SAIRA MALIK PER NUVEEN. RENDIMENTI AZIONARI POSITIVI, MA VOLATILI, IN VISTA DEL RALLENTAMENTO DELLA CRESCITA.

SAIRA  MALIK PER NUVEEN. RENDIMENTI AZIONARI POSITIVI, MA VOLATILI, IN VISTA DEL RALLENTAMENTO DELLA CRESCITA.
SARA MALIK

Redazione, 18 novembre 2021.

Sara Malik, CIO, Head of Global Equities per NUVEEN, ha appena pubblicato il suo autlook che guarda al trimestre passato ed alla prospettiva futura.

La sua premessa:

La decelerazione economica e l’aumento della volatilità hanno limitato i rendimenti sui mercati azionari globali nel terzo trimestre. I principali indici statunitensi sono rimasti stabili, perché i rally di luglio e agosto sono stati controbilanciati dal calo di settembre. L'impennata della variante Delta, la percezione di un approccio più aggressivo da parte della Federal Reserve, l'incertezza della politica fiscale e l'aumento delle aspettative inflazionistiche hanno determinato condizioni più complesse. Anche i mercati azionari al di fuori degli Stati Uniti sono stati complessivamente poco brillanti, inaspriti da un dollaro statunitense più forte che ha eroso i rendimenti nelle valute locali. I mercati emergenti hanno seguito l’andamento dei mercati sviluppati.

Ha individuato i "punti chiave":

  • Il nostro outlook sull’azionario globale è cautamente ottimista, grazie alla crescita moderata, ma superiore alla media, e ai continui progressi della campagna di vaccinazione.

  • Molte economie non americane stanno passando da una fase di ripresa a una fase di espansione, per questo gli Stati Uniti dovrebbero perdere lo scettro della crescita e la posizione di leadership sul mercato azionario.

  • Siamo oltre il picco dei guadagni, ma la compressione delle valutazioni negli USA dovrebbe consentire ai titoli azionari di risalire lentamente, nonostante il rallentamento della crescita degli utili.

  • Negli Stati Uniti raccomandiamo una strategia selettiva, bilanciata tra azioni di alta qualità con potenziale di crescita e azioni cicliche. Negli altri Paesi privilegiamo alcuni

  • nomi a orientamento ciclico in Europa e opportunità selezionate nei mercati emergenti al di fuori della Cina.

  • Tra le società meglio posizionate ci sono quelle che hanno la capacità di determinare i prezzi, proteggendo/aumentando i loro margini fino a quando la pressione dell’inflazione e i problemi della supply chain globale non si saranno attenuati.

  • Le società che hanno le tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG) tra le loro priorità dovrebbero continuare a registrare buone performance, perché quando il COVID-19 sarà alle spalle contrastare il cambiamento climatico sarà l’obiettivo primario degli investitori.

A livello  globale, con attenzione particolare rivolta agli Stati Unuti, ha scritto:

Decelerazione economica e volatilità dei mercati hanno caratterizzato anche la situazione a livello internazionale. Il PIL cinese è sceso al 4,9% nel terzo trimestre (dal 7,9% del secondo) per una convergenza di fattori – una crisi energetica che ha pesato sul settore manifatturiero, il giro di vite normativo delle autorità di Pechino e i timori che la crisi del debito dello sviluppatore immobiliare cinese Evergrande potesse estendersi a tutto il settore real estate e potenzialmente all'intera economia.

Nell’Eurozona la crescita si è mantenuta positiva, ma sia l'attività manifatturiera che quella del settore dei servizi (misurata dai Purchasing Managers’ Indexes) hanno perso slancio ad agosto e settembre. Al contempo, le pressioni inflazionistiche sono aumentate, spinte principalmente dalle difficoltà nelle forniture. L’infelice combinazione tra una crescita in rallentamento e l’inflazione in aumento ha alimentato i timori di stagflazione, anche se non riteniamo che le condizioni in Europa siano tali da poter utilizzare questa definizione.

