato proprio dell`espansione dei multipli che ha caratterizzato i titoli tecnologici arrivati a trattare in molti casi a 45 volte gli utili, più del doppio rispetto alle 20 volte a cui il settore trattava alla fine del 2022.

Questa corsa dei tech fa si che continui ad incrementarsi la sotto-performance del Dow Jones rispetto all’S&P500 così come la sottoperformance delle small caps oppure dei titoli value sempre rispetto al mercato generale, e siamo ora ad un livello visto poche volte nella storia, o meglio visto solo in casi storici come il 2000, o altri periodi di folli eccessi valutativi che sappiamo tutti come sono poi finiti. Non possiamo sicuramente dire di essere in condizioni simili a quelle della bolla internet del 2000, ma si possono osservare oggi diverse analogie con vari periodi storici in cui l`euforia eccessiva ha poi portato a grandi dolori per gli investitori. Dobbiamo ricordarci che non esiste un modo sicuro di partecipare ad una bolla, ma c’è sempre e solo il pericolo. Affermare che “il prezzo è eccessivo” e “le valutazioni sono elevate”, non significa automaticamente che domani il prezzo scenderà, molte narrative si protraggono ben oltre il momento in cui diventano bolle. Resta fondamentale essere consapevoli che su alcuni titoli ci potrebbe essere una correzione significativa, e che questa sarebbe un semplice ridimensionamento di un multiplo che oggi è salito moltissimo incorporando aspettative probabilmente irragionevoli.

La buona notizia è che sul mercato ci sono oggi moltissime aziende appartenenti ai settori tradizionali che presentano valutazioni a forte sconto, aziende per altro che offrono ottime prospettive di ritorni sul capitale che potrebbero difendere i portafogli in uno scenario di possibile correzione degli indici e permettere all`investitore di inserire nei portafogli titoli di grande qualità a prezzi ragionevoli, un`opportunità che non accade spesso sui mercati e che andrebbe colta per ribilanciare i portafogli più verso queste storie che produrranno forti profitti negli anni a venire.

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