Sabatini vede la luce in fondo al tunnel del finanziamento

Sono 800 le banche che questa mattina hanno partecipato alla nuova operazione di iniezione di liquidità varata dalla Banca Centrale Europea con richieste per 529,53 miliardi di euro.

Il risultato di questa seconda maxi-asta di rifinanziamento a 3 anni ad un tasso dell`1% supera così i 489 miliardi chiesti da 523 istituti nella prima asta dello scorso 22 dicembre.

Grazie alle operazioni di finanziamento decise dalla Bce «i rendimenti sulla parte a breve della curva dei rendimenti sono tornati coerenti ai valori pre-luglio 2011 e il differenziale di rendimento sulle scadenze più lunghe rispetto ai titoli tedeschi ha iniziato a ridursi in maniera credibile».
Questo il commento del direttore generale dell`Abi, Giovanni Sabatini, il quale ha inoltre segnalato nel corso di un`audizione alla Camera che «il permanere di questo sentiero di riduzione potrebbe consentire un ritorno alla normalità dell`attività di finanziamento dell`attività bancaria, attività che negli ultimi mesi è stata gravemente compromessa dalle tensioni finanziarie» e la Bce ha garantito il 70% delle risorse delle banche italiane.
Sabatini ha poi proseguito evidenziando come «i miglioramenti sul fronte degli indicatori di percezione della rischiosità, a partire dallo spread BTp-Bund, mostrano che il risanamento dà buoni frutti ed è l`unica arma per mitigare gli effetti recessivi da esso inevitabilmente prodotti». Il Dg dell`Abi ha preseguito sottolineando come, al di là della «mera riduzione del deficit e del debito» conterà la «qualità delle poste di bilancio» e quindi solo con l`efficacia della spending review i tagli potranno avere effetti benefici sull`efficienza del sistema.
Sabatini ha evidenziato poi che «l`eccezionale sforzo dell`Italia per stabilizzare i conti pubblici sarà definitivamente premiato se si raccorderà con risposte di lungo periodo capaci di recuperare almeno in parte il 25% di competitività perduta». Per quanto riguarda l`Associazione, questa «sostiene con convinzione le azioni del Governo sia in termini di liberalizzazioni, sia per quanto concerne la riforma del mercato del lavoro». Il Dg ha chiuso confermando che occorrerà agire però anche sulla ridotta dimensione delle imprese e sull`incapacità italiana di fare sistema per gli investimenti tecnologici. 
 
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