RIUSCIRANNO A SALVARE I MERCATI? IN AZIONE FED E BCE.

RIUSCIRANNO A SALVARE I MERCATI?   IN AZIONE FED E BCE.

Milano, 2 marzo 2022. Di Fabrizio Brasili, esperto di Scenari e Mercati Finanziari.

Lo spauracchio della stagflazione, agitato spesso a sproposito, questa volta potrebbe invece rivelarsi una minaccia vera.
I gestori americani, dicevano a gran voce che l' azionario europeo era sempre più interessante, mano a mano che in gennaio febbraio i prezzi scendevano in quello che veniva etichettato come un salutare storno da ipercomprato di lungo termine.
Le loro previsioni erano largamente condivise dai grandi investitori istituzionali, ma prima dell' invasione Russa in Ucraina, convinti che le sole minacce fossero un bluff... ed una abile  montatura di stampo tipicamente sovietico.
Ed ora eccoli i risultati: la guerra ha falcidiato le azioni dell' Eurozona, del 13%, contro il 9% dello SP500.
Ma il comparto bancario con perdite anche superiori al 30%, il doppio del settore a Wall Street, con Unicredit e Societe' Generale del 46%.
Gli USA, avevano fino a pochi giorni fa nettamente sottovalutato le conseguenze del conflitto.
Ed in parte a ragione.
La carenza di gas naturale, con i prezzi schizzati dai 18 euro per megawatt  di un anno fa, ai 230 dei primi di Marzo.
E' un problema prettamente europeo, in particolare di Germania ed Italia , che dalla Russia importano il 40% del loro fabbisogno.
Scomodiamo gli analisti più avvezzi ad occuparsi di difficili e complicate comparazioni. Il gas a poco meno di  200 euro , equivaleva a un prezzo del petrolio  a poco meno di 380 dollari.
Ovvero a poco meno di   tre volte di più delle attuali quotazioni.
Impietoso il confronto fra il gas americano, che corrisponde a 80/85 dollari del greggio iWT e che corrisponde ad uno sconto di quasi il 40% rispetto al Brent  (130/ 135 dollari al barile.)
Lo shock energetico, quindi, si profila più grave di quello vissuto dal 1974 al 1980, quando il greggio WTI salì in questi sei anni, dai 4/5 dollari ai 40!
E forse ora la durata sarà anche più lunga.
In Germania ed Italia sia il PIL che l' inflazione raggiungeranno  percentuali mai viste, ovviamente di forte decrescita il primo e d forte crescita il secondo.
Le conseguenze per gli USA, invece, saranno quasi trascurabili.
Per la Cina che  non potrà crescere che più  di quello previsto, potendo come player mondiale trarne benefici da  tutti potrà avere stabilità  o piccoli progressi.
Alla base di tutto, corroborato dal sempre Re dollaro, sta il petrolio, che noi vedevamo, (e di cui scrivevamo,  già dal 2020) a contatto dei 100 dollari.
Nel peggior scenario possibile  potremmo  vedere il petrolio anche poco sotto i 200 dollari (180/190).
Questo scenario ci riporta anche all' autunno del 1998, quando il crack del fondo Ltcm, combinato con il fallimento del debito Russo, ci portò a fare perdere Wall street circa il 20% in poco più di un mese.
A salvare il mondo ... o meglio a salvare le borse, fu Alan Greenspan, presidente della FED, che tagliò i tassi di uno 0,75% e riportò i mercati alla consueta perenne esuberanza.
Che un anno e mezzo più tardi, li fece schiantare sotto il peso di una bolla, che non si vedeva da tempo.
Ora di tagliare i tassi, che sono ancora, praticamente a zero, non se ne parla.
Ma le banche centrali possono ancora vestirsi da pifferai, e sfoderare il loro potere taumaturgico.
La FED  diluendo le prospettate strette  monetarie.
La BCE dilazionandole il più possibile.
E' per questo che le borse dopo sell-off veloci e violenti, ad inizio di Marzo , con rialzi a dir poco stupefacenti, anche per gli analisti più avvezzi alle bizze "contrarian", sono tornate a sognare, che tutto ritorni come prima.