Sono un promotore, un piazzista. Non spacciatemi per consulente
Premessa della redazione di Ifanews: Pubblichiamo una `forte` lettera di denuncia scritta presumibilmente da un promotore (la cui identità non risulta verificabile, ma questa è la dura legge del giornalismo on-line quando si ricevono mail per lo più anonime). E’ vero che Ifanews è il portale dei consulenti finanziari, ma è altrettanto innegabile che siamo una delle poche, per non dire l’unica, isole libere del giornalismo di settore in Italia, un giornalismo che ormai vede nella sola marchetta l’ideale professionale da servire (sennò, detto molto brutalmente, come si campa?).
Saremo pazzi o che (c`è anche da dire che abbiamo adottato una `governance` molto snella, elemento che ci permette di minimizzare i costi e conseguentemente la necessità di elemosinare markette qua e là) ma non ci è mai importato più di tanto (e lo diciamo a ragion veduta, data la nota poca convenienza economica nel decidere di non pubblicare comunicati pubblicitari, publiredazionali e interviste leccapiedi….ma finchè riusciremo a resistere controcorrente ben venga) compiacere nessuno per partito preso. Noi la pensiamo in maniera diversa. Nel rispetto di tutti (ovvero niente offese personali, insulti, ecc), permettiamo a ogni persona che ci chiede appello di dire la sua, rilasciando al giudizio dei lettori le parole espresse, evitando la supponenza e la comodità di porci come censori degli altrui pensieri. Non per nulla abbiamo pubblicato pezzi che, per certi versi, attaccavano la categoria dei consulenti finanziari (pensate a titoli come Promotori e consulenti, da un parte il doppio albo dall’altra il vuoto oppure a Ecco perché i consulenti finanziari indipendenti non dovrebbero esistere o ancora Ma che ce frega dei consulenti finanziari), sempre nel nome di quel principio che a noi piace tanto: la libertà di espressione, nel rispetto. Chi volesse rispondere all’articolo può farlo (scrivete pure a redazione@ifanews.it), noi daremo uguale peso, sempre da super partes.
Buongiorno Ifanews, mi chiamo Michele e sono un promotore finanziario ormai da qualche anno. Chiedo che venga pubblicata la mia mail. Scrivo alla vostra redazione perché rappresentate “l’altra campana” della consulenza finanziaria italiana, ovvero i fee only. Io sono sì appartenente a un categoria professionale della quale sono orgoglioso di appartenere, ma è anche vero che non ho il prosciutto sugli occhi e voglio, in tutta onesta’, dirvi come la penso. Mi sono stancato di sentire parlare di promotori e consulenti indipendenti come di due alternative di un servizio. Secondo me sono proprio due lavori opposti e complementari. Io ho iniziato a fare il promotore perché sono in primis un venditore. Volevo un lavoro che fosse coerente con questa mia attitudine e l’ho ottenuto sulla base di questa mia caratteristica. Se così non fosse non vedo perché allora in sede di colloquio nessuno si è preoccupato del fatto che fossi solo diplomato, bensì del numero di contatti che sarei stato in grado di garantire.
Con questo non voglio dire che poi io non mi sia adoperato, così come la mia mandante, per formarmi il più possibile, ma voglio sostenere che l’assistere un cliente una volta acquisito è semplicemente un elemento accessorio, se pur importante, rispetto alla vera essenza del mio lavoro, per lo meno nelle fasi iniziali: procacciare contatti. Senza vergogna, ammetto di essere in primis un piazzista di prodotti finanziari, come tutti i promotori del resto, non mi vengano a raccontare altro, anche perché a me piace proprio l’adrenalina che ti da un lavoro così attivo, piuttosto che la noia di un ufficio dove si disegnano grafici e si fanno previsioni che poi trovano il tempo che trovano. Sennò non mi spiego le cene ad hoc organizzate dalla mandante con previa presentazione, le mostre costruite ad arte, l’attività incessante di pressing sui vari amici caldamente consigliata a prescindere dalla loro effettiva necessità di un prodotto piuttosto che un altro. E’ evidente che poi non bisogna essere degli sprovveduti se si vuole mantenere un cliente, ragion per cui serve comunque essere preparati e onesti, non lo metto in dubbio, ma il nostro motto in filiale è “facci amicizia, vendigli, curalo” .
Quello che voglio dire è che non siamo consulenti, parliamoci chiaro. Siamo prima di tutto venditori e, quando ci serve, anche consiglieri di fiducia. Per questo, secondo me, voi fee only dovete iniziare a pensarci come vostri possibili alleati piuttosto che nemici. Voi fate consulenza vera e propria e noi vendiamo. E’ così difficile da capire? Sono sicuro che diversi miei colleghi mi daranno ragione. Grazie mille.