Sondaggi USA: Cain l’anti-Obama?

Il valzer dei sondaggi sulle intenzioni di voto degli Americani alle prossime presidenziali del 2012 ha da oggi un nuovo originale protagonista: Herman Cain. 65 anni, conservatore, originario di Memphis-Tennessee,  di colore come Obama, un passato da matematico, da amministratore delegato della catena di pizzerie Godfather’s Pizza e da capo della Federal Reserve di Kansas City: è lui il personaggio balzato ai primi posti nelle preferenze degli elettori repubblicani secondo vari istituti sondaggistici degli Stati Uniti. Il ruolo di outsider fuori dai ranghi nella corsa alla Casa Bianca è inequivocabile, a partire dall`anticonvenzionalismo della sua campagna elettorale. Cain non è impegnato in una campagna di tipo tradizionale a base di piazze gremite, sventolanti bandiere a stelle e strisce e fotografie con la gente comune.. Il candidato afroamericano alle primarie sembra piuttosto intenzionato a lanciare la sua immagine con la pubblicazione di un libro, ‘’This Is Herman Cain! My Journey to the White House” (Sono Herman Cain! Il mio viaggio verso la Casa Bianca) in cui espone le linee guida della sua politica e che sta avendo un buon successo. Cain, su posizioni  estremamente conservatrici per quanto riguarda l’immigrazione, l’aborto e le tasse, è visto di buon occhio dal Tea Party. Famoso è già il suo 9-9-9, un piano fiscale esposto nei dibattiti televisivi con gli avversari che prevede un’imposta fissa del 9% sui redditi e sugli utili aziendali e un’IVA della stessa aliquota su tutti i beni e i servizi; uno schema regressivo che, a dire dei suoi detrattori democratici, penalizzerebbe i poveri a favore dei ricchi e che è valso al candidato il nomignolo di ‘’Robin Hood dei ricchi’’. Un tipo pragmatico Cane; non ama feste e ricevimenti, dimezzerebbe quelli che si tengono per l’inaugurazione del presidente, qualora fosse eletto. Tra i suoi argomenti preferiti ci sono crescita, imprenditori che creino posti di lavoro, e un’aspra critica contro gli Indignados, che a suo dire se sono senza lavoro dovrebbero prendersela con i loro fallimenti personali piuttosto che con Wall-Street. Anche in virtù degli scarsi flussi di cassa che è riuscito a ottenere per il finanziamento della sua campagna elettorale (‘’solo’’ 2 milioni di dollari nella scorsa primavera) è bene andarci con i piedi di piombo. Fatto sta che un ruolo di rilievo a suo favore potrebbe essere interpretato dall’elettorato di colore e dagli stati del sud, in cui si proclama forte. Dopo il sondaggio di Zogby, anche quello di NBC-Wall Street Journal lo mette in testa alle preferenze tra i candidati repubblicani: balzato ben dal 5 al 27%, contro Mitt Romney (il più ‘’continuo’’ e accreditato, per il sostegno finanziario di cui gode) al 23% e contro il governatore del Texas Rick Perry crollato da un 38 a un 16%. Se Obama pensava di avere gioco facile sfruttando lo scontro senza esclusione di colpi tra Romney e Perry e l’indebolimento dei due che ne sarebbe conseguito, è meglio che da oggi si guardi dalla minaccia Cain.

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