Sei onesto? Il fisco ti premia
`Oltre a contrastare i comportamenti scorretti sotto il profilo fiscale, andrebbero premiati i contribuenti onesti o, più giustamente, occorrerebbe dare ad essi non tanto un `premio`, quanto piuttosto il riconoscimento che meritano per la loro onestà`.
Lo ha affermato ieri Attilio Befera, direttore dell`Agenzia delle Entrate e presidente di Equitalia, al convengo della Scuola Didattica Aideall`Universitadi di Economia di Torino. `Abbiamo già mosso qualche concreto passo significativo in questa direzione - ha osservato Befera - con alcune misure specifiche introdotte dal decreto Salva Italia. Queste misure prevedono, ad esempio, la riduzione dei termini e l`introduzione di franchigie per l`accertamento a favore di chi dichiara ricavi e compensi in linea con le risultanze degli studi di settore, oppure l`eliminazione di una serie di obblighi contabili per coloro che inviano telematicamente all`Agenzia i dati relativi all`attività svolta e istituiscono un conto corrente dedicato`.
Accanto alla innovazione tecnologica e soprattutto informatica, nel lavoro dell`Agenzia delle Entrate serve `un altro tipo di innovazione, quella `culturale``. `Intendo riferirmi a un cambiamento nel rapporto tra fisco e cittadini - ha spiegato Befera - tale da far crescere il livello di adesione spontanea agli obblighi tributari. E` un cambiamento che deve avvenire da entrambi i lati del rapporto. Non sarà certo facile, ma è un cambiamento necessario`. Befera ha ricordato che `l`Italia occupa, purtroppo, una posizione ben poco onorevole nella classifica dei Paesi con maggiore evasione fiscale. In Europa siamo secondi solo alla Grecia`. Il direttore dell`Agenzia delle Entrate ha poi sottolineato che `in America l`istituzione più temuta non è l`Fbi ma l`Irs, cioé l`ente federale delle imposte. Il modello americano é spesso preso ad esempio - ha detto - per l`efficacia dell`azione di contrasto all`evasione, senza che nessuno vi intraveda una deriva verso uno `Stato di polizia` tributario o una contraddizione con il fatto che gli Stati Uniti siano la patria dei movimenti di libertarismo più radicali`.