Negli Stati Uniti, i settori con venti favorevoli alla crescita, tra cui l'informatica, la finanza e il settore sanitario, hanno sovraperformato. I settori ciclici, come il settore industriale, le materie prime e l’energia, hanno sottoperformato. Dal punto di vista dell’approccio, quello growth ha battuto il value per il secondo trimestre consecutivo, sulla base dei rispettivi indici Russell, perché le azioni value e cicliche hanno subito gli effetti negativi della fase economica sfavorevole e dei timori per la variante Delta.

A livello internazionale, in base alle misurazioni dell'indice MSCI EAFE, i mercati sviluppati hanno effettivamente

superato gli Stati Uniti in base alle valute locali, ma un dollaro americano ostinatamente forte ha trasformato il guadagno (+1,3%) in perdita (-0,5%) una volta convertito in dollari. Il dollaro si è apprezzato del 2% rispetto alle valute non americane durante il trimestre, registrando il massimo guadagno a settembre.

All'interno dell'EAFE, i rendimenti sono stati eterogenei. Il Giappone ha registrato performance superiori grazie al netto miglioramento dei tassi di vaccinazione e alla speranza che la nuova leadership politica possa avviare gli stimoli fiscali tanto necessari. Al contrario, l’Eurozona ha registrato risultati negativi, con una Germania in forte ritardo. Il rallentamento della crescita di settembre, combinato con l'annuncio della Banca Centrale Europea di voler allentare il suo programma di acquisti di emergenza pandemica (PEPP), ha pesato sul sentiment.

L'indice MSCI Emerging Markets è rimasto ampiamente indietro sia in valuta locale (-6,7%) che in dollari (-8,1%), trascinato da perdite a due cifre in dollari USA per la Cina (-18,2%), che rappresenta circa un terzo dell'indice, e per il Brasile (-20,2%). Alcuni mercati asiatici al di fuori della Cina, tra i quali India e Indonesia, sono stati tra i best performer del trimestre. In America Latina, alcuni paesi al di fuori del Brasile (Argentina, Colombia e Messico) hanno ottenuto i migliori rendimenti positivi.

I rischi che vede:

A Washington l’accordo raggiunto recentemente per posticipare la deadline per il tetto al debito statunitense potrebbe aver placato i mercati nel breve termine, ma la volatilità potrebbe tornare a farsi sentire con l'avvicinarsi del 3 dicembre. Le profonde divisioni politiche e l’ansia indotta dalla prospettiva di una politica del rischio calcolato permangono, tuttavia riteniamo che gli Stati Uniti non corrano il rischio di un default o di un declassamento del rating del credito.

La situazione degli utili nel terzo trimestre potrebbe alla fine rivelarsi eterogenea per i titoli azionari, perché gli investitori iniziano a comprendere le reali ricadute dell'aumento dei casi di variante Delta, i rischi fiscali e normativi derivanti dalle proposte legislative, i problemi della supply chain e i corporate warning.

I mercati stanno iniziando a valutare l’impatto che potrebbe avere il possibile aumento dell'aliquota sulle società statunitensi e della tassa minima sul reddito estero delle società americane.

La Fed sarà sottoposta a un intenso scrutinio mentre si muove in punta di piedi verso una politica di contrazione. I mercati sono talmente abituati al quantitative easing e ai tassi bassi, che è probabile che la volatilità aumenti e che gli investitori possano essere più intimoriti da un possibile passo falso per quanto riguarda i tempi e/o la portata.

Il rallentamento della Cina potrebbe rivelarsi peggiore del previsto, e questo giustificherebbe un attento monitoraggio delle politiche economiche e normative del Paese e delle precarie condizioni del suo mercato immobiliare e creditizio.

L'efficacia del vaccino contro altre potenziali varianti di COVID-19 rimane un'incognita, tuttavia appare poco probabile che si torni a una chiusura generalizzata.