Sisma: disastro per l`industria agroalimentare
Oltre un miliardo di danni all`intero sistema agroalimentare (soprattutto nelle filiere del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano); piu` di 4 mila imprese e strutture aziendali (in particolare stalle) danneggiate o distrutte e il cui futuro appare molto incerto; migliaia di lavoratori del settore a rischio;
chilometri di impianti di irrigazione devastati, con l`incubo della siccita` per circa 150 mila ettari di terreni coltivati a frutta, ortaggi, viti, e seminativi; decine di macchinari agricoli fuori uso; centinaia di animali (bovini, suini, ovini) morti sotto le macerie. E` questo il primo tragico bilancio del terremoto in Emilia e in altre zone del Nord Italia stilato dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori. A quindici giorni dalla prima forte scossa, la situazione appare sempre piu` tragica per l`agroalimentare. La prima emergenza -afferma la Cia- e` rappresentata dalle filiere del Parmigiano Reggiano e del Grano Padano. C`e`, infatti, il problema di salvare un milione di forme colpite dal terremoto. Danni per milioni di euro si registrano anche per l`Aceto balsamico. Ma le difficolta` da risolvere sono tante e complesse. Vi e` la necessita` -rimarca la Cia- di riavviare al piu` presto le attivita` in agricoltura, soprattutto alla vigilia delle grandi raccolte della frutta, e quelle negli stabilimenti di trasformazione.
Non solo. L`aspetto piu` grave e` rappresentato dalla fase di ricostruzione. Oltre 1500 imprese agricole hanno subito danni irreparabili e devono essere ricostruite completamente. Per alcune c`e` anche il pericolo della definitiva chiusura. C`e`, inoltre, il rischio che per il sistema agroalimentare delle zone colpite ci possa essere un fermo dell`attivita` per alcuni mesi. A cio` si devono aggiungere i tentativi speculativi nei confronti delle imprese agricole, soprattutto quelle che operano nel settore lattiero-caseario. Sotto tiro c`e` in particolare il prezzo del latte. Diversi produttori di latte destinato alla produzione di Parmigiano Reggiano venduto a caseifici privati stanno, infatti, ricevendo lettere da parte dei loro primi acquirenti che, oltre a disdire i contratti stipulati tra le parti, richiedono anche la corresponsione delle spese sostenute per i maggiori oneri nel trasporto del latte, a causa dei problemi creati dal terremoto. In alcuni casi rimandano addirittura il pagamento del latte consegnato loro dagli allevatori di bovini. La Cia, quindi, sollecita interventi mirati per garantire l`attivita` del sistema agroalimentare e la pronta ricostruzione delle aziende e delle strutture agricole devastate dal terremoto. Dopo i primi interventi per fronteggiare l`emergenza occorre un`azione realmente incisiva fatta di misure concrete che permetta all`imprenditoria di riprendere a produrre e a competere sui mercati.
Altro problema da non sottovalutare è relativo all`allarme siccità: la Cia sottolinea l`urgenza di una tempestiva messa in sicurezza degli impianti danneggiati, con interventi per ora anche provvisori, purche` rapidi ed efficaci. Nel giro di 15 giorni, infatti, la temperatura potrebbe salire abbastanza da compromettere seriamente gli orticoli e le piante da frutta. Intanto l`80% della produzione italiana di pere, concentrata nel ferrarese, rischia di venire seriamente compromessa dalla carenza di acqua.