SE MACRON VUOLE FERMARE LA RABBIA SOCIALE DEVE CANCELLARE LA RIFORMA DELLE PENSIONI

SE MACRON VUOLE FERMARE LA RABBIA SOCIALE DEVE CANCELLARE LA RIFORMA DELLE PENSIONI

Giannina Puddu, 19 marzo 2023.

E' l'ultimatum lanciato a Macron da Laurent Berger, segretario generale della CFDT (Confédération française démocratique du travail): se Emmanuel Macron vuole spegnere il fuoco della rabbia sociale, deve ritirare la riforma o non attuarla.

I francesi non si fermano e in molte migliaia, ancora ieri, si sono riversati per le strade di diverse città.

La tensione è alta e ci sono stati incidenti, scontri con la polizia, bidoni della spazzatura bruciati, finestre rotte, barriere erette a bloccare alcune strade smontando cartelloni pubblcitari e le pensiline degli autobus.

La polizia ha reagito usando gas lacrimogeni.

Per fermare il dilagare della protesta sono stati vietati i raduni in Place de la Concorde  e negli Champs-Élysées.

Questo, per volere della questura.

Particolarmente tesa la situazione a Lione, Nantes, Brest e Bordeaux.

Al divieto di manifestare in piazza il sindacato CGT (La Confédération générale du travail) ha reagito con il blocco delle attività della più grande raffineria di Francia (TotalEnergies a Gonfreville-L'Orche in Normandia).

Per tale chiusura ci vorrà tempo e, per adesso, non dovrebbe mancare il carburante nelle stazioni di servizio del paese.

Ma altre raffinerie potrebbero seguire l'esempio nei prossimi giorni.

Domani pomeriggio, all'Assemblea Nazionale,  dovrebbero essere esaminate le due mozioni di sfiducia contro il governo depositate da Libertés, Indépendants Outre-mer et Territoires (Liot), co-firmato da Nupes  (coalizione dei partiti di sinistra) e dalla stessa Assemblea Nazionale.

Ma non sarà sufficiente e affinchè il governo Macron sia sfiduciato serviranno molti voti anche dei deputati della destra.

I francesi non intendono accettare lo slittamento dell'età pensionabile da 62 a 64 anni e non accetteranno mai.

sindacati svolgono il loro compito e tutti uniti condannano la nuova legge.

Il livello dello scontro si sta alzando con aggressività palpabile da ambo le parti.

Il governo sta usando il pugno duro  impedendo l'uso delle piazze e usando i lacrimogeni.

I sindacati rispondono e risponderanno bloccando l'economia del Paese e, per questo, potrebbero arrivare anche arresti per i leader sindacali motivati con l'accusa di interruzione dei servizi di pubblica utilità o altro.

Se si arrivasse a tanto, i francesi reagirebbero con più forza.

Sarà una dura lotta e, intanto, è stata indetta per giovedì, una nuova giornata di mobilitazione.

Per alcuni settori sarà  "sciopero rinnovabile".

Macron, che pare ignorare la natura dei francesi, è stretto tra il rischio di doversi reinventare il suo esecutivo ed il rischio di piazze bollenti e ingestibili.

Farebbe meglio a cancellare il provvedimento legislativo strappato esautorando il Parlamento e contro la volontà popolare che, nè lui, nè altri possono ignorare impunemente.