ROBERT F. KENNEDY JR INSISTE SUL RITIRO DELLE ACCUSE CONTRO ASSANGE
Redazione, 27 maggio 2024.
Robert F. Kennedy Jr. è stato candidato per la nomina presidenziale del Libertarian Party.
E' il candidato indipendente che sta coltivando un'alleanza tra tutti gli elettori estranei ai democratici ed ai repubblicani per cercare di impedire a Trump o Biden di essere eletti presidenti.
Insiste, da tempo, a chiedere il rilascio immediato di Jiulian Assange e il ritiro delle accuse degli Stati Uniti contro di lui.
Mentre l' Alta Corte del Regno Unito, in evidente imbarazzo, gli ha appena concesso il ricorso in Appello contro l'ordine di estradizione negli Stati Uniti, annullando una decisione contraria precedente.
Assange, cittadino australiano, era stato arrestato dalle autorità britanniche per conto degli Stati Uniti nel 2019.
Rifugiato presso l'ambasciata ecuadoriana per quasi sette anni, da allora, ha trascorso gli ultimi quattro anni in una prigione di Londra.
Su Assange pendono 17 capi di imputazione ai sensi dell'Espionage Act, oltre l'accusa di cospirazione per organizzare un' intrusione informatica.
Secondo i giudici americani, avrebbe agito per hackerare un computer governativo accedendo a "file sensibili governativi" del 2010, pubblicando su WikiLeaks diari di guerra in Afghanistan e in Iraq e dispacci diplomatici segreti.
Per bucare i segreti militari americani, avrebbe goduto del supporto dell'ex analista dell'intelligence dell'esercito Chelsea Manning.
A febbraio di quest'anno, Kennedy aveva promesso che se il presidente Biden non avesse provveduto in tale senso, se eletto alla presidenza USA “nel mio primo giorno in carica, perdonerò Julian Assange e indagherò sulla corruzione e sui crimini da lui denunciati”.
Kennedy, ribalta la narrazione affermando che non sia Assange a dover essere punito per aver svelato crimini e criminali, ma che sia necessario indagare e punire i criminali.
Aveva anche aggiunto che avrebbe emanato un ordine esecutivo per porre fine a tutti i tentativi da parte di agenti e agenzie federali di censura del discorso politico degli americani.
Durante il suo discorso di venerdì, alla Libertarian National Convention al Washington Hilton, ha ottenuto gli applausi più forti proprio quando ha attaccto Trump che ha rifiutato l'ipotesi di concedere la grazia a Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, la cui vita è stata devastata dall'accusa di aver divulgato segreti del governo americano.
Da Kennedy, attacchi, innanzitutto contro Barack Obama, per aver deciso la persecuzione ed il processo contro Assange.
Julian Assange aveva lanciato un'accusa diretta all'amministrazione Obama di condurre una guerra contro gli informatori.
Aveva detto al programma AM della ABC il 31 luglio 2013 che "Barack Obama ha proceduto con più procedimenti giudiziari contro informatori per spionaggio di tutti i precedenti presidenti messi insieme a partire dal 1917"
Poi Kennedy contro Trump che non è stato in grado di affermare i principi del primo emendamento difendendo la libertà di stampa.
Ha detto: “Assange dovrebbe essere celebrato come un eroe. Ha fatto esattamente quello che dovrebbero fare i giornalisti, ovvero denunciare la corruzione del governo. Non dovremmo metterlo in prigione; dovremmo avere un monumento a lui qui a Washington DC."
Kennedy pesante contro Biden che ha accusato di “un programma di coercizione e controllo delle informazioni” che avrebbe esercitato anche durante la pandemia, attraverso un'azione di collusione con l’FBI per costringere i social media a consentire alle agenzie governative di effettuare “un’oscena orgia di censura federale”.
Un riferimento esplicito anche al presente, sostenendo l'avvenuto passaggio dalla “disinformazione medica” a “un intero complesso industriale di censura” che sta prendendo di mira e colpendo anche i critici della guerra in Ucraina.
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