Si conferma l`immagine di una Consob ferma ed indolente
Si conferma l`immagine di una Consob ferma ed indolente
Proseguono senza sosta ad apparire nuovi incredibili - ma circostanziati – elementi dal caso MPS che stanno gettando un’ombra sulla gestione del problema derivati, che la Consob appariva conoscere fin dal Luglio 2011. Dapprima è stato lo stesso presidente Vegas ad accennare ad un esposto ricevuto da un anonimo dipendente che aveva innescato l’avvio delle indagini coordinate insieme a Banca d’Italia. I riferimenti erano però alquanto vaghi e fumosi, con cenni a supposte “operazioni di riciclaggio”.
Da importanti elementi di stampa odierni (per cui ringraziamo il prezioso lavoro della sempre attenta Milena Gabanelli, v. link ) emerge però una situazione ben diversa: l’esposto non riguarda solo gli aspetti menzionati da Vegas ma riporta evidenti e circostanziati elementi di un’operatività in derivati falsamente rappresentata in bilancio; si tratta dunque di false informazioni al mercato fornite da MPS. In questi casi la Consob non dovrebbe assolutamente essere ancillare a Banca d’Italia, bensì si dovrebbe mettere in moto con tutti i suoi poteri di vigilanza, che sono anche quelli di Polizia Giudiziaria come eseguire ispezioni, perquisizioni e richiedere registrazioni telefoniche. Dal resoconto di Vegas pare ci siano state ispezioni; a cosa hanno portato? Perché nei comunicati imposti ad MPS (e oramai si parla di Novembre 2012, 16 mesi dopo!) si fa riferimento alle sole informazioni che si possono desumere dall’esposto?
Altri fatti ci lasciano esterrefatti: su stessa ammissione di Vegas, l’Ufficio Analisi Quantitativa che ovviamente si occupa di analizzare e misurare i rischi delle esposizioni in derivati e quindi di calcolarne il loro valore, dato di rilievo forse per redigere un bilancio non falso per MPS dato che ha fatto diversi miliardi di euro di derivati, non è stato attivato al momento della ricezione dell’esposto, come si legge sui giornali su fonte Consob, per supposte ragioni di “fisiologica riorganizzazione”, né è stato attivato dopo! Eppure utilizzare approcci quantitativi è l’unico modo per verificare la correttezza dei valori delle poste inserite in bilancio, lo dice un principio contabile internazionale, lo IAS 39. Sentiamo dai media e dalle associazione dei consumatori (vedi link) che vi sono dubbi sulla volontà che Vegas abbia voluto controllare se le informazioni finanziarie di MPS comunicate al mercato fossero o meno taroccate o meno pur avendo seri ed avvalorati dubbi che lo fossero! Emergono domande in rete su come sarebbero potute cambiare le cose se si fossero avviate le analisi degli esperti Consob da subito; magari sarebbero venute fuori le magagne di bilancio di MPS e si sarebbe potuto avvertire per tempo il mercato dei seri problemi. Ma si legge dai giornali un’avversione di Vegas nei confronti dell’analisi quantitativa.
Si legge che difetti seri di trasparenza nei confronti del mercato sembrerebbero ravvisabili nei comportamenti del vertice Consob, anche in ragione di quello che è successo dopo la “confessione” di Profumo e Viola ad Ottobre 2012, quando oramai c’erano prove certe di un problema molto serio sui derivati MPS. Il titolo in Borsa si muoveva come impazzito con una volatilità altissima, mettendo a segno un rialzo di oltre il 50% tra Novembre e Gennaio, mentre la Consob nemmeno adesso metteva in campo i propri ampi poteri di accertamento, ma si limitava a far venire a galla, attraverso dei comunicati della società, le poche informazioni relative all’esposto di 17 mesi prima, peraltro neanche con la stessa chiarezza. Si è sentito di tutto sul mercato, fino a presunti fari Consob, che indagavano sul titolo, aperti giusto 10 giorni prima dell’esplosione dello scandalo in relazione ad un possibile effetto spread o su fantomatici acquirenti dall’estero, meno che le vere informazioni, quasi si volesse fare disinformazione su quello che stava per avvenire. Poi guarda caso, quando è scoppiato finalmente il bubbone a metà Gennaio 2013, il titolo è andato a picco, con evidenti danni per gli investitori.
Dai comunicati stampa dei sindacati e delle associazioni che si stanno opponendo ai vari riordini della gestione Vegas della Consob con ricorsi al TAR e azioni giudiziarie emerge una gestione tutta personalistica ed accentratrice che non permetterebbe un’efficace vigilanza ed un corretto funzionamento della Consob; si evidenzia come molto si sarebbe potuto fare per limitare i danni e non è stato fatto. Questo modo di operare del vertice Consob non è nuovo, ed anche in altre occasioni ha provocato rallentamenti nell’azione di vigilanza: nel caso UNIPOL ad esempio, l’Ufficio Analisi Quantitativa è stato attivato sul portafoglio di titoli strutturati con estremo ritardo e solo dopo una rivolta della stampa quando oramai, come si suol dire “i buoi erano scappati dal recinto”, o come direbbe Vegas “i polli erano scappa
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