Se l`Iva cresce il commercio sprofonda

I dati sul commercio diffusi oggi dall`Istat dipingono una situazione di eccezionale gravita` per il Paese, e confermano l`urgenza di interventi che facciano ripartire l`intera economia.

E` quanto afferma Confesercenti commentando i dati sulle vendite al dettaglio.

Dalle rilevazioni dell`istituto di statistica arrivano due segnali che non possono essere sottovalutati: una situazione di grande sfiducia nel Paese e un disagio economico e sociale crescente e inarrestabile. ``Governo, Parlamento e forze sociali devono ritrovare la via di un confronto rapido, costruttivo, capace di decisioni chiare per favorire la crescita economica. Ad aprile, infatti, i consumi delle famiglie italiane sono stati soffocati da una crisi economica troppo lunga e da una pressione fiscale ormai insopportabile, dall`Imu alle accise sui carburanti, che limita sempre di piu` la disponibilita` di reddito, trascinando di conseguenza le vendite ai livelli piu` bassi dal 2001``.

Le prospettive per l`immediato futuro, poi, restano negative in modo inquietante: nel 2012 il reddito disponibile reale scendera` per il quinto anno consecutivo e la capacita` di consumo degli italiani si ridurra` a livelli inferiori a quello del 2007, quando la crisi ebbe inizio.

Per evitare che questo ``periodo nero`` dei consumi si tramuti in una notte fonda, e` necessario un pacchetto di interventi urgenti e strutturali per ridare fiato ai redditi delle famiglie ed alle imprese. Tagliare con coraggio la spesa pubblica e liberare risorse per investimenti e consumi resta la via maestra. Nel frattempo, si evitino errori peggiori: non sembra affatto scongiurata l`eventualita` di aumenti delle aliquote Iva previsti a ottobre e gennaio prossimo. Che causerebbero un maggior carico fiscale per ciascuna delle 24 milioni di famiglie italiane di oltre 420 euro annui. Un onere che si aggiungerebbe ai quasi 150 euro gia` sopportati per l`aumento dell`Iva ordinaria al 21%, varato nell`autunno 2011. Un aumento consistente, che non potrebbe non avere effetti sui consumi delle famiglie, specie quelle soggette a blocco nominale dei redditi (pubblici dipendenti) o caratterizzate da incertezza sulla stabilita` del posto di lavoro e/o del reddito (dipendenti privati e lavoratori autonomi). Non bisogna dimenticare, poi, che l`intervento sull`IVA avrebbe un effetto anche sui prezzi al consumo, stimabile - limitatamente alla prima parte della manovra (ottobre 2012) - vicino a 1,5 punti percentuali.

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