RISIKO BANCARIO E INDUSTRIALE.

Milano, 12 giugno 2021 - Di Fabrizio Brasili - Esperto di Mercati e Scenari Finanziari Secondo un`indagine condotta tra analisti e gestori, in arrivo ci sarebbero appunto almeno 15 OPA.

RISIKO BANCARIO E INDUSTRIALE.
 
Alcune sono ampiamente scontate dal mercato.
 
Come quelle del Risiko Bancario in atto.
 
Accelerato, dopo i tempi stretti indicati dal governo, per poter sfruttare i benefici fiscali.
 
La dote per le nozze e` usufruibile in caso di  matrimonio consenziente, se la fusione si conclude entro il 2022.
 
Al contrario, per le operazioni ostili, la dote e` da qui a fine anno in corso.. solo sei mesi!
 
Secondo gli analisti di Deutsche Bank, sul piatto c` è un tesoretto di 11,6 miliardi.
 
Nel caso specifico, la fusione per esempio di MPS- Unicredit, anche se sarà un boccone indigesto, per quest`ultima, dovrebbe portare un vantaggio fiscale di 3,4 miliardi.
 
Per la più ragionevole ed auspicata Unicredit - Banco BPM, 3 Miliardi.
 
Per, tutto sommato la più facile, che peraltro non escluderebbe le altre due ipotesi, in successione, solo  poco più di 1 Miliardo.
 
Oltretutto il mercato ha già puntato tutto e la fiche principale su BPER e BPSondrio, con la regia di Unipol sai, altro titolo da noi raccomandato ai nostri  lettori abbonati da più di un anno, salita al 6,9% della Sondrio, con obiettivo di arrivare a poco sotto il 10%.
 
Fra l` altro, aspetto non trascurabile, UnipolSai e` già, con il 20%, il maggior azionista  di BPER!
 
Poi c` è il Risiko a ` geometrie variabili` fra Unicredit, MPS e BancoBPM.
 
Se l`OPA fosse su una sola società, la terza, esclusa, dovrebbe cercarsi moglie in fretta, pena perdere i vantaggi fiscali o farsi schiacciare dalle dimensioni della concorrenza.
 
Sullo sfondo rimane il futuro di Anima ed il suo accordo fino al 2030 con MPS.
 
Il gruppo del risparmio gestito potrebbe diventare un bocconcino interessante per i francesi (ancora loro) di Amundi, già legati ad Unicredit, ma con un accordo di minore durata, rispetto a quello  tra MPS ed Anima.
 
Amundi, per non trovarsi un concorrente  sotto casa, potrebbe pensare di comprarla lanciando un` OPA su Anima.
 
Mediobanca Securities, in una nota emessa questa settimana, è convinta che finalmente assisteremo ad un consolidamento tra le Banche Italiane.
 
Se lo dice lei!
 
Noi ne siamo convinti da un pezzo, e coloro che ci seguono ben sanno!
 
Infatti dopo che la BCE ha rimosso gli ostacoli normativi, le Banche hanno completato la riduzione delle differenze e mantengono solidi coefficienti patrimoniali, mentre gli incentivi, in termine sono abbastanza rilevanti da neutralizzare la misura e la solidità patrimoniale.
 
Ma non e` finita!
 
Il bello deve ancora venire.
 
Al centro, il Risiko bancario, non parla solo Italiano.
 
Dopo il consolidamento all` interno dei singoli Paesi, scatterà quello Europeo  e chi prima si  accomoderà, prima sarà servito.
 
Al centro il futuro di Intesa, Unicredit e il tanto sognato terzo polo.
 
Questo sarà  il progetto finale della BCE, voluto anche da Draghi.
 
Nei mesi scorsi si era rumoreggiato di un feeling, peraltro ricorrente, negli ultimi anni, tra Societé Generale ed  Unicredit, alimentata in questo ultimo caso, dalle amicizie francesi dell` ex AD di Unicredit.
 
Del resto, per molti analisti sono, inoltre molto simili Intesa e Santander e con una logica industriale simile.
 
Non da escludere, per noi, fusioni tra le francesi e le tedesche DB e Commerzbank con BNP o SG.
 
Per rimanere e chiudere con i finanziari, prosegue imperterrita la scalata di Leonardo del Vecchio sulle Generali, ora al 15,4%, ma in futuro previsto al 20%, tanto che in molti hanno la fame del Leone di Trieste per le fusioni, Cattolica, le attività di AXA in Grecia, come una mossa difensiva. 
 
Del Vecchio si fa paladino dell` italianità, dichiarando che l` obiettivo e` non fare cadere Generali in mani straniere, mentre alcuni osservatori, i più cattivelli,  ci vedono una riedizione di quanto già avvenuto tra Luxottica ed Essilor o Fonciere des Regione e Beni stabili: una bella fusione d` Oltralpe come quella ormai sdoganata da Peugeot ed FCA.
 
Interessato a Generali, potrebbe essere AXA.
 
Una volta svuotata di Generali, la domanda è: quale sarà il futuro di Mediobanca?
 
Unicredit? Soprattutto guardando all` attuale ad Orcell, che sembra pensarla in modo opposto del predecessore Mustier.
 
Fra le piccole vediamo Illimity di Passera, troppo piccola per rimanere sola.
 
Ma altri settori sotto i riflettori: le Telecom.
 
Noi vediamo per il medio lungo termine il titolo Telecom rnc, il più sottovalutato del nostro mercato.
 
Per le aggregazioni, quindi vediamo anche qui una fusione a tre, con forte senso industriale.
 
Prima Raiway con EI Towers e poi con Inwit.
 
L`ondata green, potrebbe travolgere e costringere il governo qui non ad un` OPA ma ad una fusione fra Enel ed ENI...con i fondi del recovery Plan.
 
Con a latere anche Saipem, in una paradossalmente più facile trasformazione in fatto di business, sganciandosi così dalle società petrolifere a favore dell` eolico, green e sviluppo reti ferroviarie ed autostradali.
 
Anche i Moratti potrebbero cedere il 40%di Saras, approfittando della salita del petrolio e dei margini di raffinazione.
 
Con il titolo proiettato verso 1 euro.
 
Poi ci sono i processi di  consolidamento , come per le Municipalizzate, A2A, Hera, Iren ed Acea.
 
Ed il lusso.
 
Moncler vuole ballare da sola , mentre Tod`s, pare gradire l` 1/2 di Fedez/Arnault, che piano piano e` salito al 10%del capitale e che in un paio di mesi ha di fatto raddoppiato il valore del titolo che era lo scorso anno pervenuto a prezzi da super saldo.
 
La sorte di questo gruppo è ormai segnata.
 
A ruota Ferragamo, anche essa troppo piccola ed in difficoltà per crescere da sola.
 
Anche OVS e` ormai prossima preda di un Players internazionale, dopo essere stata ben rivitalizzata da TIP di Giovanni Tamburi.
 
I titoli industriali da tenere d` occhio per motivi diversi sono Pirelli e Brembo non necessariamente prede, ma predatori.
 
Ma qui stiamo lentamente entrando in un processo globale di mutazione della pelle di tutte le società quotate e non solo.
 
Molti capitani di industria, per motivi anagrafici, proprio Del Vecchio stesso, Berlusconi, Tronchetti Provera stanno, prima o poi, per lasciare ma non è detto che il ricambio generazionale provochi lo stesso effetto di continuità e miglioramento...anzi.
 
Anche nello sport ad altissimo livello accade che un campione del mondo non genera, quasi mai un altro campione del mondo.