Social Lending, il prestito tra privati si diffonde rapidamente sul web a causa della stretta creditizia delle banche
Noto anche come P2P (Peer to Peer) Lending, altro non è che un prestito tra privati, ed è divenuto in pochissimi anni un fenomeno molto diffuso.
Al momento è una delle pratiche più osannate in cui i privati comunicano tra di loro attraverso community attive e si scambiano denaro senza dover ricorrere alle banche.
In molti pensano che un giorno potrebbe addirittura sostituire gli istituti finanziari tradizionali nel settore dei prestiti al consumo. Il fenomeno nasce in Gran Bretagna, nel 2005 attraverso Zopa Ltd, diviene in poco tempo un modello finanziario alternativo anche in Italia che funziona su larga scala. Il principale vantaggio del prestito tra privati è determinato dalle ottime condizioni per entrambi i partecipanti all’interno della comunità. I tassi, rispetto a quanto offerto da banche e finanziarie, sono più bassi per chi ottiene il prestito e gli interessi più alti per chi presta denaro.
Se si considera inoltre che le banche erogano sempre meno finanziamenti è facile intuire uno sviluppo così rapido del fenomeno del Social Lending, tra le comunità più famose vi è certamente Smartika, ex Zopa, gestita dallo stesso team che ha portato il Social lending in Italia, attualmente regolamentato e vigilato da Banca d`Italia per fornire una maggiore tutela agli utenti. Al momento della registrazione si deve indicare la posizione assunta: richiedente o prestatore. Altre comunità attive sono Boober, il cui sito al momento è solo visionabile perché sono momentaneamente sospese le nuove iscrizioni, Kasbia e Prestiamoci, attiva solo da ottobre 2009 ma che in tre anni ha già erogato prestiti per 1,5 mln di euro.
Per cercare di tutelare gli utenti che prendono parte alle community sono escluse le persone con gravi livelli di insolvenza ed indebitamento, non vi è comunque violazione della privacy, perché gli utenti saranno individuabili solamente attraverso un nickname. Gli ideatori del P2P hanno cercato di ridurre al minimo i rischio di morosità “spalmando” il debito su più creditori .
Nonostante alcuni rischi a cui gli utenti possono andare incontro (http://prestiti.supermoney.eu/news/2013/02/social-lending-che-rischi-si-corrono-009910.html) chi utilizza lo strumento si ritiene pienamente soddisfatto.
Erica Venditti,
Dottore di ricerca in Ricerca
Sociale e Comparata.